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28 Febbraio 202314 aprile 1988: la strage dimenticata di Napoli
Dopo la nostra recente inchiesta ci scrive una testimone americana. Ecco i dettagli di quella giornata.
Tra poche settimane a Napoli (precisamente il 14 aprile) ricorre il 35esimo anniversario di una strage pressoché dimenticata.
Nella primavera del 1988 venne colpito un circolo ricreativo americano, ubicato in via Calata San Marco: a organizzare l’attentato furono alcuni membri dell’ARG, l’Armata Rossa Giapponese, fazione legata negli anni ’70 e ’80 al terrorismo del FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina). L’organizzazione nipponica, di estrema sinistra, colpì a Napoli piazzando un ordigno in un auto: a causa dell’esplosione morirono quattro cittadini napoletani ed un marinaio americano di nome Angela Santos. I feriti furono quindici.
Di quella strage siamo tra i pochi a scrivere ancora oggi (https://www.laredazione.net/dopo-messina-denaro-ce-okudaira-tra-i-piu-ricercati/): uno degli autori infatti non è stato mai catturato: il suo nome è Junzo Okudaira. Il terrorista, condannato in contumacia nel 1993 (https://www.latimes.com/archives/la-xpm-1993-04-10-mn-21346-story.html) fece perdere le sue tracce subito dopo la strage nel capoluogo partenopeo.
La testimonianza di una testimone
Nelle scorse ore ha contattato la nostra redazione una testimone di quegli eventi: Donna L. Cole, oggi giornalista pluripremiata per diverse sue inchieste, all’epoca dei fatti era arruolata nella marina americana e quella sera avrebbe dovuto essere al fianco proprio di Angela Santos, marinaio Usa di stanza a Napoli (https://www.annapoliscreative.com/30-years-later-the-terrorist-that-time-forgot/).
Il 14 aprile 1988 gli americani avevano organizzato una festa nel circolo U.S.O. in via ‘Calata San Marco a Napoli perché nel porto erano ancorati i cacciatorpedinieri ‘Uss Paul’ e ‘Uss Capodanno’. Nel circolo U.S.O. alle ore 19:49, quando ci fu l’esplosione dell’autobomba, erano presenti circa 70 soldati americani, per lo più in servizio sulle due navi Usa. Gli attentatori dell’ARG non avevano scelto casualmente né i propri bersagli, né la data né il luogo del loro attacco.
Due anni prima gli Usa avevano colpito la Libia
Esattamente due anni prima, il 14 aprile 1986, gli Stati Uniti avevano colpito la Libia ed uno degli obiettivi era stata la fortezza del leader Gheddafi (“Operazione El Dorado Canyon”, il nome in codice del bombardamento): l’attacco Usa era stata una reazione all’attentato alla discoteca ‘La Belle’ di Berlino Ovest, avvenuto dieci giorni prima e che secondo gli Usa era avvenuto con lo zampino dei servizi segreti di Gheddafi. Nel bombardamento sulle città di Tripoli e Bengasi vi furono 60 morti tra i libici e ci fu l’abbattimento di un aereo statunitense. Ad operare in mare al largo della Libia erano state anche le navi ‘Paul’ e ‘Capodanno’.
L’arresto di Kikumura nel New Jersey
La giornalista di inchiesta Donna L. Cole ci ha contattato per raccontarci alcuni particolari emersi negli anni e collegabili alla strage di Napoli. In particolare, riferisce la cronista, appena 48 ore prima dell’attentato di via Calata San Marco, negli Stati Uniti, su una autostrada del New Jersey, era stato arrestato il giapponese Yu Kikumura perché trasportava tre potenti pipe bomb fatte in casa
Kikumura è stato condannato a 30 anni di carcere nel 1989 negli Usa, perché giudicato “terrorista internazionale”: secondo i Pm federali aveva pianificato di bombardare un ufficio di reclutamento della Marina Usa a New York City il 14 aprile, lo stesso giorno in cui il club U.S.O. a Napoli fu attaccato.
Anche Kikumura, come Junzo Okudaira, militava nell’Armata rossa giapponese.
Ecco perché probabilmente la data, il luogo e i bersagli della strage di Napoli del 1988 non vennero scelti a caso, ma in virtù di un piano ben preciso, predisposto nei minimi dettagli dagli estremisti nipponici alleati del terrorismo filo-arabo e filo-palestinese.
Guarda il servizio della tv americana sulla strage di Calata San Marco a Napoli https://youtu.be/K1a-BLiqeLE