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Il web impazza di siti in cui si promette di restituire attraverso percorsi antropologici, seduttivi, emotivi, l’amore perduto. L’offerta è vasta. L’amore o la sua mancanza sono divenuti un business redditizio.
Quante volte ci siamo passate? Quante volte abbiamo rivissuto questo momento lacerante attraverso il racconto di un’amica? La fine di una storia d’amore è paragonabile a quella di un lutto, un dolore talvolta devastante che ti può accompagnare anche tutta la vita. Non importa se hai 20 anni o 70, la fase di attraversamento è più o meno uguale per tutti. Diventano molti i sintomi del disagio fisico, lo stomaco si contorce, la testa perde la sua lucidità, il respiro si accorcia, l’insonnia non concede tregua. Ma è dal punto di vista emotivo che avviene la tempesta peggiore, i pensieri diventano ossessivi, la ricerca dei perché opprimente, la gelosia esplode e, anche se la tua vita appare perfetta in tutti i suoi ambiti, sembra che niente abbia più un senso. Come spiegato dal noto psicologo James Mark Baldwin, all’interno dei nostri legami affettivi avvengono le reazioni più forti e più dolorose, poiché il confronto con la perdita di un legame importante riesce a far mettere in discussione tutto quanto costruito. Anche se si tratta di un processo doloroso è attraverso questo dolore che si rimane appese alla persona che se ne è andata. A essere maggiormente colpite da questa sindrome paiono essere proprio le donne che, per retaggio culturale dalla perdita, si ritengono spogliate, anche se solo inconsciamente, della loro identità. Sono principalmente loro a rivolgersi a terapisti e consulenti per cercare di trovare risposte e soprattutto soluzioni valide per una riconquista o ripartenza.
Il web e i siti-business che curano i cuori spezzati
Il web impazza di siti in cui si promette di restituire attraverso percorsi antropologici, seduttivi, emotivi, l’amore perduto. L’offerta è vasta si passa attraverso consulenze relazionali, di crescita personale, di miglioramento dell’autostima, ma anche di astrologia e cartomanzia.
L’amore o la sua mancanza sono divenuti quindi un business redditizio, lo dimostrano le migliaia di persone che chiedono continuamente aiuto facendo crescere vertiginosamente questo indotto.
Abbiamo provato a capirne di più, cercando di tracciare un profilo di questi professionisti, dei loro clienti, ma soprattutto dei loro metodi.
La maggior parte di essi recluta i cuori spezzati partendo proprio dalla rete, attraverso tutorial, video e piccole master class. Tutti o quasi si vantano di aver aiutato un numero smisurato di coppie a tornare assieme, alcuni sono specializzati nell’aiuto esclusivo a uomini o donne, ma nella maggior parte dei casi si rivolgono a entrambi i sessi.
Sono soprattutto aziende di servizi che si avvalgono di psicologi (certificati) e coach, anche se timidamente hanno iniziato a fare incursioni temerari terapisti solitari.
Si procede principalmente con l’acquisto di un manuale, un libro, un corso dove viene affiancata una consulenza gratuita e personalizzata. Naturalmente quasi tutti promettono un rimborso dell’intero costo in caso di insuccesso, come se ricucire un rapporto andato in pezzi fosse una cosa semplice.
Manuali, audio guide e sedute personalizzate per costi di migliaia di euro
Da poche centinaia di euro se ci si incammina in questo percorso si può arrivare a migliaia, vengono aggiunti ulteriori contenuti come audio guide, oltre a sedute personalizzate, solitamente sei da fruirsi settimanalmente in un arco temporale di trenta giorni.
Uno psicologo assegnato per l’intera durata potrà essere contattato anche attraverso tre finestre temporali giornaliere, per affrontare dubbi, strategie o più semplicemente per aiutare a lenire il dolore.
Il metodo di riconquista non deve intendersi soltanto rivolto all’ex ma anche verso se stessi, per ritrovare il centro perduto, rifocalizzando gli obiettivi persi per strada, deve aiutare a ricostruire la fiducia perché una persona che non sa amarsi non può essere in grado di riversare amore sugli altri.
Il “no contact”
Nella totalità dei metodi presi a campione all’inizio è prevista la regola del “no contact” ma funziona davvero?
I love coach ci hanno spiegato che questo contatto zero dall’ex partner fisico e comunicativo per almeno 21 giorni, dovrebbe servire a riabilitare emotivamente. Ma si può applicare a tutti e indistintamente? Pare proprio di no e qui entrano in gioco le valutazioni individuali.
