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Overtourism, che cos’è davvero

Il turista è diventato l’antieroe contemporaneo, quando sino a pochi anni fa era visto come una figura salvifica. Odiarlo è come odiare un po’ se stessi.

Stai sorseggiando una limonata seduto su una comoda poltroncina di un bar nel centro di Barcellona, sotto l’ombra di un elegante ombrellone. Di fronte a te, è seduto il tuo bambino che prende a morsi un gelato al cioccolato e accanto a lui c’è la tua compagna, che ti sorride mentre gira col cucchiaino il suo espresso con latte di soia.

C’è un Sole cocente che picchia contro l’asfalto delle Ramblas, ma a te non importa.

Sei comodamente al fresco, con la tua famiglia, finalmente in vacanza.

Un coro di voci ritmate e caotiche attira la tua attenzione.

Un rumore di tanti passi in marcia si fa sempre più vicino.

C’è un corteo partecipato e colorato che sta sfilando proprio in quel momento, proprio a poca distanza da te ormai.

Ti sporgi per osservarlo, curioso.

Ma proprio in quel momento, alcuni manifestanti in marcia ti rivolgono uno sguardo torvo e ti puntano contro una pistola.

Sono pistole ad acqua, per fortuna, come quelle che tutti noi abbiamo usato da bambini al mare o in giardino, nei pomeriggi d’estate.

Sono pistole ad acqua, ma ti sparano.

Sparano te, il tuo bambino, la tua compagna, inzuppano la tua camicia coreana a tema floreale, lo smartphone poggiato sul tavolino e tutto il resto nei paraggi.

Sparano a chiunque sia seduto ai tavolini di quel bar e degli altri locali lungo quella Ramblas.

Quel corteo è proprio contro di te, contro tutti quelli come te.

È stato organizzato da oltre cento associazioni di Barcellona, ha percorso diversi chilometri per la città, bloccando le uscite degli hotel con il nastro rosso e bianco e spruzzando getti d’acqua verso i dehors.

Overtourism a Barcellona

È stato il culmine di una serie di proteste contro il sovraffollamento di turisti in città e contro la crescente dipendenza dell’economia locale dal turismo di massa, in una Barcellona che conta 1,6 milioni di residenti e 30 milioni di turisti annuali.

Al centro delle polemiche l’incremento del costo degli alloggi, che ha fatto segnare un +18% nell’ultimo anno e un +68% nel decennio.

Piegato al turismo anche l’intero tessuto commerciale cittadino, con botteghe e negozi che lasciano il posto via via a fast food, stazioni di noleggio per monopattini elettrici, rivendite di souvenir. Le lamentele organizzate contro l’overtourism non riguardano soltanto la capitale catalana, ma stanno interessando ormai l’intera Spagna. Tutto era partito dalle isole Canarie e Baleari, per estendersi verso Cadice, San Sebastian, Palma di Maiorca e Malaga, fra le città spagnole con più appartamenti turistici. Qui i cittadini hanno chiesto misure per frenare il fenomeno degli affitti brevi e contrastare l’aumento dei prezzi degli affitti per i residenti sul mercato immobiliare. A Granada si chiede di tutelare dall’invasione di turisti il quartiere di Albaicìn, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Questo sentimento diffuso che invoca un ripensamento del modello turistico è abbastanza recente e sta vivendo il suo culmine proprio in questo 2024.

Non soltanto la Spagna, ma anche i casi dei flash-mob punk sull’isola tedesca di Sylt, i droni sulle spiagge in Grecia, il ticket per l’ingresso a Venezia ne sono evidenti declinazioni.

Mai come in questo 2024 il turista è diventato l’antieroe contemporaneo per eccellenza, quando soltanto sino a pochi anni fa era visto come una figura salvifica.

Odiare i turisti è diventato un comodo sfogo, per deplorare le bruttezze della nostra società della stanchezza. L’odio contro i turisti è soltanto una soluzione individuale a un problema collegiale. Queste proteste hanno tuttavia il pregio di contrastare la pretese di ingovernabilità del fenomeno turistico, riaffermando la centralità della politica. Le città hanno il diritto e il dovere di porre delle regole e possono affermarsi, in questo senso, come delle vere e proprie palestre politiche della concretezza, in cui esercitare azioni mirate ad occuparsi di rendite consolidate, speculazioni edilizie, affitti-brevi, innovazioni urbanistiche. Siamo tutti d’accordo del resto che un mondo senza turismo sarebbe un mondo peggiore. Nulla come il turismo è collegato all’esperienza del riposo e del piacere, un diritto conquistato dai nostri antenati.  

Basterebbe ricordarsi che i turisti sono soltanto un sintomo ambulante del nostro snervamento. Loro sono noi stessi, in un altro momento dell’anno, odiare il turista quindi vuol dire odiare un po’ anche se stessi. Basterebbe imparare a comportarsi con rispetto per i luoghi che si vanno a visitare, comportandosi proprio come ci si comporta quando non si è in vacanza, superando la sindrome da Dr. Jekyll & Mr. Hyde, da cui siamo affetti un po’ tutti, senza ammetterlo.