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Anche il New York Times e Alessandro Baricco attirati dagli NFT
Attualmente nessun settore sembra riuscire a fare a meno degli NFT (Non Fungible Token) beni non fungibili la cui unicità è attestata da un certificato digitale registrato su blockchain. Dall’universo videoludico, alla moda, allo sport fino a giungere al campo dell’arte e del cinema, investire in NFT è la tendenza del momento, soprattutto in un periodo dove il Metaverso ha acquisito importanza e un’attenzione istituzionale che raramente, in passato, è stata riservata ad altre sperimentazioni e prodotti digitali.
E, seppur con un’accelerazione diversa rispetto ad altri ambiti, anche l’editoria ha deciso di entrare nel mondo dei beni digitali crittografati.
Il New York Times e il TIME tra i primi a sperimentare con gli NFT
I primi, già all’inizio del 2021, ad introdurre gli NFT in campo editoriale sono stati il New York Times e il TIME.
Il progetto del New York Times è partito da un’intuizione del giornalista esperto in tecnologie, Kevin Roose, che si è chiesto: «Perché non tramutare la colonna di un articolo in nft e venderla all’asta al miglior offerente?» L’asta della pagina in png è partita da 0,5 ETH (800 dollari), le offerte sono poi salite vertiginosamente fino a raggiungere la cifra finale di ben 560.000 dollari.
Il ricavato è stato comunque devoluto a un fondo destinato alle persone in difficoltà di New York.
Molto simile la strategia attuata dal TIME che ha presentato in formato NFT tre delle sue copertine, vendute all’asta per un totale di 435.000 dollari. La testata a Settembre ha inoltre creato la community Web3 TIMEPieces, una sorta di mercato nft, che permette di collezionare opere di oltre 40 artisti internazionali.
Mentre nel 2022, sempre il TIME, ha pubblicato un numero completo e decentralizzato dal titolo The Prince of Crypto Has Concerns, con la copertina, non a caso, dedicata al fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin.
Quest’anno si è aggiunto pure Forbes con il lancio di Forbes Virtual NFT Billionaires (si veda figura in copertina) ritratti in stile “cartoon” di cento personaggi milionari. Un investimento non certo in perdita dato che il costo è di 0,25 ETH l’uno (765 dollari), e questo vuol dire che il giornale è riuscito a far entrare nelle proprie casse circa 77mila dollari; guadagni che non si arrestano visto che, ad ogni rivendita, Forbes ha una royalty del 10%.
Se il comparto dell’editoria e dei giornali in formato cartaceo si presenta spesso in perdita a causa dell’informazione digitale, questi esempi illustrano un modo alternativo di sussistenza per queste realtà, un modo, tuttavia, che con l’informazione e la comunicazione delle notizie centra poco.
NFT nell’editoria italiana
Anche in Italia l’editoria si sta avvicinando al mondo degli nft, #NFPPP della casa editrice Neri Pozza e Novecento. The Source Code di Alessandro Baricco sono due progetti che si muovono in questa direzione. Il primo, #NFPPP, nasce con l’intento di celebrare i cent’anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, un ricordo che la casa editrice Neri Pozza ha celebrato proponendo tre copertine in formato NFT realizzate dall’artista Nicola Verlato del libro Caro Pier Paolo di Dacia Maraini.
Lo scrittore Alessandro Baricco, invece, tra i primi autori italiani a mettersi alla prova con gli NFT, per Novecento. The Source Code è partito dalla sua opera del 1994 Novecento, ripresentandola in formato vocale e, come spiega l’autore, per cercare in essa il codice sorgente, il sound originale. L’opera è acquistabile sulla piattaforma OpenSea, e l’esperimento ha visto il coinvolgimento di professionisti del settore digitale.
Crypto art e libri didattici tra i prossimi progetti
Tra i progetti in divenire nel futuro prossimo compare CRYPTO ART– Begins edito da Rizzoli (Rizzoli illustrati Italia e Rizzoli New York), di fatto il primo libro a essere pubblicato sia in formato cartaceo che in versione crittografata, cui scopo è quello presentare 50 opere di crypto artisti legati alla tecnologia NFT; un’idea che ha origine dal progetto fondato da Andrea Concas, The NFT Magazine, primo mensile sia da leggere che da collezionare su Ethereum.
Nella lista delle case editrici stuzzicate all’idea di abbracciare l’universo NFT c’è anche la britannica Pearson, specializzata in pubblicazioni atte alla didattica, che, come riportato in un articolo del The Guardian, pensa di inserirsi in questo mercato per ricavare utili dalla rivendita dei testi usati, consentendo così all’editore di tenere traccia della proprietà rivenduta, cosa che non succede con i libri cartacei.
Iniziative all’avanguardia, queste, ma rimane un dubbio: non è che da tali progetti resta escluso chi non ha, non può, e non vuole commercializzare tramite criptovalute?