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Ecco le zone con maggiori problemi e reati, secondo i dati de “Il Sole 24 Ore”. Con un approfondimento sulla Sicilia che risulta essere un territorio che presenta un alto tasso di criminalità, spesso tra i più giovani.
Nell’ultimo anno le città siciliane con più reati denunciati sono Catania, Palermo e Siracusa, luoghi in cui vi sono quartieri periferici pericolosi, dove molti ragazzini spesso anche minorenni vivono per strada tra espedienti e piccoli furti. Cominciano così le loro carriere criminali per poi finire per compiere rapine o addirittura omicidi al fine di contendersi i territori.
Catania, presenta il maggior numero di reati denunciati: circa 40.679, seguita dalla città di Palermo con oltre 45.451 reati che le Forze dell’ordine cercano ogni giorno di reprimere. Infine, vi è Siracusa che risulta essere al terzo posto in classifica con 14.139 reati denunciati. Anche Trapani è tra le provincie con il maggior numero di reati (circa 14.186) e a seguire Caltanissetta (7.898), Ragusa con 9.415 reati, Messina (16.241), Agrigento con circa 10.732 episodi denunciati ed Enna che ha all’attivo 3.624 reati.
La classifica dei quartieri più pericolosi d’Italia
Nella periferia di Catania, per esempio, si trova il quartiere di Librino, considerato da molti il più pericoloso con alto tasso di criminalità, dove a comandare è la mafia che assolda ragazzini approfittando delle loro condizioni di indigenza promettendo guadagni facili. Il quartiere, situato a pochi passi dall’aeroporto Fontanarossa di Catania, è considerato tuttora il più malfamato dell’isola. Viene denominato “La Culla della criminalità siciliana” a causa dei traffici illeciti che si manifestano: dal traffico di armi allo spaccio di sostanze stupefacenti e agli omicidi. Librino avrebbe dovuto nascere come un luogo di culto, cultura ed innovazione, ma è stato successivamente abbandonato e divenuto teatro di delinquenza.
Dal quartiere Quarto Oggiaro a Milano al Corviale di Roma
A seguire, il quartiere Quarto Oggiaro di Milano. Nella periferia di Milano, anche i minorenni vengono coinvolti nello spaccio e nell’assunzione di stupefacenti per non parlare di quel 30% che abbandona le mura scolastiche per dedicarsi alla criminalità. Secondo i dati diramati dal dipartimento di Pubblica Sicurezza, anche il Rione Forcella a Napoli viene considerato uno dei più pericolosi quartieri del Sud Italia. In questa periferia, regnano la disoccupazione, l’abbandono scolastico e l’emarginazione sociale.
A Genova, invece, nel quartiere di Begato, svetta per gli omicidi. Conosciuto come la zona dei morti ammazzati, il quartiere è completamente desolato, si può vedere qualche mazzo di fiori posto sui marciapiedi per ricordare qualche morto ucciso per mano criminale. Delle circa 2.500 persone abitanti nel quartiere, circa i ¾ sono affidati ai servizi sociali. Tra i quartieri più degradati, anche il Corviale a Roma dove lo spaccio di cocaina e di altre sostanze avviene alla luce del sole ed in maniera semplificata.
Lo Zen
Tornando in Sicilia, si può notare la presenza dello Zen, lo spaccio di droga è ormai fuori controllo e presenta un alto tasso di dispersione scolastica: 2 ragazzi su 3 abbandonano la scuola divenendo potenziali soldati della malavita organizzata. Gli abitanti vivono in caseggiati popolari molto piccoli e in condizioni di estrema povertà.
Nel quartiere Santa Lucia di Gela si vive peggio, le testimonianze
A Gela, per esempio, c’è chi è stanco di vivere nel degrado più totale e decide di raccontarlo.
Riportiamo quanto già raccontato da un giornale locale.
Chi abita in uno degli alloggi popolari del quartiere Santa Lucia di Gela dice: “Chi non vive queste situazioni sulla propria pelle non può rendersene conto, noi ci sentiamo emarginati da una società che preferisce ignorarci piuttosto che darci una mano. Siamo stati condannati all’ergastolo perenne senza mai essere stati in carcere”. Le condizioni di questo quartiere sono veramente pessime. Costruita nei primi anni ’70, al secolo denominata Bronx, la zona era la culla dei cosiddetti baby killer assoldati dalla Stidda che all’epoca “governava” la città di Gela.