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Alcuni retroscena sul nuovo Premier, dai soprannomi alla tesi di laurea…contro l’euro (correva l’anno 1970)
di Paolo Trapani
“Supermario” (dal personaggio del noto videogioco), “l’Americano” (per i trascorsi al Mit di Boston ed alla Banca Mondiale), “l’Atermico” (per la capacità di non portare mai il soprabito). Mario Draghi, neo Presidente del Consiglio dei Ministri, ha molti soprannomi e magari la nuova missione a Palazzo Chigi gliene porterà altri.
Dovrà districarsi tra i palazzi della politica ma soprattutto dribblare beghe e veti incrociati dei partiti: non è un compito facile, anche perché l’Italia si aspetta di uscire dalla crisi socio-economica e sanitaria.
Le aspettative sono altissime, basti guardare il record che lo spread ha fatto segnare in questi giorni, toccando il minimo storico degli ultimi anni (sotto i 100 punti).
Il percorso di studi e l’excursus professionale di Draghi parlano da soli. L’Italia è nelle mani di una delle sue migliori risorse e nel suo momento storico più difficile. Mai come adesso l’affidabilità è fondamentale, visto che il governo dovrà gestire la più grande mole di denaro mai arrivata in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi (209 miliardi di euro del Recovery Plan).
Una curiosità dei suoi studi viene dalla tesi di laurea, discussa nel 1970 (Titolo “Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio” / Università La Sapienza di Roma).
L’elaborato, come ha raccontato lo stesso Draghi nel 2006 durante una lectio magistralis per il centesimo anno accademico della Facoltà di Economia dell’ateneo romano, “era sulla moneta unica e concludevo che era una follia, una cosa assolutamente da non fare…“.
Un vero paradosso, come a volte capitano nella vita e poi, si sa, le cose cambiano ed anche repentinamente: pochi anni fa Mario Draghi è stato l’uomo che ha salvato l’euro e l’economia europea, finita al centro di una crisi finanziaria senza precedenti.
Con l’operazione “quantitative easing” (allentamento quantitativo) la Banca Centrale Europea guidata da Draghi, tra l’inizio del 2015 ed il 2016, ha acquistato titoli di Stato dei Paesi Ue per un controvalore di 60 miliardi di euro. Un intervento senza precedenti.
Il suo approdo alla guida BCE risale al 2011, dopo cinque anni da Governatore di Bankitalia. L’inizio non è stato facile, soprattutto per le titubanze dei tedeschi che non vedevano di buon occhio un italiano alla guida dell’Eurotower (“Per gli italiani l’inflazione è come la salsa sulla pasta“). Ma critici e detrattori sono stati poi smentiti dalle coraggiose azioni di Draghi. E’ l’uomo delle missioni difficili: non a caso, a poche ore dall’incarico di Premier, l’economista Lorenzo Bini Smaghi gli ha trovato un nuovo soprannome, definendolo “safety car“, l’auto che entra nel circuito dopo un incidente aiutando i bolidi della Formula Uno a riprendere, in piena sicurezza, la corsa.