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26 Agosto 2022Domenica 25 settembre: come funziona la legge elettorale Rosatellum e come si vota
Entriamo in cabina elettorale e vediamo le due schede di Camera e Senato
di Paolo Trapani
Domenica 25 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. In cabina elettorale riceveranno due schede identiche: una di colore rosa per la Camera dei deputati e una di colore giallo per il Senato della Repubblica. Attenzione però: per ogni scheda con lo stesso voto si esprime di fatto un doppio consenso, ossia uno per il candidato uninominale (il cui nome è stampato sulla scheda) ed un altro per il partito che sostiene il candidato stesso. Votando il candidato uninominale si concorre ad assegnare il seggio con il sistema maggioritario, votando il partito si partecipa ad assegnare il seggio con il sistema proporzionale.
Il Rosatellum
L’attuale sistema elettorale è misto ed articolato in due quote di attribuzione dei seggi: il 37% dei 400 scranni a Montecitorio e dei 200 a Palazzo Madama viene assegnato con il meccanismo maggioritario, il restante 63% con un metodo proporzionale. Non è ammesso il voto disgiunto. Dunque se si vota il candidato uninominale “tizio” senza indicare il partito, i voti verranno assegnati al candidato stesso ed alla lista o liste che lo sostengono. Se si vota una delle liste coalizzate a sostegno del candidato “tizio” i voti del partito andranno automaticamente anche al candidato ad esso collegato.
Ricapitolando:
L’elettore può tracciare un segno sul nome del candidato uninominale che si presenta con un partito o con una coalizione di essi, assegnando un voto al candidato e alla lista collegata, e viceversa sul candidato per darlo anche alla sua lista;
Se invece la X è per un candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, il voto viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio elettorale;
Si può decidere di segnare il nominativo del candidato del collegio uninominale e il contrassegno della lista per dare il proprio voto sia al candidato sia alla lista e ai candidati plurinominali del partito;
Si può tracciare una duplice X sul contrassegno della lista e diventa un voto valido per la lista e per il suo candidato uninominale;
Non si può votare in modo disgiunto, ossia decidere di tracciare un segno sul nome di un candidato uninominale e poi sul contrassegno di una lista ad esso non collegato, pena la nullità della scheda;
Allo stesso modo, non è possibile esprimere una preferenza specifica per i candidati proporzionali (indicati vicino al simbolo della lista), definiti tecnicamente candidati bloccati perché l’eventuale loro elezione avviene in ordine di presentazione ed in base ai seggi ottenuti dalle singole liste;
Per i candidati uninominali: ogni collegio elettorale vedrà assegnato il seggio, sia esso della Camera che del Senato, a quel candidato che otterra’ anche un solo voto in più degli altri.
Cavilli, tecnicismi e niente preferenze libere
Come tutte le leggi elettorali anche quella attualmente in vigore in Italia è piena di cavilli e tecnicismi. Di fatto l’elettore si trova a dover scegliere per chi votare senza avere la possibilità di indicare, con una preferenza libera, quale candidato lo rappresenta meglio. Sia i candidati uninominali sia quelli dei singoli partiti sono prestabili dai partiti stessi. Non è certo il massimo per una democrazia rappresentativa.
Infine, la legge in vigore prevede soglie di sbarramento per entrare in Parlamento. Ogni singolo partito deve raggiungere almeno il 3% su scala nazionale per accedere al riparto dei seggi della quota proporzionale. Le coalizioni di partiti o liste alleati devono ottenere invece il 10%.
Per conoscere i collegi di riferimento:
https://www.riformeistituzionali.gov.it/it/i-nuovi-collegi-elettorali/
Per conoscere i candidati: