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Uno degli ex leader di Forza Nuova, Pier Francesco Belli, è tra i fondatori dall’associazione antivaccinista Vicit Leo che, secondo la recente inchiesta del quotidiano “Domani”, è finanziata da Forza Nuova. La storia del professore è emblematica del nuovo corso del partito e della sua artificiosa natura no-vax
di Lorenza Cianci
È di questi ultimi giorni l’inchiesta del quotidiano nazionale “Domani”, a firma Giovanna Faggionato e Giovanni Tizian, sulla direzione dei fondi esteri del partito di Forza Nuova che, dalla londinese «latitanza dorata» del suo leader Roberto Fiore, sarebbero giunti fino all’associazione anti vaccinista Vicit Leo. Attraverso il Saint George Educational Trust, un trust fondato dallo stesso leader di FN. Il nome del presunto finanziatore della piattaforma no-vax Vicit Leo, Roberto Fiore, è salito di nuovo alla ribalta il 9 ottobre scorso, dopo l’assalto alla sede CGIL di Roma, nell’ambito della manifestazione anti-green pass e no-vax. All’episodio è seguito l’arresto del leader di FN che, in queste ultimissime ore, è stato convalidato. È stato confermato il fermo cautelare anche per Giuliano Castellino, suo uomo di fiducia. Che, secondo FanPage, il gip avrebbe definito, proprio in queste ore, «il protagonista indiscusso dell’istigazione alla violenza» di sabato scorso1.
Sono stati proprio «i diciannove anni di latitanza dorata» (cit. Faggionato; Tizian) di Fiore, a stabilire i nodi cruciali di una rete a maglie strettissime, quelli del sovranismo cattolico. Rete, poi, che ha trovato paracadute prima nella mano tesa di cittadini “no mask”, spesso scarsamente politicizzati se non lontani lusingatori del populismo di destra. Molti di questi si trovano d’accordo con l’indirizzo anti vaccinista e pro Vita dell’associazione Vicit Leo, fondata nell’estate del 2020.
Chi sono i fondatori di Vicit Leo?
Vicit Leo, l’associazione no-vax a cui sarebbero arrivati i fondi del trust fondato da Roberto Fiore a Londra, secondo il giornale di Stefano Feltri, è un’ideazione politica della ginecologa Luisa Acanfora; del marito, Pier Francesco Belli; e di Daniele Trabucco, avvocato e professore della Libera Accademia degli studi di Bellinzona. A quest’ultimo, a seguito sempre dell’inchiesta del giornale “Domani” sulla sua vicinanza a Forza Nuova, è stato revocato l’incarico al tavolo tecnico minore di palazzo Chigi sulle “aree montane” presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, incarico fortemente voluto, a quanto dice l’inchiesta, da Fratelli d’Italia.
Veniamo, però a Pier Francesco Belli.
Chi è Pier Francesco Belli?
Pier Francesco Belli, oltre ad essere tra i fondatori del gruppo cattolico di area no-vax e pro Vita Vicit Leo, è anche presidente della Commissione “Rischi ed Etica-Sanitaria” dell’INCER Institute e membro del Comitato scientifico all’interno della stessa associazione. Inoltre, è stato membro dell’Indirizzo e Controllo dell’Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana.
Il nome di Belli risulta, infatti, tra il 2016 e il 2019, proprio nel riepilogo dei compensi erogati nell’ambito delle sedute del Comitato di Indirizzo e Controllo nel sito dell’ARS della regione Toscana. Risulta anche nel programma di attività annuale del 2017 e del ciclo fino al 2019 del Comitato stesso, a quanto risulta dalla verbalizzazione di un estratto della seduta del 17 novembre 2017, consultabile qui. Dalla deliberazione della seduta del Consiglio regionale del 28 aprile 2021 numero 47, invece, relativa alla nomina del Comitato di Indirizzo e Controllo da parte del Consiglio della Regione Toscana dell’anno in corso, il 2021, il nome di Belli non pare riconfermato.
