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Incentivare la cultura portando l’arte a prezzi low cost: è costruttivo o sminuisce un servizio d’élite?
Oscar Wilde diceva “L’arte è la più intensa manifestazione d’individualismo che il mondo conosca“, e in un’era in cui l’omologazione e la perdita d’identità sembrano voler prevalere è facile immaginare il perché l’arte stia soffrendo molto. C’è chi si domanda se pagare un biglietto sia un omaggio al lavoro dell’artista o un affare da parte degli enti, il dubbio rimane. Proprio in questi giorni lo scenario politico italiano sta dibattendo anche su questo punto, a discuterne sono Gennaro Sangiuliano e Vittorio Sgarbi, rispettivamente il ministro della Cultura e il sottosegretario del medesimo dicastero. Il critico d’arte infatti ha dichiarato che secondo lui “i musei devono essere per i cittadini come le biblioteche, la questione non deve essere un fatto costoso, ma un fatto democratico“. Il Ministro invece ribatte dichiarando che in Italia siamo già molto generosi da questo punto di vista in quanto il biglietto si paga, ma poco e i giovani hanno comunque agevolazioni. C’è da dire però che le riduzioni cambiano da museo a museo e che talvolta il biglietto ridotto differisce solo di pochi euro dal biglietto intero, almeno per quel che riguarda le mostre e alcuni tra i palazzi più importanti.
La normativa in materia di musei
Il discorso cambia per i musei statali in quel caso infatti per i giovani fino a 25 anni compresi, vi è una riduzione del 50% sul biglietto d’ingresso, si tratta di una misura introdotta ventidue anni fa, col decreto ministeriale 507 dell’11 dicembre 1997. Inoltre, dal 28 Febbraio del 2019 il prezzo scende ulteriormente e per i cittadini dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 ed i 25 anni l’ingresso costa ormai solo 2,00 euro, un esempio è quello degli Uffizi, uno dei fiori all’occhiello del patrimonio Italiano. Nella Capitale invece la prima domenica del mese i Musei Civici sono gratuiti per tutte le fasce d’età, previa prenotazione.
Musei europei e americani, tra gratuità e prezzi aumentati
Troviamo biglietti ridotti anche in altre parti d’Europa come, ad esempio, a Parigi dove i musei sono gratis per tutti gli under 26 proprio per incentivare la cultura tra i giovani. Queste però sembrano rimanere eccezioni anche perché l’inflazione sui beni culturali è un tema sempre più attuale. Chiaramente non è semplice amministrare un museo, le spese sono elevate e in buona parte destinate al settore della conservazione, si pensi al caso del Metropolitan Museum of art di New York che fino al 2018 si basava sulla politica “pay-what- you-wish” mentre ora si pagano 30 dollari per entrare. I rincari riguardano anche l’Italia a Venezia, infatti, dal 1 settembre il biglietto di accesso a Palazzo Ducale costa 30 €, a battere Venezia però ci sarebbe Barcellona con il suo biglietto da 35€ per la Casa Batlò di Gaudì. A seguire l’insospettabile Churchill’s War Rooms da 31,24€ a Westminster, una cittadina nel West End di Londra. Per quel che riguarda Londra però il British Museum uno dei più in voga, resterebbe invece fedele alle sue origini, semplicemente gratis.
Istat, il 70% dei giovani non ha visitato nemmeno un museo nel corso dell’anno
Secondo i dati Istat, aldilà del prezzo, almeno in Italia sembrerebbe che i giovani non vadano al museo, non tanto per il costo del biglietto, ma per il disinteresse: la percentuale di giovani che non hanno mai visitato un museo durante l’anno ammonta circa intorno al 70%. Dunque l’importante sarebbe ripristinare l’amore per la cultura e per il bello con qualunque mezzo, bisognerebbe lavorare sulla comunicazione piuttosto che sui prezzi, un lavoro complesso che dovrebbe discostarsi dal mero trasferimento di informazioni tra chi sa e chi apprende, una dottrina che porti alla costruzione di modelli formativi basati su pratiche condivise per innescare uno scambio.
Il disinteresse e la noia può verificarsi anche tra gli over 26, paradossalmente è più semplice avvicinare un giovane all’arte piuttosto che un adulto che non è mai entrato in un museo. E’ attraverso il linguaggio, la narrazione, la letteratura e oggi, perché no, anche la tecnologia, che si potrebbe far appassionare un giovane all’arte, dopo tutto l’arte è cultura, bellezza e spiritualità.
I nuovi problemi tra pandemia e vandalismi
Un’altra verità purtroppo è che i Musei in generale sono in piena crisi sopratutto dopo la pandemia, senza pensare poi che ultimamente, “il museo arriva a casa tua” e l’esperienza diretta viene indebolita e lascia spazio alle simulazioni in rete. Quello che bisognerebbe domandarsi è come mai alcuni giovani non abbiano più il piacere di andare al museo.
Poi, c’è chi ultimamente ci va addirittura per imbrattare le opere in nome di un fasullo atto rivoluzionario che ha forse più lo scopo di farsi notare che quello di farsi ricordare per aver cambiato effettivamente qualcosa. Sarà per questo infatti che a volte la contestazione viene accantonata subito dopo l’atto e, una volta essere usciti dal palazzo, la serata si conclude con pizza, birra e corsa al like social che resta per alcuni l’unica “esperienza” appagante, sicuramente più di un bel film o di un bel quadro.