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15 Febbraio 2022Omicidio stradale, “dovrebbe essere obbligatorio il carcere per chi fugge, dopo aver seminato morte”
di Valter Giovannini
ex Procuratore della Repubblica Aggiunto di Bologna
“Dopo alcuni timidi segnali positivi, a seguito dell’entrata in vigore del reato di omicidio stradale, siamo tornati indietro di anni. Le cronache hanno ripreso a riferire di terribili incidenti stradali e di tante vite, spesso assai giovani, stroncate in un attimo.
Quasi sempre il sinistro stradale non è frutto di fatalità, ma di evidenti comportamenti criminali quali l’eccesso di velocità e, soprattutto, il mettersi alla guida ubriachi o sotto l’effetto di droghe.
In questi casi la vettura diviene una vera e propria arma nelle mani di soggetti privi del benché minimo rispetto per l’integrità fisica delle altre persone. Orbene, se per possedere e portare un’arma, è obbligatorio avere il nulla osta alla detenzione o il porto d’armi, che verranno subito revocati nel caso di uso maldestro dell’arma stessa, mi chiedo per quale motivo non si possa revocare a vita la patente a chi al volante ha cagionato per colpa gravissima la morte di altre persone. Costoro non dovrebbero avere più la facoltà di poter rimettersi alla guida. Inoltre, non comprendo il motivo per il quale, praticamente sempre, laddove le forze dell’ordine traggono in arresto in flagranza del reato gli autori di un omicidio stradale, inevitabilmente poi a costoro vengono concessi dal giudice gli arresti domiciliari. Il carcere, lo sappiamo, non risolve i problemi, ma in taluni casi è l’estremo rimedio che si dovrebbe applicare verso chi viola non solo la legge penale, ma le più elementari regole della convivenza civile.
Da ultimo, poi si dovrebbe stabilire per legge come obbligatorio il carcere nei confronti di chi, dopo aver seminato panico e morte sull’asfalto, è anche fuggito per sottrarsi alle proprie responsabilità. Insomma sono anni che si è fatto tutto il possibile sul piano della prevenzione, a quando una reale repressione che intimorisca chi ancora ritiene di poter agire senza alcun rispetto della legge?”.
Queste sono le considerazioni dell’ex Procuratore della Repubblica Aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, rilasciate a fronte degli ultimi tragici incidenti, balzati in questi giorni alle cronache nazionali, che hanno inevitabilmente rinfocolato il dibattito.
Tra questi l’incidente mortale con guida in stato di ebrezza e omissione di soccorso, verificatosi sulla A28 tra Villotta e Azzano Decimo, in Friuli-Venezia. Un imprenditore bulgaro 61enne, Dimitre Traykov, ubriaco alla guida del suo Suv, ha travolto un’utilitaria, uccidendo due donne di 20 e 25 anni e ferendo gravemente le due figliolette di una di loro, prima di tentare la fuga. Di pochi giorni la decisione del Gip di Pordenone che, accogliendo parzialmente le richieste della difesa, ha convalidato l’arresto dell’imprenditore disponendo la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. L’ordinanza del Gip ha anche fatto rilevare le tre condanne definitive iscritte nel casellario giudiziale dell’indagato: una di queste per guida in stato d’ebbrezza.