In un opuscolo (senza anno di pubblicazione) di FederConsumatori sul “parto corretto” dal titolo “Parto. La manovra di Kristeller: la manovra invisibile”, proprio a cura di Pier Francesco Belli, è lui stesso a presentarsi come un «Esperto in Ingegneria dei Sistemi Sanitari».
Infatti, come si legge in un articolo di SanitàInformazione del febbraio 2020, Belli, presumibilmente in qualità di tecnico, aveva sottolineato «la estrema pericolosità di questa infezione che ha già causato ad oggi oltre 75 mila contagiati e 2009 morti», mostrandosi fortemente critico verso l’utilizzo dei dispositivi termoscanner di rilevamento della temperatura, in particolare negli aeroporti. Definendoli «inutili», in quanto non indicativi di quei soggetti che si trovavano nel periodo d’incubazione del virus Sars-Cov-2.
Siamo, quindi, andati a verificare sull’elenco dell’ordine nazionale dei medici italiani se fosse presente il nome di Pier Francesco Belli. Per farlo, abbiamo cliccato nell’apposito portale della Federazione Italiana degli ordini dei Medici e Chirurghi odontoiatri (FNOMCeo), nella sezione “Ricerca Anagrafica”. Il nome non c’è. Presumiamo quindi che Pier Francesco Belli non sia un dottore medico.
Abbiamo allora controllato sul sito dell’Albo Unico del Consiglio Nazionale degli Ingegneri se il nome di Belli fosse presente. La risposta è stata negativa. Presumiamo quindi che Belli non sia nemmeno un ingegnere.
Belli è riportato anche come fonte all’interno del testo di un’interrogazione alla Camera ad opera di Giorgio Silli, attualmente del gruppo parlamentare “Coraggio Italia”, in cui chiedeva delucidazioni in merito alla gestione iniziale della pandemia, ritenuta inappropriata, anche «dai dati e dalle fonti raccolte dal gruppo di lavoro del professor dottor Pierfrancesco Belli, presidente della Commissione rischi ed etica sanitaria di Incer Institute, Centro internazionale di eccellenza per la formazione e la ricerca, presidente della Commissione rischi sanitari e disabilità di Cisa, Centro inter-accademico per le scienze attuariali e la gestione dei rischi».
In un articolo di SanitàInformazione del 18 gennaio 2019 , Belli è presentato come «docente di gestione del Rischio Clinico ostetrico al Corso di Laurea in Ostetricia e alla Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia all’Università di Padova oltre che membro del Comitato di Indirizzo e Controllo dell’agenzia Regionale di Sanità Toscana».
Siamo andati sul sito della Scuola di specializzazione Ginecologia e Ostetricia, il cui direttore è il dottore Erich Cosmi. Alla pagina Ricercatori e professori, nell’elenco del personale docente e associato, il nome di di Pier Francesco Belli non appare. Abbiamo chiamato, per informazioni, la Segreteria didattica della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Padova, ma ci hanno risposto che «questa materia di “Gestione del rischio” non c’è mai stata nel nostro ordinamento (…) è una materia che viene fatta generalmente al livello infermieristico, ma viene impartita o nei corsi di laurea triennali o nei Master». E, ancora: «posso confermare che questo Belli della scuola di Specializzazione di Ginecologia e Ostetricia non c’è».
Proviamo a spostarci negli organigrammi dei docenti presenti nei siti web delle Scuole di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova e, sempre a Padova, in quella di Scienze infermieristiche. Ma il nome di Pier Francesco Belli non ci appare da nessuna parte. Sembra non sia un docente a contratto dell’Università di Padova.
Dove tiene la sua cattedra di docenza Pier Francesco Belli?
Una cosa certa è che Belli, come abbiamo detto poco fa, è il presidente della Commissione “Rischi ed Etica-Sanitaria” dell’INCER Institute e membro del Comitato scientifico all’interno della stessa associazione.
