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di Salvatore Luigi Baldari
Dal 2027 addio a recinti sovraffollati, sbarre e filo spinato per i polli, alimentazione forzata per anatre e oche. L’Europa dice basta.
È questa una delle indicazioni contenute nel Green Deal della Ue, per trasformare l’economia del Vecchio Continente verso sistemi più etici e sostenibili.
Due milioni di firme in Europa contro le gabbie
La mossa di Bruxelles è giunta in seguito ad una Ice, Iniziativa dei cittadini europei, una sorta di petizione popolare, che ha raccolto quasi due milioni di firme in 18 Stati membri differenti, strappando l’impegno della Commissione Europea ad elaborare una proposta legislativa entro i prossimi diciotto mesi. La raccolta firma era stata promossa nel 2018 da 170 organizzazioni ambientaliste di tutta Europa, attraverso la campagna “End the Cage Age” (Mettiamo fine all’era delle gabbie).
I numeri che emergono da un report sottoscritto da diversi enti per la protezione degli animali, raccontano di 300 milioni di esemplari di animali allevati in gabbia, fra cui almeno 45 soltanto in Italia. Si legge nel documento: ‹‹Una pratica crudele e inutile. È giunto il momento che la zootecnia si evolva, introducendo sistemi alternativi di allevamento››. L’esecutivo europeo proporrà un nuovo quadro legislativo dedicato all’allevamento di galline ovaiole, vitelli e scrofe, ad oggi fissati nella normativa sull’uso delle gabbie, oltre ad altre specie animali individuate nella petizione, ovvero quaglie, conigli, polli, anatre.
Il tutto contenuto nel pacchetto sulle pratiche sostenibili in agricoltura “Farm to walk” (Dal produttore al consumatore), contemplato nella misura più ampia della Pac, di cui abbiamo ampiamente parlato su questo giornale alcune settimane fa (link)
La bozza del testo dovrà necessariamente seguire l’iter legislativo canonico, fra Consiglio ovvero rappresentanti dei Governi e Parlamento europeo ovvero rappresentanti diretti dei cittadini della comunità.
Ed è proprio dagli eurodeputati che sono arrivati i segnali di maggiore sensibilità a questo impegno, cercando di garantire un periodo di transizione per il progressivo adeguamento al nuovo regime e che anche i prodotti di origine animale importati in Ue seguano le stesse norme in vigore.
Emilia-Romagna, si guarda già all’allevamento senza gabbie
In Italia, intanto, c’è già chi prova ad anticipare i tempi, ispirandosi all’iniziativa europea.
Si tratta del Consiglio Regionale dell’ Emilia-Romagna, che nel mese di maggio ha approvato una risoluzione che impegna la giunta, guidata dal Presidente Bonaccini, a sostenere il passaggio all’allevamento senza gabbie.
Degli sforzi necessari a tutelare il benessere degli animali, senza dimenticare le ripercussioni sulla salute dei consumatori, che sicuramente le aziende sapranno cogliere, per non restare indietro all’appuntamento con la storia.