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2 Dicembre 2021Il trattato del Quirinale, il bel patto tra Italia e Francia
di Salvatore Baldari
Il cielo di Roma solcato dalle pattuglie acrobatiche italiane e francesi che striano le nuvole con i colori dei due Paesi, quasi gli stessi, se non fosse per il verde e per il blu.
Sergio Mattarella che tiene nella mano destra Emmanuel Macron e in quella sinistra Mario Draghi, come a suggellarne la solennità.
Il sontuoso lampadario che pende sul tavolo delle firme, adornato con un drappo rosso, circondato da decine di negoziatori e funzionari intenti ad applaudire.
La stretta di mano al termine della Conferenza Stampa congiunta, condita da un abbraccio e da sorrisi distesi, fra Macron e Draghi, a testimoniare l’affiatamento fra i due leader. Sono queste, soltanto alcune delle tanti immagini, che accompagneranno negli anni il ricordo dell’accordo fra Italia e Francia, passato alla storia come il Trattato del Quirinale, siglato a Roma il 26 Novembre.
Un accordo bilaterale di cooperazione tra i due Paesi, con molti temi al centro, salutato come un ‹‹momento storico›› dal Presidente del Consiglio italiano, il quale ha anche aggiunto: ‹‹Condividiamo molto più dei confini: la nostra storia, la nostra arte, le nostre economie e società si intrecciano da tempo. Le istituzioni che abbiamo l’onore di rappresentare si poggiano sugli stessi valori repubblicani, sul rispetto dei diritti umani e civili, sull’europeismo››. Dello stesso tenore le parole del Capo di Stato francese, definendolo “simbolo di una profonda amicizia”.
Mettere all’angolo l’egoismo, il nazionalismo, il protezionismo e il populismo per rilanciare al loro posto la solidarietà, l’integrazione, la protezione e l’europeismo.
Potrebbe essere uno degli slogan per presentare i contenuti del Trattato ma, in questo articolo, cercheremo di entrare ancora più nel dettaglio e di spiegare in maniera chiara e schematica gli obiettivi siglati, ricorrendo talvolta ad alcuni estratti ricavati dal documento ufficiale.
Cosa prevede il Trattato del Quirinale, tra Italia e Francia
Impegni intergovernativi: Con cadenza annuale verrà programmato un vertice intergovernativo tra i due Paesi. Inoltre, ogni tre mesi un Ministro italiano parteciperà ad un Consiglio dei Ministri francese e viceversa.
Unione Europea: Italia e Francia “agiscono insieme per un’Europa più democratica, unita e sovrana” e si attiveranno per “difendere i valori del progetto europeo e dello Stato di diritto”, favorendo “una transizione dell’Unione europea verso un modello di sviluppo resiliente, inclusivo e sostenibile, nel quadro di un’economia aperta e dinamica”.
Nell’alveo di queste linee guida, i due Paesi si propongono di coordinarsi nei principali aspetti della politica economica europea, su tutti il superamento del patto di stabilità e forme di condivisione del debito, oltre a trovare convergenze in riforme dell’architettura della governance comunitaria, andando verso un ricorso più esteso della maggioranza qualificata e una maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale.
Politica Estera – Le sinergie tra le rispettive azioni a livello internazionale andranno sviluppate. Un banco di prova importante sarà la stabilità in Africa, in particolare la Libia. Proprio in questo teatro, sull’appoggio della Francia al generale Haftar, in contrapposizione agli altri Paesi Nato, risolvere alcune contraddizioni sarà necessario.
Terrorismo – L’accordo precisa “le Parti promuovono azioni di assistenza tecnica e di formazione per le forze dell’ordine e le altre amministrazioni competenti dei Paesi terzi minacciati dal terrorismo e interessati dall’espansione dei gruppi transnazionali della criminalità organizzata e dalle relative attività e flussi di criminali, nonché da altre forme di criminalità gravi ed emergenti a carattere transnazionale”.
Migranti – Un capitolo non accessorio questo, alla luce delle scene nello Stretto della Manica, ancora fresche nelle nostre menti, e ricordando i respingimenti francesi a Ventimiglia, di qualche tempo fa. Il trattato istituisce “un servizio civile italo-francese e un comitato di cooperazione transfrontaliero”, riconoscendo “la necessità di una politica di gestione dei flussi migratori condivisa dall’Unione Europea basata su principi di solidarietà e responsabilità”.
Commercio – I due Paesi si impegnano a “facilitare investimenti reciproci e producono, in un contesto di bilanciamento dei rispettivi interessi, progetti congiunti per lo sviluppo di start up, PMI o grandi imprese dei due Paesi”.
Ci si attiverà, inoltre, per intensificare i rapporti tra le amministrazioni fiscali contro frodi e corruzione.
Cultura – L’accordo non trascura segmenti come la ricerca, l’istruzione, la protezione del patrimonio artistico e culturale e aspetti di politica sociale come la lotta contro le disparità di genere. Ai lettori più maliziosi, senza dubbio, sarà venuta in mente la Gioconda, ma quella è un’altra storia.
Tecnologia e Digitale – Si va dalle nuove tecnologie all’intelligenza artificiale, con lo sviluppo della connettività, nell’ottica di una digitalizzazione avanzata e di uno sviluppo della cyber-sicurezza. Una collaborazione già intrapresa con il sostegno di consorzi aziendali, come nel caso della Stmicroelectronics, di cui recentemente ci siamo occupati.
Spazio – Lo Spazio rappresenta un architrave dell’autonomia strategica e dello sviluppo economico europeo. Roma e Parigi coordineranno le loro strategie nell’esplorazione e nell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico. La cooperazione bilaterale sarà estesa a livello industriale, scientifico e tecnologico.
Difesa – L’obiettivo di una Difesa Comune Europea è condiviso dalle rispettive agende di Governo, come già avevamo ricordato in un nostro recente articolo, in occasione del Discorso sullo Stato dell’Unione del 15 Settembre. Nel frattempo, i due Paesi intensificheranno il “già proficuo scambio di personale militare” e l’attuazione di progetti comuni.
Climate Change – Il raggiungimento della neutralità climatica è un obiettivo “quantomeno” dell’intero mondo Occidentale. Nel trattato Italia e Francia ribadiscono le direttrici da seguire: de-carbonizzazione, valorizzazione dell’impegno giovanile per la questione, trasporti puliti e sostenibili, protezione della biodiversità. Anche su questo punto, c’è una criticità da risolvere: la posizione favorevole di Macron alla tecnologia nucleare di ultima generazione, su cui in Italia non si è ancora aperto un dibattito.
‹‹Il senso più profondo di questo Trattato è che la nostra sovranità, intesa come la nostra capacità di indirizzare il futuro, può rafforzarsi solo attraverso una gestione condivisa delle sfide comuni. Quello che vogliamo è la ricerca di una sovranità europea. E quello che questo Trattato permette a noi di fare è dotare l’Unione europea di strumenti che la rendano più forte››.
In queste dichiarazioni di Mario Draghi, è racchiuso il riassunto ideale di tutti i punti, sin qui toccati.