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23 Gennaio 2023Chirurgia estetica e social: che cos’è lo ‘zoom boom’
Filler, botox e chirurgia esterica: si registra un boom in pandemia, complice anche lo ‘zoom boom’, il continuo vedersi in una prospettiva molto ravvicinata grazie al telelavoro e allo specchiarsi nel pc.
Negli ultimi anni sono sempre di più gli studi e le ricerche che vedono un’impennata di casi di chirurgia estetica. Seno, labbra, naso, cosce sono solo alcune delle parti anatomiche in cui è più richiesto un trattamento chirurgico e plastico, testimoniando così la teoria secondo la quale bisogna un po’ patire per apparire al meglio. In particolar modo dal 2018 si è avuta una crescita progressiva fino a diventare un vero e proprio fenomeno dopo il 2019, anno della pandemia da Coronavirus. Il Covid-19, in realtà, ha soltanto dato una spinta ulteriore ad un trend già in sviluppo poi sfociato in un vero e proprio boom.
Il mercato della chirurgia estetica
Come testimonia una recente analisi di P&S intelligence, una delle più grandi aziende di ricerche sul mercato delle industrie in espansione in tutto il mondo, la medicina estetica entro il 2023 potrebbe superare un giro d’affari globale pari a quasi 20 miliardi di dollari rispetto agli 8,6 miliardi del 2018 con una crescita annuale corrispondente al 12,2%. Tra i Paesi capostipite di questa tendenza troviamo gli Stati Uniti: secondo la banca dati nazionale di chirurgia plastica estetica il numero di procedure botox eseguite negli Usa tra il 2019 e il 2020 è aumentato del 54 % mentre i filler, ovvero i trattamenti a base di acido ialuronico, del 75 %. Il Regno Unito, invece, detiene il primato come mercato in più rapida crescita per ciò che riguarda i filler facciali con un aumento negli ultimi due anni del 70 % delle richieste rispetto al 2020.
Filler e botox in Italia
In tutto questo l’Italia non è certo da meno: secondo l’Osservatorio Aicpe (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica) nel 2019 il ricorso alla chirurgia estetica è cresciuto del 7,8 % rispetto all’anno precedente. Nello specifico, l’uso del botulino è aumentato del 15 % mentre l’uso dell’acido ialuronico del 21 %. Nonostante il trend in salita, questi dati risalgono al periodo pre-pandemico. Se approfondiamo le ricerche effettuate negli anni successivi noteremo una crescita davvero esponenziale. Secondo gli ultimi numeri ufficiali rilasciati dal Codacons la richiesta di chirurgia plastica tra il 2020 e 2021 è aumentata del 30% con 272 mila infiltrazioni di botox e 252 mila di filler. “L’80% delle richieste riguarda interventi non invasivi, che possono essere eseguiti anche da dentisti, odontoiatri, dermatologi e medici di base, mentre il 20% è costituito da interventi chirurgici veri e propri, come Mastoplastica Additiva, Rinoplastica e Liposuzione”, si legge nella nota dell’associazione. Sul podio della classifica dei trattamenti più richiesti infatti compaiono i già citati botox e filler ma anche trattamenti laser, peeling e di biorivitalizzazione.
Chirurgia plastica ed estetica: i dati in Italia
Il dato di sicuro più importante riguarda il numero di persone che fanno ricorso ai trattamenti di chirurgia plastica ed estetica: secondo il Codacons sono circa 5 milioni gli italiani che vogliono migliorare il loro aspetto fisico, numero che tiene conto sia degli interventi ufficiali di chirurghi, dentisti, dermatologi e medici, sia dei trattamenti illegali eseguiti in nero e/o non a norma, in gergo definiti come appartenenti al mondo del “sommerso”. Di questi 5 milioni circa il 70 % è rappresentato dalle donne, mentre il 30 % dagli uomini. Così come l’altra cifra rilevante riguarda la fascia d’età dei soggetti: ben 4 pazienti su 10, corrispondente ad una percentuale del 40 % del totale, hanno meno di 30 anni. Ma come mai questo aumento vorticoso è conciliato con la fine del lockdown? Vediamo nel dettaglio il fenomeno del cosiddetto ‘zoom boom’.
Cos’è lo zoom boom?
Da quando la pandemia Covid-19 ha fatto capolino nelle nostre vite ha un po’ scosso gli equilibri in ogni campo. In particolar modo il mondo estetico è stato uno dei primi a risentirne, in quanto i mesi di chiusura forzata hanno fermato tutte le attività di cura della persona e sportive che necessitano di aiuti esterni. Lo stesso smart working ha influenzato in maniera decisiva la scelta delle persone di avvalersi della chirurgia estetica per sentirsi più belli. Per quanto i telefoni e i pc si utilizzino ormai in maniera quotidiana e compulsiva, è stato durante il periodo dell’epidemia che abbiamo avuto più modo di vederci attraverso una webcam per i meeting di lavoro con la conseguente sovraesposizione del proprio viso in primo piano. Ciò ha portato al fenomeno del cosiddetto ‘zoom boom’ il cui nome deriva proprio dal continuo vedersi in una prospettiva molto ravvicinata grazie al telelavoro e al continuo specchiarsi in uno schermo.
Così la voglia di correggere i difetti, a furia di vederli costantemente tramite un’interfaccia, si sono accentuati. La mancanza di un rapporto vis à vis a favore di video call hanno aumentato l’insicurezza anche nel campo dell’abbigliamento. Se la presenza in ufficio richiede un certo stile, lo stare perpetuamente in casa ha portato ad una maggiore comodità e trascuratezza. Così per vedersi in una prospettiva migliore e migliorata, in molti hanno subito fatto ricorso ai trattamenti di chirurgia estetica o plastica. Lo stesso utilizzo della mascherina ha incrementato le richieste in quanto eventuali rigonfiamenti o segni post-operatori potevano essere nascosti dal dispositivo medico. Come abbiamo notato dagli studi sopra riportati, infatti, tra gli interventi più richiesti spiccano quelli legati al viso come trattamenti di ringiovanimento, rinoplastica, filler e anche di otoplastica.
Gli ‘influencer’ quanto influenzano?
Altro fattore che durante la pandemia ha permesso di avere più consapevolezza del nostro modo di percepire noi stessi è stata la continua esposizione ai contenuti sui social. Instagram e TikTok in particolare sono stati i contenitori principali di immagini costanti delle celebrità alle prese con il lockdown, esponendo i loro fisici e visi perfetti. Ciò ha contribuito in maniera determinante all’ideologia per cui il ricorso ad un ritocchino estetico è da considerarsi normale se si vogliono raggiungere determinati standard di bellezza. Il software di prenotazione per i servizi di cura della persona Pamperbook ha recentemente dimostrato attraverso un sondaggio su 900 saloni del Regno Unito che le donne spendono in media mille sterline al mese per unghie, capelli e trattamenti estetici. Allo stesso modo il sito Refinery29 ha pubblicato lo scorso anno un articolo dettagliato e descrittivo su quante siano le donne disposte ad indebitarsi pur di ricorrere alla chirurgia estetica e plastica classificandole nella lista delle spese ormai necessarie. Questo ci dimostra che stare al passo con la moda spesso ci costa, non solo in termini economici ma anche di salute.