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L’Italia potrebbe proibirne la produzione ma non la commercializzazione, con la conseguenza di offrire ai consumatori italiani cibi sintetici di produzione estera.
L’iniziativa economica privata è libera”. Così recita l’articolo 41 della nostra Costituzione.
E, proprio ispirandosi a questo precetto costituzionale, nel suo discorso d’insediamento alle Camere del 25 ottobre 2022, Giorgia Meloni aveva dichiarato: ‹‹Chi fa impresa va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Il nostro motto sarà: non disturbare chi vuole fare››.
Liberale o ideologico?
Dopo quelle parole, così nette, così inequivocabili, più di qualcuno si era sentito accarezzare la pelle dal vento di una nuova rivoluzione liberale.
Ma il vento, pian piano, ha lasciato spazio ad un acquazzone.
Il nuovo Governo, infatti, si sta distinguendo sempre più per l’introduzione di una serie di nuovi divieti e reati e lo fa con orgoglio.
Lo fa un po’ per convinzione ideologica, un po’ per un affannato tentativo di far notare la propria identità poiché in politica economica e in politica estera non si sta discostando dal precedente Governo, un po’ per compiacere le proprie lobbies di riferimento. Fra tutti i provvedimenti e le posizioni annoverabili in questo calderone ce n’è una recente, annunciata dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – Francesco Lollobrigida – che rappresenta un vero e proprio salto di qualità.
Vietare un divieto
Il Governo infatti questa volta ha vietato qualcosa di già vietato.
In caso di inosservanza, sono previste, sanzioni da un minimo di 10.000 a un massimo di 60.000 euro, oltre al temporaneo divieto di accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, di enti o dell’Unione europea, nonché la chiusura dello stabilimento di produzione per lo stesso periodo.
Mi riferisco al divieto di studiare, produrre, vendere e distribuire la cosiddetta “carne sintetica”, quella derivante da cellule animali, poi coltivate in laboratorio all’interno di specifici bio-reattori, fino a diventare tessuto muscolare. Nell’Unione Europea, infatti, attualmente questo tipo di alimento non è consentito.
E semmai un domani dovesse venire autorizzato dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) “l’editto di Lollobrigida”, avrebbe lo stesso valore di un ombrello bucato.
Questo perché violerebbe il principio di libera circolazione delle merci ovvero un pilastro fondante dell’Unione Europea.
Farina di grillo
Proprio come accaduto poche settimane fa, con la battaglia patriottica contro la farina d’insetti conclusasi con la firma di 4 decreti, che di fatto ne regolano l’etichettatura e la vendita. D’ora in poi, chi vorrà potrà acquistare, cucinare e mangiare un pacco di spaghetti, realizzati con la farina di grillo e chi non lo vorrà potrà continuare ad acquistare, cucinare e mangiare un pacco di spaghetti, realizzati con la farina di grano.
E non c’è era bisogno di una rivoluzione liberale per arrivare a questo.
Tornando alla carne sintetica, il Ministro della Salute – Orazio Schillaci – ha spiegato che il divieto si riconduce al “principio di precauzione”, sebbene sostenga come ‹‹oggi non ci sono evidenze scientifiche su possibili effetti dannosi dovuti al consumo di cibi sintetici››.
Una interpretazione molto naif del “principio di precauzione” per come statuito dalle istituzioni comunitarie ed invocabile se il rischio, pur se non dimostrato da prove definitive, appaia tuttavia supportato in modo idoneo dai dati scientifici disponibili, supporto che a detto dello stesso Ministro Schillaci non esiste.
Libertà di commercializzazione
Le associazioni di categoria, capeggiate da Coldiretti (che a detta dei più maliziosi è la vera ispiratrice del provvedimento) hanno esultato al varo di questo decreto.
Tuttavia, nei fatti, ad oggi non possono temere la concorrenza di cibi sintetici essendo non ancora autorizzati e pertanto fuori-commercio. Ma soprattutto nulla potrebbero fare in futuro qualora venissero consentiti dall’Efsa e dalla Commissione Europea.
L’Italia potrebbe, infatti, soltanto continuare a proibirne la produzione sul proprio territorio, ma non la commercializzazione, con la paradossale conseguenza di offrire ai consumatori italiani cibi sintetici di produzione estera.
In un certo senso, l’attuale decreto-Lollobrigida, si rivelerebbe una norma contro il Made in Italy, cui il Presidente Meloni ha voluto intitolare un Ministero e a quanto pare anche un liceo. Con questa impostazione l’Italia resterebbe del tutto dipendente dall’estero per questo genere di produzione, poiché è fatto anche espressamente divieto di continuarne le attività di ricerca scientifica e di sperimentazione.
Morale della favola: in un prevedibile futuro gli italiani che lo vorranno potranno consumare carne sintetica, ma solo se non prodotta in Italia.
Un copione del resto già visto con gli Ogm.
Quindi che dire…non disturbare chi vuole fare, sì certo, ma mica tanto.