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Il Mattarella bis certifica la fine del bipolarismo italiano?

Gli scenari in vista delle elezioni politiche 2023 

di Paolo Trapani 

Dopo la rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale, inizia adesso una delle più lunghe campagne elettorali della storia italiana. La scadenza naturale della legislatura è marzo 2023. I partiti, lo si è visto chiaramente, sono quasi tutti spaccati al proprio interno: le leadership sono quasi tutte in affanno e messe in discussione. Le coalizioni che abbiamo visto finora protagoniste del bipolarismo (centrosinistra e centrodestra) non esistono più e la lunga marcia verso le urne del prossimo anno vede i protagonisti avviati su un cammino pieno di incognite. 

 

Ma quale sarebbe lo scenario parlamentare se si votasse oggi? Uno strumento utile è la super media dei sondaggi messa a punto dal portale Youtrend. La forza elettorale dei partiti sembra abbastanza chiara, molto meno invece è il quadro politico e le alleanze che potranno formarsi da qui al 2023. 

Area giallorossa

Nel campo dell’ex centrosinistra, per adesso, i soggetti politici sono fondamentalmente tre: il Partito democratico, il Movimento 5 Stelle, la Sinistra. Il PD viene accreditato di un 20% circa di voti, i pentastellati di un 15%, i vari partiti e movimenti di Sinistra di un 5-6%. Ognuno dei soggetti però non è immune da fronde e possibili scissioni. Non è, quindi, scontato che queste forze politiche correranno insieme alle prossime elezioni, nonostante oggi siano alleate. 

Blocco sovranista

A destra i soggetti protagonisti sono due, la Lega e Fratelli d’Italia. Entrambi i partiti vengono accreditati di un 20% circa di voti e si contendono la leadership della eventuale coalizione elettorale. 

Campo centrista

Nel mezzo del quadro politico, come da tradizione, ci sono diversi altri soggetti più piccoli ma importanti, che sono: Azione dell’ex Ministro Calenda, Italia Viva dell’ex Premier Renzi, Forza Italia, Coraggio Italia del governatore Toti, Più Europa e altri movimenti minori. Al partito berlusconiano la media dei sondaggi assegna un 7-8% circa, mentre i due soggetti politici di Calenda e Renzi sono entrambi intorno al 3%. È molto probabile che nei prossimi mesi in questa area nascano nuovi soggetti politici, a partire da un partito che faccia direttamente riferimento alla figura del Premier Mario Draghi. 

La legge elettorale, il Rosatellum

Per capire come la forza di consenso di partiti e movimenti possa tramutarsi in seggi, ipotizzando una proiezione del nuovo Parlamento, occorre ricordare come funziona la legge elettorale, nota come “Rosatellum”.

Il 37% dei seggi viene assegnato attraverso i collegi uninominali ed il sistema maggioritario, il restante 63% con i listini bloccati, senza libera  preferenza, e con il metodo proporzionale. Dopo la riforma costituzionale, che ha i ridotto il numero dei parlamentari, la futura Camera sarà composta da 400 deputati (148 eletti nei collegi maggioritari e 244 con il sistema proporzionale), mentre il Senato sarà di 200 membri (74 eletti col sistema maggioritario, 126 con il proporzionale). 

Il futuro Parlamento, proiezione seggi

Dalla media dei sondaggi all’applicazione della legge elettorale, gli esperti ipotizzano alcuni possibili  numeri.

Seggi Camera dei deputati:

Partito democratico: 80 seggi

Movimento 5 Stelle: 60 seggi

Sinistra: 20 seggi

Forza Italia: 30 seggi

Azione: 12 seggi

Italia Viva: 12 seggi

Lega: 80 seggi

Fratelli d’Italia: 80 seggi

Il nodo delle alleanze ed il sistema elettorale

 Per avere una maggioranza capace di sostenere il governo occorreranno almeno 201 deputati e 101 senatori. Le alleanze quindi saranno fondamentali, ma come si potranno formare? Questa è la vera grande incognita.

Con la legge in vigore, almeno nei collegi uninominali maggioritari servono cartelli elettorali tra i partiti. Ma l’elezione del Presidente della Repubblica ha certificato plasticamente che le tradizionali coalizioni, centrosinistra e centrodestra, non ci sono più. 

L’attuale Parlamento potrebbe riformare parzialmente la legge elettorale, per esempio rendendola interamente proporzionale e con soglie di sbarramento (attualmente è del 3%) per accedere al riparto dei seggi. In questo caso ogni partito andrebbe da solo alle elezioni e, ottenuto un certo numero di seggi, dovrebbe cercare in Parlamento tutte le possibili alleanze per sostenere un governo. 

In alternativa, se la legge elettorale non cambia, è facile immaginare una corsa di più coalizioni, che sono tutte da costruire rispetto ai tre poli attuali: Cartello giallorosso (PD e 5 stelle), Blocco sovranista (Fdi e Lega), Campo centrista (Fi, Azione, Iv, altri di centro). 

Ognuna di queste aree politiche, c’è da scommettere, subirà più di un cambiamento da qui alle elezioni 2023.