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Ha accettato la nomination, pronunciando il più lungo discorso alla convention della storia moderna: ha parlato per un’ora e mezza con un tono insolitamente pacato.
Sembra ormai certa, inevitabile la rielezione di Donald Trump. É questo il sentimento che attraversa l’America nelle ultime ore, dopo che l’ex presidente, ieri, accolto da una folla in delirio e circondato da oltre 100.000 palloncini ha accettato la nomination repubblicana per la presidenza. Per la terza volta consecutiva il Tycoon si è aggiudicato l’investitura alla Convention nazionale repubblicana di Milwaukee, in Wisconsin, e ha pronunciato il suo primo discorso da quando è stato colpito alcuni giorni fa .
Con una vistosa benda che copriva la ferita all’orecchio destro provocata da Thomas Matthew Crooks, il cecchino che gli ha sparato nel tentativo di ucciderlo, ha raccontato: “Non dovrei essere qui stasera. Sono davanti a voi in questa arena solo per la grazia di Dio onnipotente”. Il magnate che ha parlato per oltre un’ora e mezza, in quello che è stato il più lungo discorso alla convention della storia moderna, ha usato un tono insolitamente pacato per descrivere quanto gli è capitato e illustrare ancora una volta i temi della sua campagna.
“Niente ci influenzerà. Niente ci rallenterà. E nessuno ci fermerà mai”, ha sottolineato il politico, “non importa quali pericoli si presentino sulla nostra strada, non importa quali ostacoli si trovino sul nostro cammino, continueremo a lottare verso il nostro destino condiviso e glorioso e non falliremo”. Tuttavia nonostante il cambiamento dei toni, le promesse elettorali sono rimaste invariate. Fra le sue priorità nel “rispolvero del sogno americano”, ci sono l’abbassamento delle tasse, le deportazioni su larga scala di immigrati illegali, la riaffermazione della potenza del paese sulla scena internazionale.
Immancabili anche le accuse al Partito democratico, reo aver strumentalizzato il sistema giudiziario e di aver dato vita a una “caccia alle streghe” che ha portato quasi alla distruzione della nazione. “Hanno ereditato un mondo in pace, ha ribadito, e lo hanno trasformato in un pianeta di guerra”. Intanto l’opposizione ha i suoi gravi problemi da fronteggiare. Crescente è infatti la pressione che circonda il Presidente Joe Biden colpito dal Covid, che nei prossimi giorni potrebbe decidere il ritiro nella corsa alla Casa Bianca. Alcuni fedelissimi hanno riferito che il Presidente sarebbe ormai “rassegnato a lasciare anche a causa delle donazioni sempre più in calo e dei sondaggi sfavorevoli”.
Secondo quanto riportato da fonti vicine all’entourage democratico c’è la “palpabile sensazione che le cose siano cambiate e che quella del ritiro di Biden, che fino a poco tempo fa sembrava un’ipotesi improbabile, rappresenti ormai una certezza.