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31 Gennaio 2025Dark tourism, la sventura piace ai turisti
Alcuni giorni fa, a Marina di Massa, il cargo mercantile Guang Rong è rimasto incagliato nel pontile. L’ incidente ha visto un incessante flusso di persone curiose.
Il fenomeno del dark tourism, o turismo nero, sta ormai crescendo a livello globale, e attira visitatori in luoghi legati a tragedie, sofferenze e morte. Questo tipo di escursioni, che coinvolge la visita a siti come campi di battaglia, cimiteri e luoghi di disastri, è radicato in un desiderio umano di confrontarsi con la morte e il dolore. A volte però, rischia di scivolare nel voyeurismo, trasformando una disgrazia in un’attrazione turistica commerciale.
L’ultimo avvenimento ne è una conferma. Alcuni giorni fa a Marina di Massa una ridente cittadina Toscana, il cargo mercantile Guang Rong, a causa di una tempesta è rimasta incagliato nel pontile della località distruggendolo in parte. La nave, che trasportava ghiaia e che ha ancora al suo interno oltre 100 tonnellate di gasolio, ha suscitato preoccupazioni per l’inquinamento e i danni ambientali.
Mentre le autorità si adoperano per contenere la fuoriuscita di combustibile in mare, la situazione crea una nuova opportunità di turismo nella zona. Il sindaco della vicina Forte dei Marmi, Bruno Murzi, preoccupato per la situazione ha sottolineato che questo non è il primo incidente simile nell’area. La combinazione tra mareggiate e avarie alle imbarcazioni sembra essere una costante nel tratto di mare tra il porto di Marina di Carrara e Marina di Massa e rischia di compromettere il delicato equilibrio del tratto costiero.
Sebbene l’episodio non abbia causato danni irreparabili fino ad ora, l’incagliamento della Guang Rong ha visto un incessante flusso di persone. La costante presenza dei curiosi, tra cui anche da famiglie con al seguito bambini piccoli, ora rischia di ostacolare anche le operazioni di recupero.
L’incidente richiama quello più tristemente noto occorso a Costa Concordia la nave della famosa compagnia Costa Crociere che, il 13 gennaio 2012 al largo dell’isola del Giglio, ha causato la morte di 32 persone e lasciato cicatrici indelebili nella memoria collettiva. Seppure il colosso sia stato rimosso dalla deriva in cui si era adagiato, ha visto nel corso degli anni centinaia di escursionisti recarsi sul sito per osservare la sagoma parzialmente affondata o per scoprire dettagli della vicenda attraverso i racconti dei locali.
Anche se la vicenda della Guang Rong è in fase di risoluzione, l’interesse suscitato dai disastri ambientali e dalle tragedie umane è un chiaro esempio di come il turismo stia cambiando nel tempo. I casi delle due imbarcazioni sollevano interrogativi etici importanti: fino a che punto può essere accettato che luoghi di sventura e di morte diventino una meta turistica? Forse è giunto il momento di riflettere sul quale tipo di viaggio dovrebbe essere promosso, per non trasformare la sofferenza in un prodotto da vendere.