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Tanti i progetti realizzati in due immobili confiscati alla camorra, ma resta il buio del “dopo di noi”
Casal di Principe – Cosa possiamo fare quando muore una persona che ha fatto qualcosa di coraggiosamente nuovo? Continuare a spingere su quel “nuovo”. Sul “coraggiosamente” è, invece, difficile perché “il coraggio uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
È così che nasce questa storia. Alla morte di Michele, pensiamo alla sua Città blu: i progetti sull’autismo che coinvolgono la scuola e l’intera comunità di un piccolo comune emiliano. Pensiamo che questa città fatta di grandi attenzioni ai bambini autistici debba mettere radici anche nel suo amato Sud, nella sua terra.
Anni fa siamo stati con lui a Casal di Principe, allora ci viene in mente di tornare lì. Parliamo con Renato Natale, il sindaco che ci aveva ricevuti allora e Natale ci sorprende, raccontandoci di una loro mega città blu. Ed è così che conosciamo Enzo Abate che, con la moglie Antonella Puocci, dal 2008 ha creato La forza del silenzio, l’associazione che quel coraggio non se l’è dovuto dare, perché ne ha da vendere. Ha occupato due immobili confiscati alla camorra, con i propri progetti per i ragazzi autistici.
“La mansarda di casa mia. Siamo partiti da lì. Poi nel 2010 è arrivato l’immobile in via Bologna 10, a Casal di Principe. Era stata la casa di Francesco Schiavone, in arte (da camorrista) Sandokan. Bisognava farne domanda perché era un bene confiscato alla camorra”, racconta Enzo Abate. “Mi sono detto: faccio il poliziotto (ora da 37 anni), in strada a Napoli, a Scampia, in mezzo alla criminalità ogni giorno, non credo che morirò proprio perché voglio utilizzare un immobile che è stato confiscato alla camorra, mai si metterebbero contro dei ragazzi autistici”. “Andai dalla moglie di Schiavone, Giuseppina Nappa, mi presentai e le dissi dell’intenzione. Lei è pure maestra di sostegno. Non è successo niente. Mi è pure capitato di arrestare più di recente uno dei figli”.
“All’epoca non interessavamo a nessuno, non facevamo notizia. Poi, ci candidiamo per un secondo immobile, via Bologna 3, sempre roba di Sandokan e ora siamo qui, terapie, laboratori, formazione, diffusione del metodo ABA e tante attività. Abbiamo un bistrot dove lavorano i nostri ragazzi”. Una grande conquista recente? “Una cosa epocale è che uno dei nostri ragazzi è stato assunto, assunto!”. Intorno a La forza del silenzio si sono coagulate varie cooperative sociali e associazioni di tutta la Campania, sono attive e combattive.
“Adesso realizziamo anche le mascherine per Palazzo Chigi. Non solo, i Capi di Stato che sono ricevuti da Draghi sono omaggiati di ciò che realizziamo noi, come i nostri foulard”.
Dall’antica arte della seta di San Leucio.
“E ora ci cercano”.
Cosa resta da fare subito? “La presa in carico dell’autismo deve essere sociosanitaria e non sanitaria, l’autismo richiede attenzioni a tuttotondo, non solo cure sanitarie. A Caserta eravamo molto avanti con le cooperative che erogano molti servizi e progetti, come la diffusione del metodo ABA che ha costi molto elevati. Ora si vuole tagliare, si punta solo sull’intervento sanitario che non basta. Stiamo lottando per non perdere ciò che avevamo conquistato”. Poi, quest’uomo tanto coraggioso ha un’altra preoccupazione: cosa accadrà ai suoi due figli, quando non se ne potrà più occupare direttamente. E, come lui, anche tutti gli altri genitori. Su questo si chiude la nostra conversazione.
Sulle ali di Michele, abbiamo scoperto che il Sud sa sempre sorprenderci, anche in positivo. Questa volta con una città blu che brilla di luce propria. Eppure il viaggio non è finito, resta questo maledetto “dopo di noi” da rendere blu, sempre più blu. Le istituzioni e le persone che vogliono qualcosa di coraggiosamente nuovo ci possono aiutare.