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10 Ottobre 2022Gran Bretagna, il caso della Bank of England
Il nuovo capo del Governo britannico Liz Truss annuncia una manovra di espansione fiscale e la Bank of England è costretta a intervenire con acquisto titoli di Stato, a sostegno del debito.
Proprio mentre in Italia, si stavano certificando i risultati delle urne, da Oltre Manica arrivava una lezione da tenere bene a mente. Soprattutto, perché ci eravamo lasciati alle spalle una campagna elettorale in cui il refrain della “sovranità monetaria” era circolato fra le piazze e le interviste televisive, seppur con meno insistenza rispetto al 2018. Quanto avvenuto in Gran Bretagna ha dimostrato che pur avendo la tua moneta sovrana, gli errori si pagano a caro prezzo, al cospetto dei mercati.
Gran Bretagna, manovra di espansione fiscale
Venerdì 23 settembre il nuovo capo del Governo britannico Liz Truss aveva annunciato una manovra di espansione fiscale che ha spiazzato ogni osservatore. Oltre ai provvedimenti, da quasi 150 miliardi di sterline, varati per sostenere famiglie e imprese sul caro-energia, sono stati stabiliti interventi fiscali a favore delle fasce di reddito più abbienti, per un valore di 45 miliardi di sterline.In particolare, l’aliquota massima del 45% è stata portata al 40%, l’aumento delle imposte societarie previsto da Boris Johnson è stato sospeso ed è stato abolito il tetto ai bonus per i manager, a suo tempo introdotto dall’Unione Europea.
Il tutto naturalmente da finanziare a debito.
La decisione della Bank of England
I mercati hanno reagito con un duro calo del cambio e della borsa e uno scatto dei rendimenti dei titoli di Stato. La Bank of England si è ritrovata costretta ad agire tempestivamente, per proteggere la stabilità degli intermediari finanziari, soprattutto fondi pensione e ha dato avvio ad un piano di acquisti di titoli di Stato, illimitato. In questa immediatezza incondizionata, sicuramente si possono rinvenire gli unici benefici della sovranità monetaria.
Cosa avrebbe fatto l’UE a sostegno del debito
Se si considera, infatti lo “scudo antispread” immaginato pochi mesi fa dalla Banca Centrale Europea, questo potrà entrare in funzione solo dopo una valutazione di sostenibilità del debito pubblico del Paese interessato e al soddisfacimento di determinate condizioni. Ancora più temuto risulta l’altro meccanismo introdotto dieci anni fa e mai utilizzato, ovvero l’Outight Monetary Transaction, che chiama in causa il Mes. Nell’area-euro il sostegno al debito di un singolo Paese è costantemente mal visto dagli altri membri, il sintomo questo di una “Unione” incompiuta, dove coesistono una politica monetaria unica e politiche fiscali nazionali.
Che cos’è la politica monetaria espansiva
Per politica monetaria si intende il ventaglio di misure che una banca centrale applica, per orientare il costo e la disponibilità di denaro nell’economia, al fine di perseguire gli obiettivi prefissati. Le leve principali sono i tassi di interesse e la base monetaria, i primi soprattutto sono più facilmente misurabili rispetto all’offerta di moneta. La politica monetaria può essere di tipo espansivo quando, con la riduzione dei tassi di interesse, si stimola l’offerta di moneta e può essere di tipo restrittivo quando, aumentando i tassi di interesse, si ha la necessità di far circolare meno moneta. Uno della missioni principali di qualunque banca centrale è la stabilità dei prezzi.
Per questo motivo, lo scenario inflattivo che da inizio 2021 ha riguardato Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti ha indirizzato al controllo dell’inflazione, con l’innalzamento dei tassi. Proprio la Bank of England ha ritoccato i tassi dallo 0,1% di novembre 2021 e 2,25% di oggi. Stesso dinamica si riscontra per la Federal Reserve statunitense e, in misura minore per la Banca Centrale Europea, come vi avevamo anticipato in focus specifico lo scorso giugno.
Le banche centrali innalzano i tassi di interesse
Si deduce facilmente, pertanto, che sebbene Stati Uniti e Regno Unito possono entrambi fregiarsi della cosiddetta “sovranità monetaria”, le rispettive banche centrali sono ricorse a politiche monetarie restrittive, attraverso l’innalzamento dei tassi di interesse. La sovranità monetaria non può ignorare o aggirare le regole universali della politica monetaria.
La reazione dei mercati alla manovra espansiva UK
La Bank England si è ritrovata, tra l’altro, nel mezzo di una tempesta finanziaria e speculativa ai danni dell’Inghilterra, a causa di un piano economico enorme, a deficit.
Il debito pubblico inglese è pari al 100% del PIL, decisamente inferiore a quello italiano, pari al 145%. Ciononostante, i mercati hanno reagito duramente ad una manovra che va contro la priorità di politica economica del momento: la lotta all’inflazione. Quanto accaduto Oltre Manica può forse essere da monito ai partiti nostrani che durante la campagna elettorale avevano parlato di prepensionamenti, pensioni minime a mille euro, dieci mila euro ai diciottenni, estensione della flat tax e chi più ne ha, più ne metta.