Truffe affettive, “ti mangiano l’anima”

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Truffe affettive, “ti mangiano l’anima”

“Si tratta di un vero e proprio stupro emozionale”. Usa parole forti Jolanda Bonino, fondatrice e presidente di ACTA, il movimento di volontari che si batte per sensibilizzare l’opinione pubblica e supportare le vittime di truffe affettive.

Nell’intervista che ci ha rilasciato sottolinea: “Ti chiedono l’amicizia sui social, oppure si insinuano nei gruppi di cui fai parte, iniziano a commentare, a chattare con te, sembrano perfetti, gli uomini ideali. Purtroppo non lo sono, e quando sei ormai imprigionata in una trappola emotiva, ecco che iniziano a fare richieste di soldi”.Le motivazioni sono tutte plausibili quanto improbabili. La truffa affettiva però è scattata, un fenomeno sempre più diffuso che Bonino conosce bene perché lei stessa, ex sindacalista torinese, anni fa ne è rimasta vittima, seppure sia riuscita a trasformare il suo dolore in una battaglia contro i “mangiatori di anime”.

La donna tutt’altro che sprovveduta, si definisce “la prima vittima italiana certificata di quel tipo di raggiro”. La sua esperienza risale al 2014, quando fu ingannata da un uomo conosciuto online, che poi scopre avere la faccia ricostruita da una squadra di imbroglioni professionisti. “Credevo di essere furba, e invece ci sono cascata ugualmente”. Dietro a quella figura paziente, accondiscendente, accogliente si celava un gruppo ben organizzato, capace di realizzare “l’uomo perfetto” in base alle esigenze e alle vulnerabilità della vittima. Dopo mesi di conversazioni e una dipendenza emotiva crescente, arrivano le inaspettate richieste di denaro. In questo caso si trattava di cure mediche, ma potevano riguardare un improvviso incidente, un furto, un viaggio. Naturalmente seppure falso, tutto piuttosto credibile perché ben documentato.

“Anche quando ho scoperto che non esisteva, confessa Jolanda, ho continuato ad amare la sua immagine”. Nel suo caso il danno è stato limitato, ha inviato solo 800 euro e ha trovato il coraggio di allontanarsi e denunciare, oltre a iniziare un percorso di consapevolezza che l’ha portata a fondare l’associazione che offre informazioni, guida le persone che vogliono denunciare e propone un supporto psicologico per affrontare il trauma. “Non mi piace chiamarle romantiche, perché di romantico non c’è proprio nulla”, sottolinea. Secondo i dati raccolti da ACTA, le truffe affettive colpiscono principalmente il genere femminile ricompreso fra i 45 e i 65 anni, ma non risparmiano alcuna fascia d’età. “Abbiamo avuto casi di 30enni e di 70enni”.

Le vittime appartengono a diversi contesti sociali: insegnanti, imprenditrici, casalinghe. Dalla sua nascita nel 2014 l’associazione, ha registrato oltre 140.000 vittime in Italia e stima che siano stati inviati ai truffatori, nascosti in Paesi come Nigeria e Costa d’Avorio, almeno 140 milioni di euro. Il messaggio che Bonino vuole diffondere è: le vittime non devono provare vergogna. “Nella nostra società patriarcale, chi truffa è considerato furbo, mentre chi viene ingannato è un debole”. Questo stigma porta a non denunciare, le persone restano intrappolate in un senso di colpa che le isola ulteriormente. “Non ci si deve vergognare, il desiderio di amore è lecito a qualsiasi età”. Il suo messaggio è chiaro: Parlarne con familiari, amici o forze dell’ordine, può salvare la vita. ACTA continuerà la sua battaglia, portando consapevolezza e speranza a chiunque si trovi intrappolato in una rete di inganni. “Raccontiamo queste vicende per rompere il silenzio e ridurre il numero di vittime”.