Che cos’è l’INCER?
INCER è l’acronimo di Centro Internazionale di Eccellenza per la Formazione e la Ricerca. Sul suo sito web, www.incer.it, il Centro di Ricerca dichiara la propria apoliticità. E l’indisposizione a perseguire, attraverso le sue attività, scopi di lucro.
Nella stessa pagina nel ruolo del Presidente del Consiglio di Amministrazione è scritto il professore Augusto Bellieri dei Belliera. Docente a contratto di Economia e Statistica fino al 2012 (data del suo pensionamento) dell’Università di Firenze. La sua scheda biografica e curriculum vitae si può trovare qui.
Quindi, senza sorprese, il nome di Pier Francesco Belli è segnalato, nella lista, due volte. Una, lo ripetiamo, come presidente della Commissione “Rischi ed Etica Sanitaria”. Due, sempre come presidente di Commissione, nel gruppo del Comitato scientifico.
Il blog di Castellino sventola bandiera Belli
Tornando al posizionamento politico di Belli, non ci sono dubbi che egli sia stato all’interno del partito politico di Roberto Fiore, Forza Nuova. A dirlo, è lo stesso Giuliano Castellino.
Di un articolo del 26 luglio scorso che pare scritto direttamente da Pier Francesco Belli, apparso sul sito forzanuova.eu, rimane solo il titolo, nella maschera di indicizzazione Google: «sono il presidente di FORZA NUOVA E LOTTO CONTRO LA TIRANNIA SANITARIA».
Il sito, dopo i fatti di Roma dello scorso 9 ottobre, è stato sequestrato dalla magistratura e l’articolo in questione non può più essere letto dal pubblico itinerante nel web. Basta però spostare il mouse sul risultato corrispondente al giornale online L’Italia mensile per leggere la stessa notizia, datata il giorno prima, il 25 luglio 2021. Il giornale online della cooperativa editoriale Italia Futura è, almeno al momento, per buona parte dedicato alla tematica revisionista della “dittatura sanitaria”. Ha anche una pagina Facebook, seguita da 1450 persone, nel cui riquadro informazioni è scritto: «Il pensiero libero vi scorrerà nelle vene. E vi disintossicherete da tutta la propaganda quotidiana del pensiero unico. Questo è il nostro manifesto, questa è la nostra promessa. Questo è l’Italia Mensile».
La sezione del sito dal nome “Blog” è, possiamo dirlo, monopolizzata dalla tastiera di Giuliano Castellino. Viene dal pugno di Castellino anche la notizia che “sventola” la bandiera Belli. Un articolo, datato 18 agosto 2020, e che sembrerebbe più un comunicato, porta la firma anche di Roberto Fiore. Eccone uno stralcio: «Di fatto, da alcune settimane Belli ricopre già il ruolo di Presidente di FN: questo ruolo gli sarà legalmente attribuito dalla prima assise del Movimento che si terrà a settembre». Conclude Castellino e Fiore sotto firma. È il 18 agosto del 2020, e ci troviamo quindi in quello stesso frangente politico in cui, secondo i giornalisti Faggionato e Tizian della testata “Domani”, è nata l’associazione Vicit Leo fondata proprio dallo stesso Pier Francesco Belli, Luisa Acanfora e Daniele Trabucco.
Non solo. Nel novembre del 2020, il giornale online EcodelloJonio.it riporta che, ai tempi della vicenda critica del commissariamento della regione Calabria, Forza Nuova, in contrapposizione a quello del da poco scomparso fondatore di Emercency Gino Strada, fece proprio il nome del dottor Pier Francesco Belli. Questo è, stando alla nota di Davide Pirillo, coordinatore di Sud Italia e dirigente nazionale FN, riportata dal giornale di cronaca calabrese. Dal giornale online estrapoliamo proprio le parole di Pirillo: «La Calabria ha bisogno di una sanità senza commissariamenti, ma alla proposta di Gino Strada voglio controproporre a commissario il professor Belli, Presidente della Commissione Rischi ed Etica Sanitaria (dell’INCER, ndr) e rinomato esperto internazionale nella gestione dei rischi sanitari. Senza offesa per Gino Strada, ma abbiamo bisogno di esperti e non di figure sputate fuori da un mondo ideologico che non esiste più».
