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A New York c’è un’organizzazione di liceali di Brooklyn che hanno rinunciato ai social e agli smartphone, preferendo i telefoni a conchiglia per trascorrere il tempo libero insieme.
C’è anche chi va in controtendenza. E a chi afferma che i giovani hanno in mente soltanto like, follower, numero di visualizzazioni o provare pose per il qualche balletto in TikTok, si sbaglia e il Luddite Club ne è l’esempio.
A New York c’è infatti un’organizzazione di liceali di Brooklyn che hanno rinunciato ai social e agli smartphone, preferendo i telefoni a conchiglia per trascorrere il tempo libero insieme, occupandolo in attività ricreative anziché che passarlo a scrollare post in internet.
Il Luddite Club, il gruppo anti social media
Il Luddite Club promuove uno stile di vita di auto-liberazione dai social media e dalla tecnologia, e nasce da un’idea di Logan Lane, studentessa di un liceo di Brooklyn. Il New York Times riporta che ogni domenica il gruppo si riunisce sui gradini della Central Library in Grand Army Plaza a Brooklyn per l’appuntamento settimanale del club.
«Siamo qui ogni domenica, anche con la neve. Non ci teniamo in contatto l’uno con l’altro attraverso i telefoni; quindi, per incontraci, è necessario presentarsi qui». Una volta riunitisi, si spostano verso Prospect Park, camminando verso la parte più alta della collina, lontano dalla folla del parco. C’è chi legge, chi scrive, chi disegna, chi chiacchiera; il Luddite Club celebra il ritorno alla vita reale e, anche l’occupazione di luoghi naturali e spazi verdi, lontani dal caos metropolitano. Una scelta che sorprende sopratutto se si considera che l’idea è nata durante la pandemia da covid-19, un periodo in cui le parole internet e iperconnesso la facevano da padroni.
Eppure Logan, e i suoi compagni, si sono accorti che nello stare ore attaccati ai social c’era qualcosa che non andava, che la dipendenza da internet e dal mondo virtuale alterava il loro umore, spesso si sentivano annoiati e così hanno deciso di dare un taglio a questa routine digitale.
Il luddismo all’origine del nome del club
Per far parte del club è sufficiente iscriversi e rispettare alcune regole, tra cui usare: un cellulare vecchio modello, a conchiglia non dotato di internet ed esclusivamente usato per effettuare e ricevere chiamate, e ritrovarsi dopo le lezioni scolastiche per trascorrere del tempo assieme, per interagire.
Il nome del gruppo non è scelto a caso, ma è un chiaro riferimento, e omaggio, a Ned Ludd, operaio tessile inglese del XVIII secolo per protesta contro l’industrializzazione, l’introduzione delle macchine e la conseguente disoccupazione che queste avrebbero causato, distrusse un telaio meccanizzato, ispirando e incitando altri colleghi a ribellarsi contro l’industrializzazione, e che negli anni prese il nome di luddismo.
Com’è cambiata la quotidianità di questi giovani
Il servizio giornalistico del NYCity News Service riporta le interviste svolte ad alcuni di questi ragazzi del Luddite Club. «Ad un certo punto mi sono accorta che durante il tempo che stavo al cellulare il mio cervello non processava nulla, era solo intrattenimento; quando ho smesso di usare il telefono ho sentito la chimica cambiare e ho anche iniziato a dedicarmi di più allo studio e alla scuola».
Tra di loro c’è anche chi ha iniziato a scrivere un libro e chi si dedica alla sartoria, al disegno, alla musica, allo sport. Se infatti spesso si sente parlare di nativi digitali, sarebbe invece più opportuno chiedersi se gli adolescenti (ma anche gli adulti) oltre che essere molto bravi a “maneggiare” lo strumento, siano anche consapevoli delle conseguenze e degli effetti che l’uso eccessivo del cellulare provoca.
Alla fine questo gruppo di giovani non ha fatto nulla di speciale, si sono presi del tempo per loro stessi e hanno ricominciato ad interagire con i loro coetanei in modo diretto, faccia a faccia senza interfacce virtuali che si frapponessero tra di essi.