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È il nuovo re dei boschi rumeni, grazie a un progetto promosso dalla Commissione europea nel 2014 e che si chiuderà al termine di quest’anno.
Chi è il bisonte europeo
Si tratta del bisonte europeo, scomparso dalla Romania due secoli fa, reintrodotto nell’area meridionale dei monti Carpazi, con l’obiettivo dichiarato di contrastare le emissioni di gas serra. Secondo una ricerca della Yale School of the Environmente, questi erbivori riescono a catturare e immagazzinare il carbonio.
Come avviene la cattura del carbonio
Attraverso le loro libere attività di pascolo, fertilizzano l’erba e spargono i semi, stimolandone la crescita. Con la loro enorme circonferenza, compattano anche il terreno, contribuendo a mantenere il carbonio bloccato nel terreno. I bisonti possono essere annoverati fra le cosiddette “specie ombrello”, capaci di aiutare la flora e la fauna a prosperare: la sua protezione, insomma, favorisce molte altre specie nella comunità, garantendo la conservazione di tanti microhabitat. La meticolosa operazione di rewalding ha consegnato alla Romania una delle più grandi mandrie di bisonti in libertà in Europa, con una stima attuale di almeno 170 esemplari.
Eracle e Lillibet
Fra questi, anche Eracle e Lillibet, una coppia cresciuta sulle rive del Garda, accudita nel Parco Natura Viva di Bussolengo, sino ai giorni del rilascio in libertà nelle foreste rumene. Le foreste rumene rappresentano circa il 65 % della superficie totale di foreste vergini rimanenti in Europa, un patrimonio boschivo da gestire con attenzione e spesso nel mirino di criminalità organizzata.
La storia del bisonte europeo
Il bisonte europeo è l’erbivoro più grande del nostro continente. Ha rischiato di scomparire a causa della caccia dilagante tra il XVII e il XIX secolo. A inizio Novecento, solo due popolazioni erano rimaste allo stato selvatico: una al confine fra Bielorussia e Polonia, l’altra nelle montagne del Caucaso occidentale, fra Russia e Georgia. Queste mandrie erano scomparse sul finire degli Anni Venti, sulla scia del post-primo conflitto mondiale, quando le necessità di sostentamento della popolazione, ma anche delle truppe impegnate al fronte, aveva portato ad abbattimenti su vasta scala.
La popolazione europea di bisonti oggi
Grazie a vari programmi di ripopolamento, secondo l’ultimo report l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) di luglio 2020, oggi non è più una specie a rischio e si stima una popolazione di circa 2500 capi, distribuita principalmente nell’est Europa.