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Ecco i numeri della seconda transizione tecnologica nelle case degli italiani
di Paolo Trapani
I primi televisori nelle case degli italiani arrivarono a metà degli anni ’50 del ’90 e trasmettevano solo ed esclusivamente in bianco e nero. Ci vollero almeno vent’anni prima del diffondersi delle tv a colori che, tra gli anni ’70 e ’80, segnarono il boom dei programmi tv commerciali, di evasione e di intrattenimento. Oggi, invece, appena 10 anni dopo la prima rivoluzione del digitale terrestre, ecco già iniziata la seconda era delle tv HD, ovvero ad alta definizione.
Iniziata la rottamazione
È iniziata, infatti, da qualche settimana in Italia la prima fase della nuova transizione tecnologica. Tantissimi utenti stanno già utilizzando il bonus governativo (100,00 euro sul nuovo apparecchio tv acquistato e comunque non oltre il 20% del valore del televisore), anche se il passaggio al nuovo e definitivo digitale terrestre durerà diversi mesi. Il definitivo switch off ci sarà a giugno 2022, quando le tv trasmetteranno solo con il nuovo segnale. Cambiare apparecchio per adesso non é strettamente necessario e si può ovviare anche con i decoder, ovvero appositi strumenti che applicati ai televisori più vecchi permettono di ricevere e vedere i nuovi canali. Naturalmente, col tempo, quasi tutti accantoneranno i decoder per scegliere una nuova tv.
Come verificare se la tv che si possiede va sostituita
Chi ha acquistato un televisore in tempi recenti (dopo il 2015) potrebbe non essere interessato dalla nuova rivoluzione digitale, ma deve effettuare una verifica tecnica. Ovvero, fare un test rapido sintonizzandosi sul canale 100 o sul canale 200 (rispettivamente il canale di test Rai e quello Mediaset). Se compare la scritta “Test HEVC Main10” significa che il televisore è abilitato e non occorre comprarne uno nuovo né dotarsi di un decoder. In caso opposto occorre o rottamare la tv e sostituirla o acquistare un decoder da applicare al televisore.
I numeri della nuova transizione
Secondo alcune statistiche aggiornate si calcola che potrebbero essere rottamati, in Italia, almeno 15 milioni di televisori, che verrebbero “cestinati” sebbene siano funzionanti e solo perché, come detto, non sono in grado di decodificare il nuovo segnale digitale. Un recente rapporto del Censis, istituito di ricerca socio-economica, riferisce che in Italia ci sono 42 milioni di televisori (il dato è del 2018), mentre un rapporto FUB – Auditel 2021 (documento a cui fa riferimento il Governo) rileva che, a inizio anno, almeno il 46% delle famiglie italiane non aveva tv compatibili con il nuovo digitale terrestre. Ecco perché secondo alcune stime il numero di tv che finiranno con l’essere buttate e sostituite, sebbene funzionino, potrebbe arrivare anche a 20 milioni. Le case degli italiani sono state già interessate pochi anni fa da una analoga rivoluzione. Tra il 2008 ed il 2009 avvenne il passaggio dal vecchio segnale analogico a quello digitale terrestre e anche in quella circostanza milioni furono i nuovi televisori acquistati o i decoder applicati ai vecchi apparecchi. Gli italiani non hanno fatto in tempo ad assorbire la prima transizione che già devono subirne una seconda. È un grande salto tecnologico in avanti, ma anche un grande spreco di risorse ed apparecchi che sebbene non troppo vecchi vengono sostituiti.