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Il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, eletto serenamente, dopo l’inciucio al Senato per nuove maggioranze
Si sono concluse le votazioni alla Camera e al Senato per l’elezione dei rispettivi Presidenti. E per la maggioranza di centrodestra, uscita vincitrice dalle urne lo scorso 25 settembre, non è stata affatto una passeggiata.
Fontana guida Montecitorio, La Russa Palazzo Madama
La Camera dei deputati verrà guidata dal leghista Lorenzo Fontana, eletto con 222 voti. Il Senato invece vedrà Ignazio La Russa sullo scranno più alto, ma qui i 116 voti ottenuti per la sua elezione hanno creato non pochi problemi.
Nel centrodestra è esplosa, vigorosa, la frattura interna alla coalizione dove l’accordo per la composizione del governo è tutt’altro che facile. Come se non bastasse, a Palazzo Madama, i fotografi sono riusciti ad intercettare fogli e appunti sul banco di Silvio Berlusconi. Ed il contenuto degli appunti del tre volte Premier del centrodestra non depone bene.
Gli appunti infuocati del Cav
In uno degi fogli immortalati dai flash dei reporter, si possono leggere i “desiderata” di Forza Italia sul futuro esecutivo. Vari i ministri auspicati, almeno cinque, con le caselle della Giustizia e delle Comunicazioni ritenute fondamentali. Ma è stato un altro il foglio della discordia. In un appunto infatti Berlusconi delinea il profilo di Giorgia Meloni. E non compaiono complimenti per la Premier in pectore.
“Supponente, prepotente, arrogante, offensiva”: queste le definizioni berlusconiane per la leader di Fratelli d’Italia. Ha invece scritto e poi cancellato ”ridicola”. Non è un buon viatico per il centrodestra per iniziare bene la legislatura. Anzi la strada per formare il nuovo governo è in salita. E non si può escludere un appoggio esterno di Forza Italia al prossimo governo Meloni.
Il soccorso rosso al Senato
Chi è stato? La domanda della settimana al Senato della Repubblica è stata una sola. Chi ha permesso ad Ignazio La Russa di essere eletto Presidente nonostante uno dei partiti del centrodestra (Forza Italia) si era sfilato al momento della votazione?
Il pallottoliere è chiaro: il centrodestra, sulla carta, ha 115 senatori. Forza Italia ne ha 18 ma solo 2, Berlusconi e Casellati, hanno ritirato la scheda per votare il Presidente. E visto un plateale pubblico “vaffa” a La Russa rifilato proprio dal Cavaliere, molti nutrono dubbi sul voto dello stesso Berlusconi. Ciò nonostante La Russa ha totalizzato 116 preferenze.
Se la matematica non è un’opinione, dal computo di partenza dei 115 senatori di maggioranza vanno tolti 16/17 voti azzurri e almeno altre 2 preferenze andate a Roberto Calderoli, arrivate presumibilmente dalla Lega. Dunque ci sono 18/19 voti che sono arrivati al neo Presidente La Russa dal soccorso dell’opposizione. Come mai?
Cui prodest?
In definitiva chi ha soccorso La Russa? “C’è stata la manina di Renzi, all’insaputa di Calenda” chiosava qualche ben informato nei corridoi della politica. “Lo avrà aiutato Casini?” rilanciava la domanda qualcun’altro. Ed ancora altri ipotizzavano: “Sono stati quelli del Pd”. “No, i 5 Stelle” replicavano altri. Insomma, tutti accusavano tutti e tutti, ovviamente, hanno negato.
Fatto sta che tra maggioranza e opposizione al Senato della Repubblica è iniziato un feeling politico e istituzionale destinato a non rimanere isolato. E magari a formare nuove maggioranze nel corso della legislatura. Le crepe nel centrodestra sono sempre state evidenti e sono tornate ad esplodere.
Nuove future maggioranze?
Tornando ai numeri parlamentari, sulla carta il duo Renzi/Calenda non arriva a 10 senatori, dunque comunque non bastano da soli a spiegare il soccorso alla maggioranza. A questo punto è lecito pensare anche ad un intervento sottobanco di settori del Pd o dei 5stelle. Ma perché? Magari per avere margine con la maggioranza di centrodestra nel trattare le Presidenze delle Commissioni parlamentari di controllo (Vigilanza Rai e Copasir in primis). O magari per trattare in futuro altre situazioni politiche convenienti o anche nomine del sottogoverno?
A Montecitorio voto tranquillo
Alla Camera dei deputati il voto per il Presidente è stato più tranquillo, ma a ben guardare i numeri e i mal di pancia parlamentari, mancano almeno 15 voti all’appello per il neo eletto Fontana. Probabilmente anche in questo caso sono da cercare nelle fila di Forza Italia le preferenze mancanti per il leghista. In definitiva, il clima nel centrodestra non è sereno. E lo smacco subito da Berlusconi a Palazzo Madama è destinato a non restare indolore per il cammino della coalizione.