I processi successivi riguardano in modo specifico tre passaggi fondamentali che prevedono il recupero, la riaccensione e ri-attrazione rivolte al partner perduto che saranno solo l’ultimo tassello di questo viaggio. Il lavoro su ogni processo è personalizzato e può essere affiancato da tecniche e esercizi di vario genere.
Ma non tutti i rapporti sono riparabili, l’obiettivo deve rimanere sul recupero della relazione più importante di tutte, quella che abbiamo con noi stessi, attraverso il raggiungimento della consapevolezza dei nostri autentici desideri, sapendo che comunque, sempre, scegliere qualcosa può voler dire perdere qualcos’altro, ma non scegliere, può significare perdere comunque ogni cosa.
Se anche voi avete seguito un percorso di riconquista fateci sapere se ha funzionato.
Ecco cosa ci racconta lo psicologo sulle dinamiche di coppia
Abbiamo raccolto la testimonianza di Marco Anselmini, psicologo clinico e terapeuta EMDR, sulle relazioni e dinamiche di coppia.
“Le relazioni si sono evolute nel tempo, sono cambiate le regole rispetto a quelle vissute dai nostri nonni e genitori, a partire dall’emancipazione femminile. Una volta le donne dovevano subire facendosi carico di tante problematiche di coppia, dovevano accettare tutto. Oggi tali realtà sono andate scomparendo perché la donna è decisamente più consapevole e vuole la sua felicità, non è più disposta a subire e questa è una motivazione primaria. L’altra è sicuramente che, in generale, le persone sono divenute più egoiste, la propria felicità viene messa sempre al primo posto. Sono in molti a insegnarlo e in un certo senso è anche condivisibile, ma non quando si è in una relazione. Ci sono delle situazioni che non possono essere messe in secondo piano, come i figli. Quando ci sono dei figli si dovrebbe gestire la coppia in modo più adulto, non necessariamente traducendolo nel rimanere assieme per forza, ma spesso si assiste a un vero e proprio abbandono delle responsabilità da parte dei genitori. Non c’è più attenzione a questo aspetto, la felicità a qualsiasi costo, ma questo costo spesso lo pagano altre persone. Per quanto riguarda i tempi che stiamo vivendo racchiudono grandi insicurezze, il lavoro, il futuro, il lockdown, il covid, hanno creato delle grandi problematiche. Sono venute fuori nuove dinamiche fra persone che non erano pronte a comunicare, costrette a trascorrere mesi chiuse in casa. Anche questo è stato un cambiamento, un’evoluzione che mai si era vista prima, il contatto forzato ha creato problematiche non indifferenti, come l’utilizzo di modalità sempre più infantili, il cosiddetto -arroccamento- in cui ciascuno crede di aver ragione. Il lavoro che spesso abbiamo fatto è quello di alfabetizzare a livello emotivo, per insegnare che una relazione non funziona da sola. La letteratura e la cinematografia ci hanno trasmesso un messaggio sbagliato, non necessariamente l’amore può proseguire senza ostacoli, l’amore funziona se c’è la volontà di farlo funzionare e questo comporta una grande fatica giornaliera, un elemento che non viene recepito e su cui dobbiamo lavorare parecchio. Statisticamente si rivolgono a noi uomini e donne nella stessa misura, anche se sicuramente arrivano con motivazioni diverse. Gli uomini principalmente a seguito di errori commessi, è quello che maggiormente tende a sedersi nella relazione, dall’altra parte invece troviamo compagne che hanno voglia di novità, di stimoli, che sentono di essere date per scontate, finché tutto questo fa precipitare il rapporto permettendo il subentro di un terzo soggetto. Le donne che si rivolgono a noi hanno abbandonato la coppia ma in modo diverso, spesso allontanandosi dalla sfera sessuale, magari perché non soddisfacente o perché incapaci di comunicare le loro esigenze al partner. Il sesso è il primo elemento che viene interessato quando qualcosa non funziona ed è l’ultimo a ripararsi quando qualcosa si è spezzato. C’è anche da sottolineare che spesso notiamo soprattutto negli uomini una regressione adolescenziale, quella che comunemente una volta veniva definita “crisi di mezza età”. Molte volte un elemento di rottura è rappresentato anche dalla maternità o paternità e in questo caso sono le donne a commettere errori, probabilmente suggestionate da un passato patriarcale che ancora le condiziona. Quando si diviene madri questo diviene l’unico e solo ruolo in cui ci si riconosce, ma una famiglia funziona se funziona la coppia. Una donna deve essere prima di tutto una compagna e questo non significa necessariamente ignorare i figli, se i genitori stanno bene la famiglia è felice”.