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L’assistente del giudice sarà un prototipo di intelligenza artificiale. A Salerno si sperimenta il nuovo “operatore del diritto” personalizzato, anche per fronteggiare la carenza di organico.
Al crescente utilizzo delle nuove tecnologie si aggiunge il progetto “ISA”, un ambiente di intelligenza artificiale. Esso dispone di un ‘assistente personalizzato’ per rispondere alla carenza di organico nel settore giudiziario. Il lancio del prototipo è alla fase iniziale, ma la sperimentazione è già in atto. Il nuovo progetto è finanziato dal ministero della Giustizia, “Start-Upp-Modelli, Sistemi e Competenze per l’ implementazione dell’ufficio per il processo”, con la collaborazione dell’Università di Salerno, degli uffici giudiziari e degli Ordini forensi del distretto di Corte d’Appello di Salerno. A questa rete si aggiungono le Università della Puglia e della Calabria con i rispettivi distretti giudiziari e gli Ordini degli avvocati.
Qual è la figura del nuovo ‘operatore’ del diritto e quali sono le sue mansioni
ISA, l’assistente digitale non sostituirà il lavoro dell’ organico umano, ma risponderà a una serie di quesiti con linguaggio naturale e coerente con la normativa europea. Il progetto, denominato “StartUPP”, è nato grazie alla sinergia di diverse professionalità universitarie e dopo un lungo periodo di osservazione negli uffici giudiziari. Possiede competenze in ambito informatico, giuridico, statistico e di organizzazione aziendale. Collaborerà come membro in un team di lavoro e con risposte personalizzate, farà da supporto alle varie categorie professionali. Un prezioso contributo per monitorare lo stato dei processi, conoscere il numero di cause pendenti ultra decennali o ultra triennali, promuovere l’utilizzo dei sistemi informatici esistenti e definire sia approcci organizzativi che gestionali. Non solo un ‘assistente’ virtuale, ma un’interfaccia intelligente tra sistemi software complessi ed esseri umani, in particolare magistrati, giovani funzionari addetti agli uffici per il processo e presidenti di sezione.
La finalità del progetto e l’accesso all’assistente tecnologico
ISA si presenta come un ecosistema collaborativo, a cui è possibile accedere attraverso una fase di registrazione (log-in), operare su un canale generale (Agorà), generare messaggi diretti con l’assistente o con altri partecipanti ISA compresa. In ogni canale diretto o di gruppo è possibile condividere documenti, in forma collaborativa e che diventano patrimonio comune del team di lavoro e dell’organizzazione nel suo complesso. Inoltre, interroga le varie banche dati degli Uffici e genera le informazioni immediate richieste attraverso Query. I report presentano i dati elaborati in maniera semplificata, rappresentandoli in forma grafica, segmentando i diversi sottogruppi o sottoinsiemi, in risposta alle diverse richieste: la durata dei processi, le pendenze dell’Ufficio ed altro. Il modello è stato anticipato, nei giorni scorsi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dalla Prof.ssa Paola Adinolfi, Responsabile Scientifico del progetto e Direttore del Master DAOSan presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems (DISA-MIS) dell’Università degli Studi di Salerno: “La proposta è sviluppata nell’ambito del progetto StartUPP – ha sottolineato il Coordinatore Scientifico, Prof.ssa Paola Adinolfi – L’obiettivo è aggredire l’arretrato, ridurre la durata del processo e realizzare un miglioramento nel funzionamento degli uffici giudiziari, in un rapporto virtuoso tra ateneo e Corte di Appello di Salerno. Abbiamo intrapreso un’analisi preliminare per individuare le criticità, che in realtà sono caratteristiche tipiche delle burocrazie professionali, con un’ampia percentuale di professionisti con un elevato grado di un’autonomia decentrata non comprimibile. L’esigenza fondamentale delle burocrazie professionali è supportare il personale esperto, nel caso specifico il magistrato, che sconta una solitudine organizzativa. L’innovazione deve essere orientata a liberare le energie del professionista, del giudice, attraverso lo staff di supporto. Altra criticità è il sottodimensionamento degli organici. Sopperiamo a queste carenze con le tecnologie informatiche. L’assistente virtuale fornisce supporto al magistrato e alle direzioni degli uffici, attraverso un utilizzo al 100% dei sistemi informativi già esistenti e delle potenzialità inespresse. Attraverso il progetto Start-UPP creiamo una cultura organizzativa, un knowledge management. Le competenze non devono essere personalizzate, ma appartenere all’organizzazione. Il giudice inizierà a lavorare in team, coordinando il lavoro degli UPP, assegnando compiti, definendo i tempi e le fasi del processo organizzativo!”.
I prossimi passi per migliorare il ‘lavoro’ dell’assistente digitale
“Il modello elaborato dall’ateneo e da noi elaborato- ha sottolineato Vittorio Scarano, docente del Dipartimento di Informatica all’Università di Salerno- svolge il ruolo di facilitatore per assistere e supportare l’operatore, raccogliere feedback e stimolare suggerimenti. Tre le esigenze fondamentali della fase embrionale, suscettibile di future innovazioni: poter monitorare lo stato dei processi, conoscere il numero di cause pendenti ultra decennali o ultra triennali e promuovere l’utilizzo dei sistemi informatici esistenti. C’è un bot che risponde alle domande dell’utente, utilizzando i dati che ha acquisito precedentemente. Una proposta rivoluzionaria partita dalle richieste pervenute dalla Corte di Appello di Salerno ed una risposta alla ‘call to action’ del Ministero della Giustizia. Miglioreremo il prototipo, il lavoro multidisciplinare e collaborativo, la costruzione condivisa delle funzionalità, la raccolta di feedback e di suggerimenti dalla fase di sperimentazione, learning e training e la comunicazione, per rendere le competenze patrimonio dell’organizzazione e non del singolo. L’assistente virtuale ci permette di avere risposte, di fotografare il carico dei processi, la quantità e la qualità. Oggi il magistrato deve avere il controllo e la gestione del proprio ruolo. È molto importante sapere per ogni giudice, civile in particolare, quante cause sono a ruolo e la tipologia. Abbiamo così un rapporto immediato tra l’essere umano e il software. Affinché l’assistente virtuale possa entrare negli uffici giudiziari, occorrerà l’ approvazione e la valutazione della Dgsia, la direzione generale dei sistemi informatici del ministero della Giustizia. Nel frattempo, il progetto proseguirà con convenzioni tra Ateneo e Corte di Appello di Salerno!”.
L’ obiettivo del progetto non è quello di sostituire gli assistenti giudiziari e i magistrati, ma lo scenario di affidare l’amministrazione della giustizia ad un robot artificiale rasenta il fantascientifico.