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Lo si potrebbe ribattezzare così, il collettore di Aci Trezza, l’opera incompiuta più anziana della storia delle opere pubbliche. La Sicilia paga 110 mila euro al giorno di sanzione per il ritardo.
Un appalto da 20 milioni di euro e un’opera che rimane incompiuta. E’ questo il paradosso della città di Aci Trezza, in provincia di Catania, che ormai da anni è alle prese con la realizzazione di un collettore fognario, volto a far defluire le acque reflue di Aci Castello e di altri Comuni limitrofi nel depuratore impiantato nella zona industriale di Catania.
Opera incompiuta per la lunga burocrazia
Il collettore si estende per oltre 20 chilometri e richiede un intervento di oltre venti milioni di euro rimasti bloccati a causa della burocrazia. Appalti, promesse, carte da firmare, autorizzazioni e soprattutto infrazioni salatissime, è ciò che caratterizza l’opera ancora incompiuta definita l’appalto più lungo della storia della Sicilia. A nulla sono serviti i campanelli d’allarme lanciati dal sindaco di Aci Trezza Carmelo Scandurra, da anni ormai sul piede di guerra al fine di chiedere interventi concreti al Governo e ad altri enti territoriali.
“Due comunicazioni le ho inviate alla Procura della Repubblica, altre due alla Prefettura. E poi c’è la gestione del flusso dei permessi, col risultato che, per far avanzare l’appalto e spostare un filo elettrico può volerci anche un anno”, ha spiegato il primo cittadino di Aci Trezza.
I fili elettrici bloccano i lavori, si chiedono interventi
L’appalto, infatti, è contraddistinto anche da stazioni di sollevamento che consentirebbero il cambio quota ai reflui fognari anche con l’aiuto di speciali pompe. Nel momento in cui le ruspe incontrano un filo elettrico o le tubazioni del gas, bloccano tutto per evitare esplosioni o altri danni. La burocrazia è veramente tanta, se si pensa che per iniziare nuovi lavori bisogna realizzare un preventivo e sottoporlo alla stazione appaltante. Quest’ultima, dopo averlo visionato deve accettarlo ed autorizzare la spesa. In seguito, eseguire i lavori di spostamenti dei cavi elettrici che risultano ingombranti per le ruspe e per altri mezzi da lavoro e questo potrebbe richiedere un periodo superiore ai 12 mesi.
I lavori per la costruzione del collettore sono ormai al 90% ma non si sa ancora il tempo che dovrà passare prima che gli scarichi fognari di Aci Castello raggiungano il depuratore di Pantano d’Arci. Restano ancora da spostare alcuni sottoservizi, ovvero tubazioni e cavidotti per fare spazio al nuovi impianto di depurazione. Tutt’ora si aspetta, nonostante il sindaco Scandurra abbia già inviato una comunicazione alla società E-Distribuzione che dovrà intervenire per lo spostamento di alcuni impianti elettrici.
Sicilia costretta a pagare una sanzione da 110 mila euro al giorno
Oltre il danno anche la beffa: per i ritardi ai lavori sul nuovo collettore, la Sicilia è costretta a pagare sanzioni per oltre 110 mila euro al giorno. Si tratta di un’ammenda di circa 20 milioni di euro semestrali, somma comunque decrescente man mano che verranno collaudate le opere di depurazione e verranno serviti i cittadini.
Le conseguenze
Aci Trezza è famoso per essere un luogo di ambientazione del romanzo “I Malavoglia” di Giovanni Verga. Luogo, dove è stato ambientato anche il film “La terra trema” di Luchino Visconti e anche per i faraglioni dei Ciclopi che, secondo una leggenda, sono stati lasciati da Polifemo ed Ulisse per ostacolare la fuga. Aci Trezza è ancora nota per essere un borgo marinaro, dove si affaccia il “mauro”, erba profumata e costosa con la quale si realizza il gin. A causa dell’opera incompiuta occorre scrutare il largo per monitorare le direzioni dei venti che trasportano i liquami maleodoranti.