Giorgia Meloni, cosa pensano i governi stranieri
26 Settembre 2022L’ultima notte di Pasolini
28 Settembre 2022Berlusconi Cavalier Silvio, l’inossidabile
Senatore di nuovo, dopo quasi 9 anni: il ritorno di Berlusconi A novembre il berlusconismo compie 29 anni
Correva il 27 marzo 1994, quando Silvio Berlusconi teneva a battesimo nelle urne la sua creatura, Forza Italia, e vinceva le elezioni politiche. Aveva messo su una coalizione anomala di centrodestra, fatta di un’alleanza al nord con la Lega di Umberto Bossi e al sud con Alleanza nazionale di Gianfranco Fini. Con i tre leader, in quella coalizione, figuravano anche i centristi Casini, Mastella e Buttiglione.
Quasi 30 anni da protagonista
Sono trascorsi quasi 30 anni da quella vittoria (Forza Italia primo partito con il 21%) e il Cavaliere da pochi giorni è tornato a farsi eleggere in Parlamento. In particolare, stavolta, Berlusconi siederà tra gli scranni del Senato della Repubblica. Da Palazzo Madama era stato letteralmente cacciato nel 2013, quando, in seguito alla sentenza definitiva che lo aveva visto condannato per frode fiscale, ne fu dichiarata la decadenza dalla carica istituzionale.
Una lunga carriera politica (e giudiziaria)
La lunghissima carriera politica del Cavaliere cammina di pari passo con le sue vicende giudiziarie. In 29 anni “sua emittenza” (come venne soprannominato negli anni ’80 il fondatore della Fininvest) ha ingaggiato un aspro scontro con procure e magistrati. Contro Silvio Berlusconi si sono celebrati 36 processi e ben quattro sono ancora in corso. La contabilità generale segna 11 sentenze di assoluzione, 10 procedimenti archiviati, 8 prescritti e 2 con intervenuta amnistia. Una sola sentenza, invece, è stata quella di condanna e si riferisce al processo Mediaset (come detto: divenuta definitiva nel 2013) per frode fiscale.
I primi passi del Berlusconismo
La “discesa in campo” ufficiale di Berlusconi aveva avuto una gestazione politica ben precisa e verificatasi alcuni mesi prima del marzo ’94. A novembre del 1993, infatti, Berlusconi prese pubblicamente posizione per sostenere Gianfranco Fini sindaco di Roma.
A Casalecchio di Reno, nel bolognese, il Cavaliere partecipò all’inaugurazione di un supermercato di sua proprietà. I giornalisti delle sue testate chiesero una sua opinione sulle comunali nella Capitale e così arrivò il colpo di scena: “Chi voterei alle comunali se fossi a Roma fra Fini e Rutelli? Certamente Gianfranco Fini“. Fu questo il primo passo politico ufficiale di Berlusconi che solo due mesi dopo, con il discorso in tv, annunciò agli italiani la sua discesa in campo.
Forza Italia e la Lega
In questo trentennio berlusconiano è accaduto di tutto. La prima fase fu segnata dagli scontri con la Lega che nel 1994, appena pochi mesi dopo la nascita del I governo Berlusconi, aprì la crisi. Umberto Bossi ruppe l’alleanza e il governo cadde. La pace sull’asse nordista tra il Cavaliere e il senatur sarebbe arrivata solo 6 anni dopo, nel 2000. Nel 2004 Bossi ebbe un ictus e Berlusconi ne rimase profondamente colpito. Da allora non ci sono state più rotture tra forzisti e leghisti.
Forza Italia e i Centristi
Con i centristi invece i rapporti sono stati molto più altalenanti. La distanza tra il partito azzurro e le forze cattoliche è spesso emersa fino alla effettiva rottura giunta nel 2008. Pier Ferdinando Casini parlò di “situazione ormai insopportabile” e utilizzò frasi polemiche verso l’ex alleato.
La rottura con Fini
Ma la rottura più clamorosa è stata sicuramente quella con Gianfranco Fini, esplosa nel 2010. Il leader della destra italiana, alleato della prima ora, fu colui che cercò di far cadere il governo Berlusconi a fine 2010, senza riuscirci. Fini ruppe con il Cavaliere dopo una serie di forti segnali di insofferenza sfociati ad aprile 2010 nel famoso “Altrimenti che fai, mi cacci?!”. Da lì la crisi del Pdl (partito nato dalla fusione di Forza Italia e Alleanza nazionale) e la nuova rinascita del partito degli azzurri. Fini da molti era indicato come l’erede naturale di Berlusconi, ma sparì dalla scena politica con il fallimento totale alle elezioni 2013 del nuovo partito, Futuro e Libertà, che aveva creato.
La rottura con Alfano
Altro delfino e altra clamorosa fine di un sodalizio durato anni ha visto protagonista Angelino Alfano, che era stato accanto a Berlusconi fin dal 2000. Considerato il pupillo del Cavaliere e suo possibile erede politico, Alfano fu ufficialmente stroncato nel 2012 quando il Cavaliere disse: “Angelino? Bravo ma senza quid”. Nel 2013 Alfano se ne andò da Forza Italia fondando un suo partito, l’Ncd, che ha avuto poca fortuna elettorale. Oggi Alfano non partecipa più alla vita politica pubblica.
Il nuovo inizio
Adesso con il ritorno in Parlamento, qualcuno azzarda la previsione che Berlusconi possa diventare Presidente del Senato e forse, più in là, anche Presidente della Repubblica, magari eletto direttamente dai cittadini. Impossibile? Solo fantapolitica? Spesso in quasi 30 anni di berlusconismo si sono sentiti questi pronostici, ma la politica, si sa, è l’arte del possibile. E nel caso del Cavaliere è un concetto che vale ancora di più.