Jina Mahsa Amini andrebbe ricordata ogni giorno

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Jina Mahsa Amini andrebbe ricordata ogni giorno

Noi de LaRedazione.net, e chi scrive questo articolo, andando in controtendenza vogliamo scrivere di Jina Mahsa Amini oggi, e non solo oggi, ma anche domani; ricordando, come abbiamo fatto in questo anno, che la rivoluzione del popolo iraniano non ha mai smesso di scintillare per le strade dell’Iran e del Mondo.

Il 16 settembre in concomitanza con l’anniversario della morte della giovane ragazza kurda iraniana Jina Mahsa Amini in molti sono ritornati a parlare e a scrivere di quanto sta avvenendo in Iran e del movimento “Donna – Vita – Libertà”, ricordando quello che successe nel settembre 2022 e le proteste che si sollevarono dopo quella tragedia. Noi de LaRedazione.net, e chi scrive questo articolo, invece, andando in controtendenza vogliamo scrivere di Jina Mahsa Amini oggi, e non solo oggi, ma anche domani; ricordando, come abbiamo fatto in questo anno, che la rivoluzione del popolo iraniano non ha mai smesso di scintillare per le strade dell’Iran e del Mondo, e che il grido “Donna Vita Libertà” non si è affievolito, nonostante le costanti repressioni da parte del regime della Repubblica islamica.

La lotta contro il regime: la battaglia del popolo iraniano che dura da anni

Se da una parte è vero che le proteste contro il regime di Teheran sono letteralmente esplose dopo l’uccisione di Jina Mahsa Amini, non va dimenticato che già negli anni precedenti i cittadini e le cittadine iraniane scesero per le strade per manifestare e chiedere la caduta della Repubblica islamica e che venissero riconosciuti i loro diritti umani fondamentali. Il 12 luglio 2022, ad esempio, due mesi prima della morte di Jina Mahsa, molte donne iraniane si eranoriunite per protestare contro l’obbligatorietà dell’uso dello hijab, e già nel 2017 furono organizzate manifestazioni per rivendicare la libertà di espressione e decisione delle donne. Va ricordato infatti che nel 2017 fu avviata una campagna, durata fino al 2019, denominata “Girls of Elkhebal Street” (o Revolution Street), rappresentata dal gesto simbolico, e pubblico, del legare il velo a un bastone rimanendo in piedi. Vida Movahed fu il volto emblema di quelle dimostrazioni.

Ridurre però la lotta del popolo iraniano all’uso/non uso del velo è molto riduttivo. In questi mesi di contatto con i cittadini iraniani attualmente in Italia, quello che mi viene ripetuto è che limitare questa rivoluzione e le proteste esclusivamente a questo argomento, come a volte viene fatto, è sbagliato, perché il movimento “Donna – Vita – Libertà” (nome ereditato dal motto kurdo Jin, Jîyan Azadî) chiede non solo di abolire l’uso obbligatorio del velo, ma anche rimuovere l’apartheid (termine usato anche da Masih Alinejad) in cui le donne sono costrette a vivere e, ovviamente far cadere la dittatura.

Se poi consideriamo l’aspetto economico del Paese, costretto all’inflazione e un’instabilità che oramai è diventata intrinseca, anche su quel fronte le rivolte da parte dei cittadini non sono mancate, come testimoniano gli eventi del Novembre 2019 quando il costo della benzina triplicò. 

Le morti silenziose e le minoranze dimenticate

Un recentissimo report del 13 settembre pubblicato da Iran Human Rights ha stimato che da settembre 2022 a settembre 2023 le autorità della Repubblica islamica hanno usato la pena di morte per intimidire la società, e i manifestanti, in un modo senza precedenti: almeno 697 persone sono state giustiziate in Iran, con un aumento del 36% rispetto al periodo precedente.

E quei manifestanti che non venivano uccisi sono stati torturati, incarcerati, accecati, colpiti alle parti intime, le donne violentate, e nemmeno i bambini sono stati risparmiati, uccisi anche loro; inoltre per evitare che i famigliari di Jina Mahsa commemorassero la loro cara nella giornata del 16, lo zio ed il padre sono stati incarcerati, mentre l’instaurazione di telecamere sono state posizionate sulla tomba della ragazza con checkpoint nei pressi del cimitero. Pure nei mesi precedenti, comunque, i riti funerari erano stati violentemente oltraggiati dal regime che non permetteva ai famigliari e agli amici dei manifestanti uccisi di commemorare i loro cari. 

Nonostante tutto questo l’Europa non ha ancora inserito il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, i pasdaran, nella lista delle organizzazioni terroristiche. Perché?

Oltre a ciò, che è già tragico di per sé, ci sono poi le morti silenziose…ad esempio quei presunti suicidi di adolescenti avvenute dopo il rilascio o durante la detenzione (ma che suicidi non sono), e la ghettizzazione dei gruppi etnici considerati da parte del regime come minoranze che vanno estirpate. 

Perché se è vero che il regime della repubblica islamica colpisce tutti, è anche vero che le minoranze, etniche e religiose, da anni sono vittime di isolamento, riporta Amnesty. I cittadini kurdi, ad esempio, subiscono da moltissimo tempo una radicata discriminazione e una repressione violenta, anche in questi giorni, ad esempio, le forze armate iraniane hanno ucciso un ragazzo kurdo (Hamed Bagheri) con 4 proiettili mentre incitava la popolazione a scendere in piazza nel primo anniversario dell’omicidio di Jina Mahsa Amini.

Drammatica anche la condizione dei beluci del Belucistan, una tra le aree più povere e sottosviluppate. Il regime di Teheran infatti nega ai beluci l’accesso all’istruzione e la possibilità di svilupparsi e crescere economicamente;  costringendo questa popolazione a vivere in una condizione di povertà forzata. Anch’essi, come le altre minoranze, in questo anno hanno subito le aggressioni del regime iraniano, con un aumento del numero delle esecuzioni capitali. Nessuno Tocchi Caino riporta che da fine Aprile a inizio Maggio 24 uomini e 2 donne beluci sono stati condannati alla pena capitale non per reati gravi.

Nonostante quanto descritto fin qui (e ci sarebbe ancora molto da scrivere): in queste ore il presidente iraniano Ebrahim Raisi sta presenziando all’Assemblea generale dell’Onu a New York. Perché? Jina Mahsa Amini dopodomani avrebbe compiuto gli anni, viene da chiedersi se lei e tutti gli innocenti uccisi avranno mai giustizia.

https://www.fondazioneluigieinaudi.it/masih-alinejad-e-hamed-esmaeilion-a-roma-per-parlare-di-diritti-e-iran-laredazione-net/