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13 Febbraio 2022Ucraina, la paura fa addestrare anche i civili: con fucili di legno si esercitano donne e bambini
di Simone Cataldo
Dal rischio imminente di una guerra che coinvolgerà anche l’Europa all’addestramento dei civili ucraini, la Russia ha interrotto le vite delle persone in Ucraina.
Chi avrebbe immaginato che nel 2022 dopo quanto visto in Afghanistan saremmo stati costretti a vedere immagini raccapriccianti anche in Ucraina? Eppure in una nazione dal forte sentimento filo-occidentale e indipendentista (dal legame con il vecchio blocco sovietico), quello che sta accadendo nelle ultime ore ha dell’incredibile. Donne, uomini, ragazzi e ragazze ma anche bambini: tutti imbracciano un fucile (di legno) per prepararsi all’assalto russo e difendere la propria nazione dalla pressione del Cremlino. Le pretese di Putin hanno portato a tutto questo; lui non vuole assolutamente fare un passo indietro. “Se la Nato dovesse aiutare l’Ucraina per riconquistare la Crimea, l’Europa si ritroverà all’interno di una guerra non voluta” queste le ultime dichiarazioni dello “Zar” rilasciate nella giornata di martedì 8 febbraio, in occasione dell’incontro con il presidente francese Macron, conclusosi con Putin stesso che chiosa “nemmeno io voglio, proprio come la Francia, che si presenti uno scenario simile”.
Leggendo tra le righe è inevitabile dedurre che quanto dichiarato da Putin suoni, piaccia o meno, come una minaccia a tutti i maggiori esponenti dell’Alleanza. Eppure tutto questo accade nonostante il trattato del 1994 preveda che, se un Paese lo desidera (con i dovuti criteri), possa entrare a far parte della Nato senza che nessun’altra nazione, Russia compresa, possa impedirglielo. Ma tutto questo per il Cremlino è carta straccia perché, nel caso in cui l’Ucraina dovesse entrare nell’Alleanza, Putin potrebbe dire addio ai sogni di gloria che prevedono un suo controllo sulle nazioni dell’ex blocco sovietico nel tentativo di tenere distante l’Occidente dalla Russia, creando un “cuscinetto” che gli permetta di tenere a debita distanza una serie di territori mai veramente amati dallo “Zar”.
In tutto questo a pagare le conseguenze più grandi sono sicuramente i civili ucraini, che hanno lasciato tutto per “entrare” in guerra.
Lezioni di guerra e addestramenti quotidiani: com’è cambiata la vita degli ucraini
Dall’annessione della Crimea (2014) ad oggi il nuovo fronte di guerriglia è stata la zona del Donbass, dove da otto anni soldati ucraini e russi continuano a morire nonostante l’accordo Minsk II avesse dichiarato il cessate il fuoco. Inutile dire che la presa non è stata allentata e si contano ben 14 mila morti sulla linea di conflitto. Inoltre, l’Ucraina ha investito il 4% del suo Pil in spese militari nel 2021 (più degli Stati Uniti), altro fattore che porta inevitabilmente i cittadini a credere di essere in costante guerra con la Russia.
Se questo fino a oggi sembrava un conflitto circoscritto negli oltre 400 chilometri della linea di conflitto nel Donbass, nelle ultime settimane tutta la popolazione è stata richiamata dal presidente Zelens’kyj alla cosiddetta “Resistenza totale”. Pertanto il Governo si è attivato nelle scuole per tenere lezioni agli studenti su come fare attenzione a mine o bombe, su come comportarsi in caso di bombardamenti arerei o contattare le forze armate in caso di emergenza. La situazione è però degenerata tra i civili che, preoccupati che l’esercito ucraino non sia alla pari delle forze russe, si stanno preparando all’invasione. Alcuni volontari dell’associazione “Forze di difesa territoriale Ucraina” addestrano tutti i giorni donne e bambini all’utilizzo delle armi. Questo accade in alcuni boschi intorno a Kiev, con alcuni ex ufficiali militari che stanno insegnando come impugnare e maneggiare Kalashnikov attraverso riproduzioni in legno. Non solo, i cittadini vengono anche impegnati in percorsi a ostacoli, lezioni su tattiche di stampo militare e corsi di primo soccorso.
Un conflitto senza fine, e Zelens’kyj non strizza più l’occhio agli ucraini
L’elezione di Volodymyr Zelens’kyj sembrava poter portare dei reali cambiamenti in una nazione che ha cambiato completamente rotta grazie all’affermarsi delle nuove generazioni. Gran parte dei componenti di queste non avendo vissuto le epoche del vecchio blocco sovietico, hanno senza dubbio infuso un senso di nazionalismo mai conosciuto prima, anche nelle zone dell’Est dove il principio filo-russo sembra ancora padroneggiare le menti degli abitanti. Ed è per questo che secondo alcuni studi sociologici, oltre il 72% della popolazione pensa di essere Ucraina ed è orgoglioso della propria nazionalità. A rafforzare questo concetto ha influito anche il continuo “sentirsi” in pericolo per una guerra (viva), da sempre nascosta e fatta passare per passiva contro la Russia.
A distanza di due anni dalla salita al potere di Zelens’kyj con oltre il 70% dei voti a favore, i cittadini sembrano essere tutt’altro che contenti della sua gestione. Se all’inizio si pensava potesse aiutare la gente comune nel percorso di indipendenza dalle tradizioni storiche che hanno segnato da sempre il Paese, ad oggi viene etichettato come uno dei tanti. L’inchiesta dei pandora papers che ha coinvolto il presidente ucraino in prima persona ha influito non poco su questo fenomeno di disapprovazione popolare.
In questo momento alcuni sondaggi evidenziano come a malapena il 24% della popolazione voglia confermare Zelens’kyj per un secondo mandato e questa caduta libera non sarà certamente d’aiuto in una condizione sempre più al limite.