Invece, stando al ritratto assegnato dalle fonti, il professore Pier Francesco Belli si accosterebbe proprio dal mondo ideologico di Forza Nuova. Pier Francesco Belli, però, a quanto si legge dal suo profilo sulla piattaforma di recruiting “LinkedIn”, è anche vicepresidente di un’azienda di Impruneta (Firenze) che fabbrica apparecchi elettro medicali, la “SafeFactory s.r.l.”.
L’invenzione del “Baby Birth” della SafeFactory s.r.l.
Il dispositivo sanitario più famoso distribuito a livello internazionale dall’azienda è certamente il Baby Birth. Un nome di battesimo anglofono per un dispositivo sanitario tutto made in Italy. Certificato C E: una fascia addominale gonfiabile a tre camere per le partorienti. Che accompagnerebbe le donne al parto in totale sicurezza ed eviterebbe, nei casi critici, la manovra d’emergenza chiamata “di Kristeller” (dal nome del suo ideatore), ritenuta potenzialmente dannosa alla madre e al bambino nella fase perinatale. Nel sito dedicato, safefactoryweb.com, lo strumento viene descritto così: «Dispositivo medico marcato C E, per la prevenzione primaria, per il controllo del rischio clinico e per la sicurezza sanitaria, della partoriente e degli operatori della sala parto».
Il Baby Birth è entrato nella legislazione italiana come valido protocollo di sicurezza per ostetriche e personale medico a partire dalla proposta di legge presentata, nel gennaio 2015, dalla senatrice centrista, medico e neuropsichiatra infantile, Paola Binetti, dal titolo “Norme per l’incremento dei livelli di sicurezza del parto naturale”, di cui ci sembra utile il seguente passo:
«Grazie al supporto del Centro interuniversitario Scienze Attuariali e gestione dei rischi (CISA, ndr), costituito nel 1992 tra le università degli studi di Firenze, di Roma « La Sapienza » e di Trieste, alle quali si sono successivamente aggiunte le università degli studi di Milano « Cattolica del Sacro Cuore », di Torino, del Sannio e della Calabria, in particolare con la sua Commissione rischi sanitari, è stato elaborato un progetto che intende utilizzare il BabyBirth, dispositivo medico innovativo, come prevenzione primaria per minimizzare l’insorgenza di eventi avversi nell’assistenza al parto e al post-partum in modo da ridurre la mortalità e la morbosità materno-feto-neonatale potenzialmente evitabile». Così si legge nella proposta del disegno di legge.
Chi fa parte del Centro interuniversitario Scienze Attuariali (CISA)?
Tra i membri del CISA invocato da Binetti come Centro “di supporto” all’impalcatura della sua proposta di legge, c’è attualmente proprio il nome di Luisa Acanfora, dottoressa ginecologa, moglie del Pier Francesco Belli della SafeFactory s.r.l.
Del CISA, ci fa parte anche lo stesso Pier Francesco Belli, in qualità di membro ordinario.
Nel sito del Centro interuniversitario, infatti, Luisa Acanfora è citata, ad oggi, nel novero dei membri ordinari del Comitato scientifico e di indirizzo. Sempre dal sito, nei nomi del Consiglio di Amministrazione, troviamo anche, come amministratore delegato, Augusto Bellieri di Belliera. Che, come abbiamo detto poc’anzi, è anche presidente del Consiglio di Amministrazione dell’INCER, il “Centro Internazionale di Eccellenza per la Formazione e la Ricerca” in cui Pier Francesco Belli è a capo della Commissione “Rischi ed Etica” Sanitaria.
