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11 Agosto 2022Acque minerali, il “caso”Guizza e le altri fonti a confronto
I prodotti appartenenti ai lotti 10LB2202A e 08LB2208A sono stati ritirati per contaminazione da “Staphylococcus aureus”, il dualismo: da un lato, la migliore acqua naturale per il rapporto qualità-prezzo e, dall’altro, il rischio microbiologico
di Irene Pensa
La comunicazione del Ministero della Salute ha destato un certo allarme e stupore sul caso “Acqua Guizza”, considerata sul mercato il migliore acquisto: un’acqua che nasce in provincia di Biella, povera di sodio.
Il Biellese e i lotti ritirati
La presenza del batterio rilevato riguarda unicamente due lotti nel formato da 1,5 litri in Pet, a seguito dei campionamenti svolti dal Sian Asl di Pescara presso il sito produttivo di Popoli. Con il conseguente e immediato ritiro dei lotti da parte della società Gran Guizza.
Un dato importante, è specificare che l’acqua ritirata appartiene al marchio Guizza ma non proviene dallo stabilimento biellese.
L’acqua Guizza fa parte del marchio San Benedetto, anch’esso annoverato tra le migliori acque per il rapporto qualità-prezzo.
In particolare sono quattro le acque dello stesso marchio provenienti dallo stabilimento biellese di Donato: Alpe Guizza di Fonte Caudata, Guizza dello stabilimento in Veneto e in Friuli e la Gran Guizza dello stabilimento di Popoli nel Pescarese, oggetto in questione.
Gran Guizza spa “sta collaborando con le autorità competenti per l’accertamento delle eventuali cause e la risoluzione della problematica”.
Come scegliere l’acqua da bere
L’acqua è necessaria per importanti processi corporei: il mantenimento della temperatura, il trasporto dei nutrienti, il miglioramento delle funzioni cerebrali e le prestazioni fisiche. La scelta di un’acqua povera di sodio contribuisce al migliore funzionamento dell’organismo. Il sodio è uno ione che tende a trattenere i liquidi in eccesso nel nostro corpo, dunque una scelta equilibrata favorisce: una migliore diuresi e la depurazione interna da tutte quelle tossine che, se non espulse, si manifesteranno mediante la “ritenzione idrica”.
Guida nella scelta dell’acqua
Sono due gli elementi da leggere sull’etichetta dell’acqua in bottiglia: il primo è verificare la dicitura “Acqua Minerale Naturale” che indica un’acqua in bottiglia che può essere commercializzata. Il secondo elemento da verificare sull’etichetta è il luogo d’origine dell’acqua, preferendo le sorgenti di montagna perché più povere di sali minerali.
Infine bisogna verificare la tabella dei parametri analitici, tra cui il residuo fisso: l’acqua viene fatta evaporare a 180°C e ciò che rimane dopo il processo sono proprio i sali minerali che non evaporano a quella temperatura. Quindi più è alto il residuo fisso, più l’acqua è ricca di sali minerali.
Le migliori acque da acquistare
Sicuramente la scelta con minor impatto ambientale è l’acqua del rubinetto, in quanto non necessita di trasporto, eppure risulta essere la seconda scelta.
Dunque per i consumatori, in vista del rapporto qualità-prezzo, la migliore acqua naturale venduta in bottiglia è la Smeraldina e lo è anche secondo la rivista americana Gayot che l’annota addirittura tra le 10 migliori marche di acqua del mondo. L’acqua Smeraldina nasce in Sardegna dalla fonte di Tempio Pausania ed è peculiare per le sue proprietà derivanti all’azione del granito dei Monti di Deu.
Il prezzo medio di una bottiglia d’acqua Smeraldina nei supermercati è di 0,39 €.
Seguono:
• Rocchetta, prezzo 0,33 €, sorgente in Umbria, si presenta con un apporto limitato di sali minerali.
• Recoaro, prezzo 0,20 €, nasce ai piedi delle Dolomiti e presenta anch’essa un basso contenuto di sodio.
• San Bernardo, prezzo 0,31 €, sorge tra le Alpi Marittime, a Garessio (Cn).
• San Benedetto, prezzo 0,21 €, imbottigliata a Scorzè, la zona a nord di Venezia da una fonte millenaria.
• Alpe Guizza, prezzo 0,09 €, rappresenta il rapporto qualità prezzo più conveniente. Nasce in provincia di Biella ed è povera di sodio.
• Lauretana, prezzo 0,33 €. Sgorga a oltre 1000 metri di altitudine in montagna, nella provincia di Biella.
ACQUE MINERALI E CRISI DI CO2
L’aumento dei costi dell’energia rende più difficoltosa anche l’estrazione dei gas come l’anidride carbonica, ripercuotendosi gravemente sull’industria alimentare e naturalmente sul settore delle bevande gassate.
Tra le ipotesi avanzate di una soluzione ammortizzante e allo stesso tempo risolutiva, c’è quella degli allevamenti animali, come pronuncia Coldiretti: “Se gli allevamenti conferiscono gli effluvi animali a un impianto per la produzione di biometano liquido, l’anidride carbonica viene liquefatta pura al 100% e diventa utilizzabile per il mercato delle bollicine e della conservazione dei cibi sottovuoto”.
In questo caso, una scelta ecosostenibile, poiché gli stessi allevamenti animali potrebbero mutarsi da “problema ambientale” a risorsa energetica e industriale.
Un progetto eticamente sostenibile e valido salvaguardando ambiente e animali.