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I dati per un volo da vip e le conseguenze climatiche: la crescita delle emissioni dei jet di lusso è del 31% tra il 2005 e il 2019.
Di fronte all’emergenza climatica, sono tante le iniziative da parte dei movimenti ambientalisti con manifestazioni, proposte e progetti concreti. Di questi, fanno parte anche molti vip il cui seguito di milioni di follower potrebbe essere un ottimo inizio per favorire una responsabilizzazione sul tema. In realtà, a volte, sono proprio i personaggi celebri che inquinano molto più di quanto non ci si aspetti. Mentre “spegniamo le luci dopo una certa ora” per limitare il cambiamento climatico, dall’altro lato la partenza dei jet privati dei vip aumenta le emissioni di CO2 ai limiti dell’assurdo.
Crescono i voli dei jet privati
Se prendiamo in analisi i dati rilasciati da Transportand Environment, l’Ong che lotta per i trasporti sostenibili, noteremo come una sola ora di viaggio di un singolo jet privato può emettere due tonnellate di CO2, ovvero un quarto delle emissioni di anidride carbonica prodotte da un semplice cittadino UE in un anno. Calcolando che la crescita delle emissioni dei voli di lusso è aumentata del 31% tra il 2005 e il 2019, c’è evidentemente un’emergenza nell’emergenza. Nel totale, infatti, i jet privati utilizzati nel mondo sono molto più inquinanti per passeggero rispetto agli aerei commerciali, 14 volte in più, contribuendo ad un riscaldamento globale di circa 785 milioni di emissioni di CO2.
La riprova di questi numeri snocciolati trova validità nelle parole della Ong ambientalista Greenpeace che sul suo sito ufficiale scrive: “i jet privati sono uno status symbol che rappresenta tutto ciò che non va nel nostro sistema di trasporti: sono il mezzo più inquinante e iniquo del pianeta, causano mediamente emissioni di gas serra 10 volte superiori a quelle di un volo per passeggero per chilometro, e addirittura 50 volte superiori a un viaggio in treno in Europa“.
I jet anche per tratte brevi
Inoltre, secondo la società di ricerca e consulenza nel settore dell’aviazione commerciale WINGX Advance, nel 2021 solo in Italia si contano circa 55 mila partenze di jet privati. Chiara Ferragni, Fedez, Diego Della Valle, Gianluca Vacchi, Elettra Lamborghini sono soltanto alcuni dei nomi delle celebrità che utilizzano i voli privati per i loro viaggi, ma il mondo delle star si estende anche oltreoceano con Beyoncè, Mark Zuckerberg e Kylie Jenner, l’influencer e modella 24enne che per soli 17 minuti di volo lo scorso 12 luglio ha utilizzato il jet privato da Van Nuys a Los Angeles alla città di Camarillo, tratto che in auto le avrebbe richiesto 21 minuti in più. Sia sulla pagina Instagram Jet da ricchi che sul bot twitter Celebrity Jets, vengono postati i personaggi che utilizzano voli privati e quali sono le tratte dei loro viaggi, spesso e volentieri brevi e non per lavoro, ma per piacere personale.
L’1% più ricco del mondo produce più del doppio delle emissioni rispetto al 50% più povero
E’ così che gli attivisti sono scesi in campo in molti Paesi europei per protestare contro gli sprechi e la continua emergenza climatica. Per rimanere sul territorio nostrano, circa una settimana fa sono cominciate le proteste all’aeroporto di Milano Linate dove gli attivisti di Scientist Rebellion, Extinction Rebellion in collaborazione con Ultima Generazione si sono incatenati per impedire l’ingresso delle auto e nel terminal azionando l’allarme antincendio. Come dichiarato all’Ansa da Sara di Extinction Rebellion “solo il 35% dei voli privati si effettua per ragioni di lavoro, il resto è per svago. Più in generale, l’1% più ricco del mondo produce più del doppio delle emissioni rispetto al 50% più povero. Imporre ai più ricchi di frenare i propri consumi più inquinanti non è solo un’istanza morale, ma è anche necessario per avviare una rapida decarbonizzazione”.
Quattro ore in un jet privato emettono stessa quantità di gas serra che un cittadino in un anno
A conferma di questa analisi anche Gianluca Grimalda di Scientist Rebellion ha affermato ai microfoni dell’Ansa che “i milionari attraversano il mondo con i loro jet privati mentre la catastrofe climatica è già in atto e mentre l’italiano medio sta soffrendo un aumento vertiginoso del costo della vita. Quattro ore di volo in un jet privato emettono la stessa quantità di gas serra emessa dal cittadino medio nel mondo in un anno intero”. La richiesta, dunque, è quella di mettere al “bando” i jet privati e introdurre “un sistema di tassazione globale che gravi sulle élite economiche per finanziare la transizione ecologica dei Paesi più colpiti dall’emergenza climatica”.
Le proteste degli attivisti
La manifestazione ha coinvolto anche gli aeroporti di altri 11 Paesi europei e non, tra cui quelli di Amsterdam, Ibiza, Berlino, Londra, Stoccolma, Los Angeles e Seattle dove il messaggio è stato lo stesso: vietare i voli privati a corto raggio. Non a caso le proteste degli attivisti si sono tenute nei giorni in cui a Sharm el Sheik, in Egitto, va in scena la COP 27, ovvero la 27esima conferenza annuale dell’Onu sul cambiamento climatico. Proprio in occasione di un incontro così importante che abbraccia tutti i Paesi del globo l’argomento dei jet privati dovrebbe essere affrontato in maniera non più solo teorica ma pratica, così come stanno provando a fare gli attivisti dell’ambiente con le loro proteste.
La tassazione sul carburante
Anche le varie Assemblee Cittadini nazionali, infatti, hanno appoggiato in pieno l’idea della tassazione per chi prende i voli più frequentemente aiutando così non soltanto a limitare i danni ambientali ma anche a sovvenzionare i Paesi meno sviluppati più vulnerabili al surriscaldamento globale. La tassa sul cherosene, ovvero sul carburante, utilizzato dagli aerei privati potrebbe essere un’ottima occasione anche per sostenere la transizione ecologica incentivando i carburanti sostenibili.
Un’altra soluzione proposta è quella di eliminare l’accesso Vip per celebrità e mondo dello spettacolo, riservandolo soltanto alle visite di Stati e diplomatici. In questo modo, limitando il trattamento preferenziale, la riduzione dell’inquinamento sarebbe notevole e si potrebbero sfruttare altri mezzi di trasporto per tragitti brevi senza spingere ad un ulteriore aumento dell’emergenza ambientale.
La Loi climate potrebbe essere estesa ai jet privati
In Francia, ad esempio, nel 2019 è stata proposta la legge sull’ecotassa, ma all’effettivo lo scorso anno è entrata in vigore la legge “Loi Climate” che vede il divieto dei voli di linea su cinque tratte territoriali, il cui viaggio può benissimo essere effettuato in treno con una durata di massimo due ore e mezzo. Da quando è in carica, infatti, il presidente francese Emmanuel Macron cerca di combattere e ovviare al problema del cambiamento climatico, ed è per questo che presto la legge potrebbe essere estesa anche ai jet privati. Non sono molti i Paesi che nel concreto si stanno dando da fare per cercare di limitare i danni, ma i primi passi sono stati mossi. Chissà se a breve sarà anche il turno dell’Italia o dovremmo aspettare altre tonnellate di anidride carbonica mentre in piazza si si organizzano i Fridays For Future.