In comune all’INCER, c’è anche il nome di Walter Rosignoli, sempre in qualità di Consigliere.
La prima a parlare di “Nascere sicuri” è stata Acanfora
Tre anni esatti prima della proposta di legge della senatrice Binetti, il 17 gennaio 2012, fu proprio la dottoressa Luisa Acanfora a proporre un’audizione in Senato, dal nome “Nascere sicuri, lo scandalo dell’uso della manovra Kristeller”. Sul curriculm vitae della dottoressa, allegato alla sua scheda nel sito dell’ONLUS (OdV) fiorentina Pubblica Assistenza Tavernuzze, si legge così: «”primo ginecologo italiano che nel 2012, il 17 gennaio, ha denunciato a una audizione in XII Commissione Permanente Igiene e Sanità del Senato “Nascere sicuri, lo scandalo dell’uso della manovra Kristeller”: “La manovra Kristeller è una manovra ostetrica eseguita durante il parto in contemporanea con la contrazione. Consiste nell’applicazione di una spinta a livello del fondo dell’utero con lo scopo di facilitare l’espulsione della testa fetale in fase espulsiva avanzata”». Luisa Acanfora sarebbe stata, quindi, «il primo ginecologo».
Ma le altre associazioni di categoria del mondo neonatale e pre neonatale sostengono che, se Luisa Acanfora è stata «il primo ginecologo» è perché loro non sono state mai né coinvolte, né ascoltate. Né nell’audizione del 2012; né, poi, soprattutto, nel disegno di legge Binetti. A sostenere questa presa di posizione, stando alle parole del sito di informazione online Quotidianosanità, è stato un folto gruppo di “addetti ai lavori”, composto dalla Società Italiana Ginecologia e Ostetrica (SIGO), l’Associazione Ostetrici/che Ginecologi/che ospedaliere italiani (AOGOI), Associazione ginecologi universitari italiani (AGUI) e, in ultimo, dalla Federazione nazionale Collegi Ostetriche (FNCO): «Non si può scrivere un provvedimento sulla sicurezza del percorso nascita e del parto senza sentire il parere di chi tutti i giorni lavora con madri e neonati», hanno asserito congiuntamente le associazioni.
Cosa si sa delle fasce Baby Birth dopo l’audizione del 2012 e prima della proposta di legge Binetti?
Dal quotidiano di cronaca Il Tirreno di Empoli online apprendiamo che, un anno prima che la proposta di legge Binetti arrivasse alla Camera dei Deputati, la regione Toscana fece un investimento di 100 mila euro all’ASL 11 di Empoli, per comprare 250 Baby Birth, nell’ambito del progetto “Fenarete” (dal nome della famosa genitrice mamma di Socrate).
Secondo le dichiarazioni fatte aIl Tirreno di Empoli all’epoca, la direttrice dell’ASL 11 salutò il suo personale medico come «i primi al mondo» a adottare il modello per il parto in sicurezza.
La risposta del gruppo politico SI Toscana a Sinistra, direttamente dalla loro pagina web, è, invece, di tutt’altro parere: «Il dispositivo “Baby Birth” è giudicato da esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dal Collegio delle Ostetriche come inutile e dannoso, obbligando le donne a partorire in una posizione difficile e pericolosa, senza evidenze scientifiche e nessun dato verificato che ne dimostri efficacia e sicurezza».
Il progetto dei 250 Baby Birth di Empoli, dopo un primo entusiasmo, si è fermato a sei mesi dal suo lancio. A dirlo, è sempre Il Tirreno di Empoli.
Di conseguenza, il gruppo SI Toscana a Sinistra ha presentato, nel 2016, un’interrogazione alla Giunta per sapere dove fossero finiti i 120mila euro che dovevano essere investiti nel progetto “Fenarete” e stanziati anche nell’acquisto dei 250 Baby Birth.
