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Moldavia, “sì” per entrare nell’Ue


Nonostante i tentativi di voto di scambio, gli elettori scelgono l’Unione europea, con quasi 14 mila voti di scarto. Ecco cosa prevede il percorso.

Due le schede che i moldavi hanno ricevuto domenica ai seggi: una per l’elezione del Presidente, l’altra per il referendum sull’inserimento in Costituzione dell’adesione all’’Unione Europea. Per il quorum del referendum era richiesto un terzo degli aventi diritto, obiettivo raggiunto già poche ore dopo l’apertura delle urne. Per le presidenziali, il principale rivale del Presidente in carica, Maya Sandu era il socialista e filorusso Alexander Stoianoglo, il quale uscendo dal seggio, ha dichiarato di non aver votato per il referendum.

Moldavia, Elezioni presidenziali al ballottaggio

Per essere eletti al primo turno alle presidenziali era necessario superare il 50% dei voti, ma così non è stato e, adesso, i cittadini moldavi saranno chiamati a ripresentarsi ai seggi il 3 novembre per il ballottaggio, proprio fra questi due candidati. L’apparentamento con Stoianoglo degli altri candidati minori, che guardano a Mosca, potrebbe, con i loro voti, mettere in difficoltà la Presidente uscente che al primo turno ha superato il 42%. E che ha vinto la sua scommessa di legare alla Costituzione l’ingresso in Europa. Questo è stato sancito dal referendum, vinto di un soffio, con quasi 14 mila voti di scarto.

Moldavia, risultato del referendum

Un risultato che ha tenuto sulle spine sia Bruxelles che Mosca. Lo spoglio sino a tarda notte, infatti, dava per vincente il NO, grazie soprattutto ai voti che arrivavano dalla Gagauzia, una regione autonoma a prevalenza turcofona dove il SI’ è stato scelto da appena il 5%.  Con questi exit poll, dalla Russia giungevano parole ricamate sul trionfo della democrazia. Mancava, tuttavia, lo spoglio della diaspora, di quelle migliaia di moldavi che vivono e lavorano in Europa e che hanno cambiato i risultati e anche il tono dei commenti dei russi. La portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zaharova ha accusato le autorità moldave di aver utilizzato metodi anti-democratici.

Del tutto, opposte, invece, le parole che arrivavano da Bruxelles.Il Presidente dell’Europarlamento, Metsola ha dichiarato: «Cari amici la strada non sarà semplice ma saremo con voi». Parole di gioia anche da Ursula Von der Leyen che pochi giorni fa si era recata personalmente in visita presso la capitale moldava per esprimere il proprio sostegno a Sandu. È stato uno scontro all’ultimo voto, quindi quello della piccola Repubblica, senza sbocco sul mare, incastonata fra la Romania e l’Ucraina, con appena due e milioni e mezzo di abitanti. E dove, a maggior ragione, pochi flussi di voti potevano fare la differenza nel risultato.

Non a caso Mosca ha cercato di influenzare il doppio voto, attraverso diversi tentativi di voto di scambio, venuti alla luce e attraverso la diffusione di fake news rilanciata da una serie di canali Telegram successivamente chiusi, fra cui Evrazia. Due persone sono state arrestate per aver comprato 130.000 voti. Dietro queste operazioni è stato individuato Ilon Shor, oligarca filorusso, fuggito a Mosca 10 anni fa dopo aver fatto sparire da tre banche un miliardo di dollari. Il quotidiano Politico ha raccontato, poi, che le autorità russe avrebbero trasportato migliaia di persone alle due sezioni elettorali che erano state installate in territorio russo per far votare i cittadini moldavi all’estero. Davanti a queste due sezioni si sono create lunghissime e inattese file di persone, molte delle quali cantavano canzoni sovietiche. Difficile per la Russia mollare la presa su questo Paese, indipendente dall’Agosto 1991 e in cui permane una forte minoranza russofona, non solo in quella piccole regione secessionista che nel 1992 si dichiarò a sua volta indipendente con una rivolta armata, ovvero la Transnistria. Da allora, in quella striscia di terra, ci sono 1500 soldati di Mosca che fanno la parte di peacekeepers, ma in realtà controllano i vecchi depositi di armi dell’ex Urss. Una spina nel fianco dell’Ucraina visto che il confine corre lungo fino la zona occidentale della regione di Odessa, che dista poco più di un’ora di macchina.

Proprio nelle regione della Transinistra, una troupe della BBC ha documentato di un’elettrice cui era stato promesso un compenso in cambio del suo voto e che, come lei erano stati raggiunti dalla stessa offerta amici e conoscenti. Nei fatti, dall’invasione dell’Ucraina, la Moldova ha tagliato i ponti con l’ex casa madre sovietica, provando a separarsene il più possibile, con il timore, mai celato, dopo Kiev, di essere il prossimo bersaglio della progetto imperiale di Putin. Adesso, in caso di sconfitta di Sandu l’ingresso della Moldavia in Europa, previsto per fine decennio, potrebbe trovare molti ostacoli. 

Moldavia, Qual è il percorso per entrare nell’Unione europea

Il cammino moldavo verso l’Unione è iniziato 2 anni fa, dopo l’invasione della Russia in Ucraina, quando ha ricevuto lo status di candidato.

La Moldavia, dunque, è già candidata all’ingresso nell’Unione Europea e già a Dicembre 2023 erano stati avviati i negoziati. La modifica alla Costituzione aveva quindi un significato perlopiù simbolico e il referendum serviva soprattutto a legittimare le richieste delle forze politiche filoeuropee, tra cui principalmente Sandu, e indebolire quelle filorusse. Una vittoria per la ex funzionaria della Banca Mondiale messa continuamente in discussione dai partiti filorussi e dalle infiltrazioni di Mosca, che approfittando delle difficili situazioni economiche ha soffiato sul malcontento popolare.

E così continuerà a fare.