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19 Novembre 2021Elena Lucrezia Cornaro Piscopia: la prima donna laureata nella storia
di Elena Chirulli
Gli 800 anni dell’ateneo patavino
A Padova, città ricca di storia e bellezza, la Cappella degli Scrovegni, le sculture di Donatello, la magnificenza degli antichi palazzi del Trecento si armonizzano con la spiritualità che si respira nelle chiese, come quella della Basilica di Sant’Antonio, famosa meta di pellegrinaggio. L’imponenza di Prato della Valle e i millenari portici del centro, si coniugano nel cammino che porta a scoprire altri due gioielli padovani: il Pedrocchi e l’antica sede universitaria del Palazzo del Bo. Popolarmente chiamato “il Bo”, perché realizzato inglobando un antico albergo che aveva come insegna il bue, trovandosi accanto ad alcune macellerie. Un ateneo prestigioso che conferisce a Padova l’appellativo di “città della scienza”, un’università, di cui si celebrano gli ottocento anni, che ospitò personaggi illustri. La classifica Censis 2021/2022, posiziona ancora una volta l’Università di Padova ai vertici del ranking degli atenei in Italia. I festeggiamenti per l’Ottocentenario sono iniziati, nella città, i primi di ottobre, con l’incontro dei rettori di alcune delle più antiche università europee. Una lunga festa di cultura, sapere e libertà.
Chi era Elena Lucrezia Cornaro Piscopia?
Nel panorama italiano sono molte le donne che hanno fatto brillare il proprio talento, nonostante la strada non sia mai stata scevra di condizionamenti. La prima tra queste è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia che, il 25 giugno 1678, si laurea all’Università degli Studi di Padova in Filosofia, sfidando i pregiudizi dell’epoca, che relegavano le donne entro i confini domestici, sconsigliando loro di proseguire gli studi superiori. All’epoca aveva solo 32 anni, ma la sua scelta e il suo traguardo hanno segnato un profondo legame tra libertà, sapere e parità di genere. Prima alumna dell’Università degli Studi di Padova e prima donna laureata nel mondo, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia è tra i personaggi che hanno reso prestigioso il capoluogo patavino. Amante dello studio fin da piccola, dedicò la sua vita al sapere. Elena era considerata un vero prodigio. Voleva laurearsi in teologia ma Gregorio Barbarigo vescovo di Padova, il cui consenso quale cancelliere dell’università era necessario per ogni dottorato in teologia, diede parere contrario. Era infatti convinto che “dottorar una donna” fosse “uno sproposito” che avrebbe reso ridicola l’università davanti al mondo. Uno scambio epistolare tra il padre della Cornaro, che vedeva svanire tutte le speranze e l’irremovibile Barbarigo toccò punte aspre che vennero mediate da un comune amico di entrambi, il procuratore G. Giustinian. Fu suggerita così la possibilità di variare la scelta e far laureare la giovane Elena in Filosofia, proposta che il Barbarigo accettò di buon grado felice di liberarsi “da un gran tedio”. Il padre di Lucrezia dovette accontentarsi, ma negli anni, proseguì la sua battaglia per il conferimento della laurea in teologia alla figlia. Una vita, quella di Elena, scissa tra il pubblico e il privato, tra clamore e contemplazione e soprattutto di determinazione essenziale per concludere con impegno gli studi.
Il passo verso la modernità, una nuova apertura al mondo
La sua notorietà, come donna di grande intelletto, risuonava già nelle accademie e nelle università di tutta Europa, ancora prima della sua proclamazione. In una solenne cerimonia che si tenne nel Duomo di Padova, sede scelta per contenere il grande afflusso di pubblico, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nel 1678 divenne la prima donna laureata nel mondo. Le vennero consegnate le insegne alla pari dei suoi colleghi uomini: il libro che rappresentava la dottrina, l’anello simbolo delle nozze con la scienza, il manto con l’ermellino per indicare la dignità dottorale e la corona d’alloro, simbolo del trionfo. Nonostante la laurea in Filosofia, a Elena venne negata la possibilità di insegnare in quanto donna. Dopo una vita intrisa di fede e sapere le sue spoglie riposano ora a Padova nella chiesa di Santa Giustina. Una scultura a lei dedicata si trova nell’Università patavina, collocata alla base di uno scalone. Elena osserva sorridente i turisti e i laureandi che passano a salutarla, ricordandoci la sua storia, quella di una donna che ha trasceso il tempo e gli stereotipi con la sua cultura, intelligenza e studio. Trecentoquarantatrè anni dopo la laurea di Elena l’università patavina festeggia un nuovo esempio di emancipazione femminile. Quest’anno, alla vigilia dei suoi ottocento anni di storia, l’ateneo padovano elegge la sua prima rettrice donna: Daniela Mapelli, 55 anni nata a Lecco e docente di Neuropsicologia e riabilitazione neuropsicologica. Un risultato che segna un nuovo cambiamento di rotta, verso il progresso e una società più inclusiva.