Un altro parere contrario al dispositivo viene dalla presidente nazionale della Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (FNCO), Maria Vicario. Che si era espressa al quotidiano di informazione sanitaria Quotidianosanità.it . Parlando, a nome di tutta la Federazione, di «un palese conflitto di interessi insito nel DDL», in questi termini:
«La FNCO promuove l’adozione di procedure assistenziali perinatali appropriate e contrasta con fermezza ogni tentativo politico di introdurre sulla scena del parto metodi, strumenti e tecnologie inappropriati e basati su palese conflitto di interessi insito nel DDL ‘Norme per l’incremento del livello di sicurezza del parto naturale’».
La sperimentazione del Baby Birth. Perché Empoli è stata la culla del dispositivo sanitario?
L’unica sperimentazione, precedente all’audizione parlamentare di Acanfora nel 2012 e, poi, alla proposta del testo di legge Binetti del 2015 è stata proprio nell’ospedale “San Giuseppe” di Empoli. La sperimentazione è stata compiuta su 80 donne partorienti. I risultati dello studio di Luisa Acanfora sono visibili online, qui.
A quanto sappiamo, allo stato attuale dalla nostra indagine, queste 80 donne sono l’unica letteratura scientifica a sostengo dei vantaggi del dispositivo Baby Birth. Non sappiamo nemmeno se quei 100 mila euro investiti dall’ASL 11 di Empoli siano stati, in parte o del tutto, investiti allo scopo.
Quel Convegno alla Camera in cui Pier Francesco Belli era relatore
Il movimento attivista “Freedom from Birth” ha confermato al giornale online Il Fatto quotidiano che, a fare da relatore in un Convegno svoltosi alla Camera l’11 marzo 2016 sul tema proprio della sicurezza del parto, promosso sempre dalla deputata Binetti, era Pier Francesco Belli della SafeFactory s.r.l., accompagnato da Erich Cosmi, attualmente direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetrica dell’Università degli Studi di Padova. Si tratta di un convegno a un anno dalla proposta del Ddl Binetti.
L’OMS double face
La proposta di legge su iniziativa di Paola Binetti “Norme per l’incremento del livello di sicurezza del parto naturale” del 14 gennaio 2015, esordisce con l’appello agli onorevoli deputati ad ascoltare e seguire le parole dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità:
«L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato, sulla base dei dati epidemiologici internazionali, che “la salute materno-infantile è un tema di enorme importanza sanitaria e richiede investimenti, progetti, energie e un grande impegno”».
Mettiamo un punto e virgola a questa indagine dicendo che il dispositivo Baby Birth, che doveva rappresentare una soluzione alle attenzioni in termini di salute infantile richieste dall’OMS, viene distribuito a livello internazionale da un’azienda il cui il vicepresidente, Pier Francesco Belli, ha organizzato, nell’aprile 2020, una conferenza dal nome “DELENDA OMS”. Che, tradotto letteralmente, significa: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità deve essere distrutta”.
Se questa non è la ciliegina sulla torta.
1 Come è noto, dopo i fatti romani, è stata presentata anche una mozione per lo scioglimento di FN in cui la Camera «impegna il governo a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista (…)». L’inchiesta di Faggionato e Tizian getta una luce importante sulla volontà, da parte del Forza Nuova di Fiore, di ricostruire l’identità di un partito che in questi anni aveva subito, al suo interno, una scissione critica. A parlare dei tentativi, da parte della galassia neofascista di FN, di “saldarsi” con i movimenti cattolici e pro Vita, tutti italiani, era stato anche il professore Saverio Ferrari, dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre, pochi giorni fa, ai microfoni dell’emittente bolognese Radio Città Fujiko.
NOTA DI AGGIORNAMENTO 21/10/2021: dal profilo formale della società, Pierfrancesco Belli risulta amministratore unico della Safefactory s.r.l. con data di iscrizione dal 04/02/2009 al 02/12/2009. La società è stata costituita con atto il 04/02/2009