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Il caso Cogesi nel palermitano, già nel 2015 un funzionario onesto aveva verbalizzato le anomalie
Chi arriva a Palermo in questi giorni può visitare un centro storico affascinante. Poi, quando ci si allontana in periferia per raggiungere altre località, è facile essere scortati da immondizia e degrado.
Partiamo dalla provincia occidentale di Palermo che da anni attende la gara per affidare il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti.
Aspettando la torta da 166 milioni, i Comuni fanno da sé
Di poche settimane fa è la relazione della Società di regolamentazione gestione rifiuti (SRR) Palermo Provincia Ovest, gestita da un commissario, in cui si prospetta il piano di affidamento del servizio per 7 anni, per conto di 22 Comuni – Bisacquino, Bolognetta, Campofiorito, Camporeale, Castronovo di Sicilia, Corleone, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Giuliana, Godrano, Lercara Friddi, Marineo, Misilmeri, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Prizzi, Roccamena, Roccapalumba, San Giuseppe Jato, Sancipirello, Santa Cristina Gela e Vicari. Di oltre 166 milioni è la torta da aggiudicare.
Ed ecco perché da tanti anni, in attesa di una gara così delicata, si è proceduto con affidamenti in situazione di emergenza che non è mai buona consigliera. Le cronache giudiziarie di questi giorni ci raccontano del caso Cogesi, società di gestione rifiuti con base nei Comuni di Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello. Cinque misure cautelari e un sequestro per più di 2 milioni e mezzo di euro, tra auto, appartamenti e pasticcerie a Montecarlo, e oro in lingotto. I personaggi a capo dell’impresa (e delle consorelle) sarebbero responsabili, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta. Intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per forniture pubbliche, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio.
Appalti di rifiuti tra Ferrari e case a Montecarlo
L’indagine parte nel 2018, a seguito di un incendio dell’autoparco nel Comune di Partinico, dove normalmente si trovavano anche i mezzi Cogesi, ma non la sera del rogo. Da lì partono le indagini ad opera di Guardia di Finanza e dell’Arma che porteranno all’operazione, “nella scia dell’intenso impegno informativo e investigativo dell’Arma su un territorio complesso, che ha portato nell’ultimo biennio a promuovere la procedura di scioglimento dei Comuni di San Cipirello e di San Giuseppe Jato e del consiglio comunale di Partinico” (il sindaco si era dimesso nel 2019 denunciando “un clima politico che rende impossibile il cambiamento”). È questo il contesto illustrato dal generale Arturo Guarino, Comandante provinciale dei Carabinieri di Palermo.
Pare che il sistema reggesse anche grazie all’“inattività” di un funzionario del Comune di Partinico che, di fronte alle inadempienze dell’impresa, non l’ha messa in mora e non ha comunicato all’Agenzia anticorruzione la risoluzione del contratto, in modo che Cogesi non potesse più aggiudicarsi appalti.
Cogesi, una vecchia conoscenza
Leggere di Cogesi in questi giorni ci ha fatto ricordare di averla già incontrata qualche tempo fa, ma in quell’occasione fu protagonista un funzionario di tutt’altra pasta, dedito e corretto. Proprio per questo vogliamo ricordare la vicenda. Se è vero che parrebbe che tutto cambia perché nulla cambi, in realtà ci sono delle discontinuità segnate da persone normali che agiscono rispettando le regole e che spesso, proprio per questa normalità, non richiamano nemmeno la nostra attenzione come addetti alla comunicazione. Eppure rappresentano la silenziosa possibilità di cambiamento. Lui è Salvatore Fiorentino, responsabile dell’area tecnica presso il Comune di Roccamena. Era il 2016, quando dice no a Cogesi, il 2018 quando viene sollevato da dirigente e il 2018 quando Cogesi riceve l’appalto dal sindaco Tommaso Ciaccio, allora autonominatosi lui responsabile dell’ufficio tecnico e a tutt’oggi presidente del Consiglio comunale. In quel Comune della vicenda Cogesi non se ne è mai parlato. È proprio questo che appare non cambiare, eppure un tentativo c’era stato da parte di un diligente tecnico che aveva scritto in un dettagliato verbale di procedura di affidamento tutto ciò che c’era da sapere, già nel 2016. L’ingegnere escluse dalla gara i due soggetti, Cogesi e Mirto, perché residenti nella stessa casa e perché coincidenti in tanti aspetti da poter ritenere che non ci fosse concorrenza, bensì che fossero le braccia di una stessa mente1. Due anni dopo, Cogesi riceve l’incarico di gestire i rifiuti, direttamente dall’allora sindaco, questa volta nonostante un ribasso del 13%. Il funzionario viene sollevato dal suo incarico.
1”In punto di fatto, nella fattispecie concreta si è innanzi tutto rilevato, come di evidenza documentale, che il sig. Mustacchia Ignazio, presente nella seduta di cui al verbale del 03/05/2016 in qualità di delegato dall’amministratore unico dell’impresa F. Mirto (sig. Mustacchia Bartolo), risulta essersi qualificato come dipendente della concorrente Co.ge.si. nella procedura di affidamento di cui al verbale del 07/10/2015 svoltasi presso questa stazione appaltante;
˗ si è rilevato dall’esame dei documenti di identità prodotti in copia, inoltre, un rapporto di parentela tra il predetto sig. Mustacchia Ignazio e il titolare della F. Mirto (Mustacchia Bartolo), come si evince dall’identico luogo di residenza (C.so Trento n. 85, San Cipirello);
˗ dall’esame delle offerte, inoltre, si rileva lo stesso identico importo in ordine ai costi della sicurezza aziendale (pari a 500,00 €) dichiarati da Co.ge.si. srl e da F. Mirto srl;
˗ inoltre, da ricerca effettuata presso il protocollo, risulta che le offerte presentate dai suddetti operatori economici sono state recapitate a mano pressoché nello stesso orario (procollata alle ore 10:01 del 02/05/2016 l’offerta di F. Mirto, alle ore 10:15 del 02/05/2016 l’offerta di Co.ge.si.)”.
Il funzionario dichiara perciò non ammissibili le offerte e dichiara deserta la gara. Salvo poi far rientrare dalla finestra nel 2018, per scelta di Ciaccio, che era stato lasciato fuori dalla porta.
Illustrazione di Iris Semprevivo