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23 Agosto 2022Elezioni 2022, la strana campagna elettorale sotto l’ombrellone
Non mancano curiosità e sorprese tra le liste dei partiti e i candidati in corsa
di Paolo Trapani
Quelle del 25 settembre 2022 sono elezioni politiche anomale. In Italia, dalla nascita della Repubblica (1946), mai si è votato in autunno e per un motivo molto semplice. Entro fine anno va approvato il bilancio dello Stato per l’anno successivo e non farlo significherebbe avere l’esercizio provvisorio, scenario tutt’altro che positivo visti i tempi terribili dei conti pubblici e della nostra economia. Dopo il voto sarà una corsa contro il tempo per insediare la nuova legislatura, formare il nuovo governo e approvare entro fine anno il bilancio. Finora in Italia si è votato per le politiche 3 volte a febbraio/marzo, 6 ad aprile, 4 a maggio, 5 a giugno. E peraltro queste saranno le prime elezioni con meno parlamentari. Con il taglio di deputati e senatori introdotto con la riforma costituzionale, i nuovi eletti saranno 400 a Montecitorio e 200 a Palazzo Madama.
Le strane coppie: Calenda e Renzi, Carfagna e Boschi
Tra le alleanze politiche più inaspettate c’è sicuramente quella della strana coppia Calenda/Renzi. Sfumate, rispettivamente, le alleanze con il Pd ed il centrosinistra, i due si sono ritrovati a dover creare all’improvviso un cartello elettorale con l’obiettivo dichiarato di fungere, nella prossima legislatura, da ago della bilancia tra le varie coalizioni.
Per arrivare a questo scopo, secondo analisti ed esperti, occorre che la strana coppia metta insieme almeno un 10% di voti. Non è facile, ma la corsa è solo all’inizio. A completare il quadro di questa strana alleanza c’è anche l’anomala coppia politica tutta al femminile che per la prima volta si misurerà unita con il giudizio degli elettori: Mara Carfagna e Maria Elena Boschi, che corrono stavolta nella stessa squadra e sono già comparse insieme nella conferenza stampa di presentazione delle candidature. Rappresentano sicuramente un binomio da tenere d’occhio durante questa bizzarra campagna elettorale estiva. E se le cose dovessero andare bene potrebbero essere due protagoniste assolute della politica italiana nei prossimi anni.
Luigi Di Maio orfano di partito e candidatura sicura
A finire nel tritacarne delle estenuanti trattative politiche per le candidature, in questi giorni, è stato soprattutto Luigi Di Maio. L’ex pupillo di Beppe Grillo, che a giugno scorso aveva lasciato il Movimento 5 stelle, non ha avuto il tempo tecnico per mettere su la nuova creatura politica (Insieme per il futuro). Lo scioglimento anticipato della legislatura lo ha colto in contropiede. Così Di Maio è corso a improvvisare una curiosa alleanza con Bruno Tabacci, sei legislature parlamentari alle spalle, ma la sua personale candidatura è stata fino all’ultimo in bilico. Prima si è parlato di una sua corsa in un collegio buono dell’Emilia Romagna (addirittura quello di Bibbiano) poi di una candidatura nel collegio uninominale della sua Pomigliano d’Arco, infine in quello di Chiaia, quartiere della Napoli bene.
I candidati under 35 e le polemiche
Il Pd è stato il primo grande partito nazionale ad annunciare tutte le sue candidature. Ha anticipato tutti sui tempi ma forse ha fatto un po’ troppo in fretta. Dalla data di annuncio dei candidati (16 agosto) alla scadenza fissata dalla legge elettorale per formalizzare le liste (22 agosto) è successo di tutto. E così anche i quattro candidati under 35 annunciati da Enrico Letta hanno alimentato dibattiti e polemiche. Rachele Scarpa, Caterina Cerroni, Raffaele La Regina e Marco Sarracino sono le nuove leve che il segretario dem aveva voluto come capilista in Veneto, Molise, Basilicata e Campania. Ma su uno di loro, La Regina, è scoppiato un piccolo putiferio che lo ha costretto al ritiro. In particolare il giovane esponente dem è finito al centro dello scontro per alcuni post pubblicati sui social contro lo Stato di Israele.
