Arriva un funzionario del Ministero dell’economia a controllare le imprese

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Arriva un funzionario del Ministero dell’economia a controllare le imprese

Un rappresentante del Mef nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni, che ricevono contributi a carico dello Stato di entità significativa. La novità in Legge di Bilancio.

Lo Stato si prepara ad entrare nelle imprese. Non a Cuba o Laos, ma in Italia.

L’articolo 112 della Legge di Bilancio, licenziata qualche settimana fa, è il grimaldello che rompe l’imbarazzo di questa decisione. Grimaldello o falce e martello, fate voi. La norma prevede la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni, che ricevono anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato di entità significativa. L’entità significativa inizialmente è stata indicata in 100.000 euro annui, ma sarà comunque un Dpcm che ne fisserà la soglia minima. Il testo della manovra non specifica se le società interessate saranno solo quelle pubbliche. Tuttavia fonti del ministero dell’Economia hanno confermato a “Il Messaggero” che la norma vale anche per le società private. Nel caso vi steste preoccupando. Le cose si fanno per bene. La finalità di questa disposizione è quella di intensificare le funzioni di controllo e monitoraggio delle finanze pubbliche, assicurando che i fondi vengano gestiti correttamente. Lo Stato, quindi, non si fida di come le imprese utilizzano i denari pubblici.

Il Ministero dell’Economia entra nelle imprese 

Ci sarebbe da chiedersi, il viceversa.Ma questa è un’altra storia.

Alla prossima scadenza dei collegi sindacali, le imprese che fruiscono di contributi pubblici superiori a 100 mila euro, dovranno integrare i loro sindaci, nel collegio sindacale, l’organo deputato al controllo dei conti della società.

In realtà l’inserimento di un rappresentante del Mef negli organi di controllo delle aziende non aumenterà il numero dei loro componenti. Piuttosto, questo rappresentante sostituirà uno dei sindaci o revisori già presenti, per non incrementare i costi per le imprese. Una sorta di “arrivano i nostri”. Le società interessate dovranno, inoltre, modificare i loro statuti e regolamenti interni entro 120 giorni dalla entrata in vigore della legge per rispettare queste nuove disposizioni.

I commercialisti protestano 

Compito dei sindaci del Ministero sarà rendicontare alla Ragioneria generale dello Stato l’uso dei soldi pubblici.A esprimere le maggiori perplessità per questo provvedimento sono stati i commercialisti, i cui rappresentanti del Consiglio nazionale durante l’audizione ne hanno chiesto la cancellazione. Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, insieme al Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, hanno manifestato disaccordo, affermando che le regolamentazioni vigenti assicurano già un controllo adeguato. Hanno inoltre evidenziato i potenziali conflitti con le regole del Codice civile e la possibilità di eludere i criteri professionali richiesti. Perplessità condivisibili per questa forma di ingerenza nell’autonomia societaria che sembra più che altro una manovra per trovare un’occupazione remunerata ai burocrati dello Stato o agli amici, trombati dalla politica.