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Kamala Harris, chi sono i genitori

I genitori di Kamala Harris: una storia d’amore tra attivismo e ispirazione familiare La storia di Kamala Harris, la prima donna vicepresidente degli Stati Uniti, è indissolubilmente legata alle sue radici familiari. I suoi genitori, Donald Harris e Shyamala Gopalan, hanno tracciato un percorso di attivismo che ha profondamente influenzato la sua vita e la sua carriera. 

Chi sono i genitori di Kamala Harris

Nell’agosto del 1962, la California era un crogiolo di movimenti per i diritti civili. In questo clima vibrante, due giovani immigrati si incontrarono all’Università di Berkeley. Donald, proveniente dalla Giamaica, era un promettente studente di economia. Shyamala, invece, aveva lasciato l’India per perseguire un master in endocrinologia. Entrambi portavano con sé il peso delle esperienze coloniali e delle ingiustizie sociali. Mentre si incontravano nei circoli studenteschi, i due giovani si trovavano a discutere di questioni razziali, di emancipazione e di diritti civili. Donald, in particolare, raccontava spesso le esperienze vissute nel suo Paese natale, dove la schiavitù aveva lasciato cicatrici profonde. “Parlava di come il sistema avesse oppresso il suo popolo e di come fosse cruciale combattere contro queste ingiustizie,” ricorda una vecchia amica dell’università. Shyamala, d’altra parte, portava la sua storia di donna che lottava per l’uguaglianza in un mondo dominato dagli uomini. La loro connessione si approfondì rapidamente, e il matrimonio seguì poco dopo la nascita della loro primogenita, Kamala, nel 1964. La coppia condivise un amore radicato nell’attivismo, partecipando insieme a marce e manifestazioni per la giustizia sociale. Kamala, cresciuta in un ambiente così denso di ideali, imparò fin da piccola l’importanza della giustizia e della lotta per i diritti degli altri. 

La perdita e l’influenza di Shyamala 

Dopo un divorzio difficile nel 1972, Shyamala divenne la figura centrale nella vita di Kamala e della sorella Maya. La madre, scienziata e attivista, dedicò la sua vita a garantire che le sue figlie avessero accesso a opportunità che lei non aveva mai avuto. In un’intervista del 2019, Kamala ha condiviso un ricordo che racchiude l’essenza del suo legame con la madre: “Mia madre non era solo una madre, era anche un modello. Mi ha insegnato a non avere paura di lottare per ciò che è giusto. Mi ha sempre detto che la mia voce aveva potere”. Shyamala era nota per la sua determinazione. Secondo il suo amico e collega di lunga data, Arvind S. Gopalan, “Shyamala era una forza della natura. La sua presenza era avvertita ovunque andasse. Non solo in laboratorio, ma anche nelle comunità in cui viveva. Era appassionata e non si sarebbe mai fermata finché non avesse visto il cambiamento”.

La sua dedizione all’attivismo si rifletteva anche nella vita quotidiana delle sue figlie. Kamala ricorda di aver assistito a discussioni animate a cena, dove si parlava di diritti civili, uguaglianza e giustizia sociale. “Era un’educazione attiva. Ogni pasto era un’opportunità per discutere il mondo, per analizzare le ingiustizie e per immaginare un futuro migliore”, dice Kamala. Purtroppo, Shyamala morì di cancro nel 2009, poco dopo che Kamala annunciò la sua candidatura a procuratore generale della California. Questo momento segnò un cambio di fase cruciale nella vita di Kamala, che sentì il peso dell’assenza della madre mentre navigava nel complesso mondo della politica. “Ogni traguardo che ho raggiunto è stato dedicato a lei,”affermò durante un discorso emozionante. “La sua influenza continua a guidarmi ogni giorno”. 

La figura del padre, Donald Harris, è stata più ambivalente. Sebbene fosse un accademico di successo, spesso si è allontanato dalla carriera politica della figlia, decidendo di non esprimere pubblicamente le proprie opinioni. In una lettera aperta, però, ha descritto il suo desiderio di vedere Kamala e Maya prosperare, nonostante le loro sfide. “Volevo che sapessero che la loro origine non definiva il loro futuro. Dovevano sapere che potevano ambire a qualsiasi cosa”, ha scritto. Questa dualità tra i genitori ha contribuito a plasmare l’identità di Kamala, che ha assorbito le qualità di entrambi: l’attivismo di Shyamala e l’istruzione di Donald. “I miei genitori mi hanno insegnato che il mondo è pieno di ingiustizie, ma anche di opportunità. Il loro amore e la loro lotta mi hanno dato il coraggio di affrontare qualsiasi sfida”, afferma Kamala. Ogni passo della sua carriera politica, dall’essere procuratore generale della California fino a diventare la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti, è stato contrassegnato dalla presenza immaginaria dei suoi genitori. “Quando sono salita sul palco per il mio discorso di accettazione, sentivo la loro presenza. Sapevo che avrebbero avuto orgoglio per ciò che ho realizzato”, racconta.