Pierferdinado Casini, parlamentare eterno
A destare non poco scalpore tra gli elettori e gli osservatori della politica c’è sicuramente la candidatura di Pierferdinando Casini, che siede in Parlamento, ininterrottamente, dal 1983. La sua prima elezione alla Camera dei deputati avvenne nelle fila della Dc di De Mita, Andreotti e Forlani. Se verrà rieletto per lui sarà l’undicesima legislatura consecutiva (otto quelle già fatte al Montecitorio, dal 1983 al 2013, due più recenti a Palazzo Madama, dal 2013 ad oggi). Casini corre a Bologna in un collegio uninominale maggioritario ritenuto ‘blindato’ dagli addetti ai lavori. A sostenerlo sono il Pd e i suoi alleati.
Magistrati e politica
Come da tradizione consolidata da trent’anni a questa parte, non mancano noti e autorevoli magistrati candidati nelle varie liste alle politiche 2022. Il Movimento 5 stelle targato Giuseppe Conte vanta ben 2 candidature di spessore: Federico Cafiero De Raho, già procuratore nazionale antimafia, e Roberto Scarpinato, per anni pm anticlan a Palermo. Il primo è capolista alla Camera in Emilia Romagna (collegio che comprende Forlì, Cesena, Ferrara, Ravenna, Rimini), il secondo al Senato in Sicilia.
Anche nel centrodestra spicca un ex magistrato candidato. Nelle fila di Fratelli d’Italia c’è Carlo Nordio, già pm a Venezia, che qualora la coalizione vincesse le elezioni potrebbe diventare il nuovo Ministro di Grazia e giustizia.
Tra i candidati della Lega di Matteo Salvini c’è poi Simonetta Matone, che già a gennaio scorso venne candidata e fu sconfitta nelle suppletive di Roma per sostituire Gualtieri del pd, che era divenuto a settembre 2021 sindaco della capitale.
L’ex giudice della procura per i minorenni ha ricoperto nel passato incarichi di vertice in più ministeri. Sfumata invece in Campania la candidatura di Catello Maresca, attuale consigliere comunale a Napoli e leader dell’opposizione al sindaco Manfredi. Durante le trattative tra i vari partiti del centrodestra si era ipotizzata una candidatura di Maresca in un collegio del casertano, ma alla fine la corsa al parlamento non si è concretizzata.
Il partito antisistema: Italexit
In corsa per le politiche 2022 c’è anche la novità dei partiti dichiaratamente antisistema: il più noto è Italexit, nato nel 2020 su iniziativa del senatore Gianluigi Paragone (eletto nel 2018 con il Movimento 5 stelle). Propone sostanzialmente un modello analogo al Brexit party britannico, con posizioni sovraniste ed euroscettiche. Obiettivo dichiarato: raccogliere almeno il 3% di voti su base nazionale, soglia tecnica necessaria ad accedere al riparto dei seggi. Paragone si è candidato sindaco di Milano alle comunali 2021 raccogliendo il 2,99% dei voti.
Il 26 agosto al via i comizi
Lo start ufficiale dei comizi elettorali è fissato dalla legge al 26 agosto: per 30 giorni non mancheranno sorprese, annunci, promesse, polemiche e colpi bassi. Gli Italiani finora distaccati dalle diatribe politiche, concentrati sulle proprie vacanze, dovranno scegliere chi votare, andando incontro ad un autunno che si annuncia caldissimo sul fronte economico generale e particolare. Sicuramente sarebbe apprezzato un confronto tv con tutti i leader dei principali schieramenti in corsa: Letta per il Pd, Conte per il M5s, Calenda/Renzi per il centro, Meloni & alleati per il centrodestra.
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