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di Silvia Cegalin
Per quanto l’Italia non abbia subito attacchi terroristici come quelli verificatisi in Francia o Germania, da parte di gruppi estremisti religiosi, ciò non vuol dire che il nostro territorio si presenti neutro o estraneo a questo fenomeno. Anzi tutta Italia, negli ultimi mesi, è stata teatro di perquisizioni da parte della Polizia di Stato e dei Carabinieri per fermare associazioni con finalità terroristiche.
Propaganda ISIS sul web: perquisizioni in tutta Italia
Perquisizioni, quelle avvenute a Maggio, risultato di un’inchiesta investigativa avviata un anno prima grazie ad una segnalazione del Federal Bureau Investigation statunitense, poi acquisita dall’Antiterrorismo della Polizia di Stato e dal ROS, che avvertiva della presenza nel dark web di un sito esplicitamente vicino all’organizzazione terroristica ISIS a cui potevano accedere gli internauti presenti in Italia.
Moltissime le città coinvolte nelle perquisizioni (Rimini, Roma, Milano, Torino, Ancona, Bergamo, Padova, Verona, Rovigo, Vercelli, Bologna, Cesena, Latina, Arezzo, Foggia, Reggio Calabria, Ragusa, Trapani e Caltanissetta) ordinate dalla Procura Distrettuale di Roma per associazione con finalità di terrorismo internazionale, e che hanno portato al sequestro di device e materiale informatico, di immagini e video inneggianti l’ISIS, di copie della rivista Al Naba, apparato ufficiale di Daesh, comunicati di Amaq – agenzia stampa affiliata all’organizzazione terroristica, e audio della radioemittente IS Al Bayanche e del multimedia Al Furqan, nonchè manuali di tecniche di combattimento e addestramento, e documenti storiografici sul Califfato.
Un sito a cui si sono connessi circa 2000 indirizzi IP geolocalizzati in Italia, inoltre dalle indagini è emerso che le visite sono avvenute in modalità ripetuta e il materiale è stato oltretutto scaricato.
Nonostante il sito fosse stato rimosso, e trasferito altrove per non essere intercettato, grazie a un approfondito lavoro di ricerca si è riusciti a ricostruire dettagliatamente i contenuti della pagina.
Il Cyber-terrorismo
La rete, in particolare il web sommerso (ma non solo) svolgono una funzione importante per la diffusione dei principi dei gruppi terroristici, lo scambio di materiale e il reclutamento di militanti, finanziatori o dei famigerati foreign fighters, scavalcando così i confini nazionali e poter colpire e radicalizzarsi altrove.
Questo utilizzo di internet a fini terroristici è indicato con il termine di cyber terrorismo, un terrorismo cibernetico che, sebbene si esplichi principalmente nella propaganda e nella diffusione delle ideologie fondanti l’organizzazione terroristica, non esclude nemmeno attacchi informatici a paesi oppositori con lo scopo di sottrarre informazioni, generare paura o, come abbiamo constatato con la cyber war, bloccare determinati servizi e infrastrutture del paese nemico.
Per tentare di arrestare la circolazione dei contenuti terroristici e la diffusione del fondamentalismo, l’Unione Europea nell’Aprile 2021 ha adottato un regolamento relativo al contrasto della divulgazione di contenuti terroristici online, applicabile dal 7 Giugno 2022, sorprende però che l’UE non abbia agito prima su questo fronte, lasciando, fino a questo momento, alle piattaforme l’onere di bloccare gli utenti e il materiale di stampo terrorista.
Non solo dark web: Al Qaeda e ISIS nei social network
Tra i gruppi terroristici che usano la rete in maniera più assidua e strutturale c’è sicuramente l’ISIS, Islamic State of Iraq and Syria, contrariamente a quello che si può pensare, la loro propaganda non si limita al dark web, anzi, tutt’altro, l’ISIS presenta un’elevata padronanza dell’utilizzo dei social network, tecniche ereditate da al Qaeda che da oltre un decennio sfruttano i social per diffondere i loro principi, trovare adepti e assoldare militanti.
Un uso dei social da parte dell’ISIS che viene confermato anche nel report del 2015, Defining and describing the population of ISIS supporters on Twitter di J.M. Berger e Jonathon Morgan, che rivela che tra Settembre e Dicembre 2014 circa 46.000 account Twitter sono stati utilizzati dai sostenitori dell’ISIS, mentre lo studio Social Media in Africa del 2018 fa leva su quanto l’uso di piattaforme social, in particolare Twitter e Telegram, da parte di questo gruppo terrorista, si sia talmente ampliato negli ultimi anni fino a raggiungere i territori africani, conseguenza dell’espansione di Internet e del maggiore utilizzo della telefonia mobile in Africa.
In generale, comunque, tutte le organizzazioni terroristiche, anche i talebani ad esempio, per propagandare le loro idee e cercare sostenitori hanno siti web e canali Telegram, inoltre per attirare più affiliati possibili divulgano la maggior parte della loro documentazione in inglese, facendo leva su contenuti video.