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La decisione arriva anche in concomitanza degli ultimi avvenimenti in Uganda, dove il presidente Yoweri Museveni ha approvato una legge contro l’omosessualità, che prevede, in alcuni casi, la morte.
Il parlamento europeo di Strasburgo, in una risoluzione emanata negli scorsi giorni, ha espresso preoccupazione per gli “attuali movimenti retorici anti-diritti, anti-gender e anti Lgbtiq a livello mondiale, alimentati da leader politici e religiosi” . Tali movimenti “legittimano la retorica secondo cui le persone Lgbtiq sono un’ideologia anziché esseri umani; pertanto il Parlamento condanna fermamente la diffusione di tale retorica da parte di alcuni influenti leader politici e governi nell’Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia”. Così recita un emendamento inserito dalla delegazione dei Verdi nella relazione a proposito della depenalizzazione universale dell’omosessualità, in seguito agli ultimi fatti avvenuti in Uganda. La condanna ha trovato una pronta replica della Lega, che in una nota ha dichiarato: “che il Pd e i loro alleati europei giungano a sostenere tesi simili è la conferma di quanto questa sinistra abbia perso ogni contatto con la realtà. Questa deriva ideologica mina seriamente la credibilità, già molto fragile, delle istituzioni europee: non possiamo condividere assurdità di questo genere”.
Voci a favore e il caso Uganda
I Socialisti, il Pd e il Movimento 5 Stelle si sono espressi a favore dell’emendamento, così come i Verdi, tra i gruppi firmatari della mozione. La mobilitazione del Parlamento Europeo arriva in concomitanza degli ultimi avvenimenti politici in Uganda, dove il presidente Yoweri Museveni ha approvato una proposta di legge contro l’omosessualità, che prevede, in alcuni casi, la morte. La decisione è avvenuta in seguito a numerose manifestazioni in svariati Paesi, tra cui il Sudafrica, e all’invito dell’Onu e degli Stati Uniti a respingere il disegno di legge. Museveni ha dichiarato tramite un suo portavoce, dopo aver rinviato il provvedimento al Parlamento per “migliorarlo”, di non opporsi alle pene previste nel disegno di legge, ma di volere che i parlamentari “esaminino la questione della riabilitazione di coloro che vorrebbero tornare ad avere una vita normale”. Ha infatti affermato: “Sono totalmente d’accordo con il disegno di legge, il mio problema sono le persone psicologicamente disorientate”.
L’omosessualità in Uganda
L’omosessualità, in Uganda, è ad oggi già illegale e punita con l’ergastolo, una legge dello stato, risalente all’epoca coloniale, criminalizza gli atti sessuali “contro l’ordine della natura”. Il disegno di legge anti-Lgbtiq, approvato con 387 voti contro 2 contrari, sanziona anche chiunque affitti immobili a persone omosessuali e chiede infattila “riabilitazione” per coloro che sono stati condannati per omosessualità. Il presidente si sarebbe inoltre congratulato con i deputati e i leader religiosi per la loro “forte posizione” contro le persone Lgbtq. “È un bene che abbiate respinto le pressioni degli imperialisti”, avrebbe poi aggiunto, nel riferirsi ai Paesi occidentali.
La situazione in Italia
La segnalazione del Parlamento Europeo arriva in seguito alle accuse rivolte dalla comunità Lgbtiq Italiana al governo di Giorgia Meloni, di calpestare i diritti genitoriali delle famiglie omogenitoriali, come nel caso del voto del senato contro un regolamento della commissione europea per il riconoscimento trans frontaliero dei genitori dello stesso sesso. Il dissenso sarebbe causato da una preoccupazione che tale riconoscimento possa minare il vigente divieto di gravidanza surrogata, attualmente giudicata dalla legge italiana come un offesa alla dignità della donna.
L’ Italia e la maternità surrogata
Inoltre, un disegno di legge sostenuto in Parlamento da Fratelli d’Italia si propone di rendere un reato per le coppie italiane ricorrere alla maternità surrogata nei paesi in cui la pratica è consentita. La proposta rischierebbe però di interferire con il diritto internazionale, e risulta pertanto di difficile attuazione.
L’argomento era di interesse politico già nel 2021, quando una sentenza della Corte Costituzionale Europea aveva chiesto al Parlamento Italiano un’apertura nel quadro normativo riguardante le adozioni “in circostanze particolari” a genitori dello stesso sesso. Il partito di Giorgia Meloni aveva in quell’occasione ribadito l’importanza prioritaria di aiutare i bambini a trovare una famiglia, parlando sia di coppie eterosessuali che di coppie omosessuali.
La Corte Costituzionale aveva infatti sancito l’incostituzionalità della legge sulle adozioni in “casi particolari” (tra cui ad esempio la stepchild adoption, ovvero la possibilità che il genitore non biologico adotti il figlio del partner, naturale o adottivo, senza porre restrizioni su un’eventuale nascita da maternità surrogata), L. n. 184/1983, nella parte in cui non era riconosciuto il legame giuridico tra minore adottato e parenti del genitore adottante. A seguito della sentenza i minori adottati “in casi particolari”, anche da famiglie omogenitoriali, possono quindi godere degli stessi diritti dei minori adottati con “adozione piena” o legittimante, di cui all’art. 7 della stessa legge.