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Ecco cosa sta succedendo nel Paese, al di là delle manifestazioni violente per il venticinquesimo anniversario degli Accordi del Venerdì Santo.
Colonne di fuoco e fumo si sono levate nel quartiere di Creggan della città di Derry, in Irlanda del Nord. Decine di manifestanti dissidenti hanno fatto degenerare un corteo non autorizzato, lanciando molotov contro i mezzi della polizia in antisommossa. L’occasione è non di poco conto per la storia di quel Paese ed è coincisa infatti con il venticinquesimo anniversario degli Accordi del Venerdì Santo.
Era il 10 Aprile 1998, quando il Primo Ministro britannico Tony Blair, il suo omologo irlandese Bertie Ahern, con la benedizione del Presidente americano Bill Clinton favorirono il raggiungimento dell’accordo che mise fine a decenni di violenze e attentati terroristici fra cattolici repubblicani e protestanti unionisti filo-britannici. Una sanguinosa guerra civile, che fra i territori di Irlanda e Inghilterra, aveva causato almeno 3500 morti. Determinante fu anche l’apporto di politici irlandesi David Trimble e John Hume, che nello stesso anno ricevettero il Nobel per la Pace a coronamento del loro impegno.
Gli Accordi del Venerdì Santo
L’Accordo, convalidato da referendum tenuti in Irlanda e Irlanda del Nord, si fonda sul principio della cooperazione fra le due comunità.
Si concordò di istituire un Parlamento dell’Irlanda del Nord, nel Palazzo di Stormont a Belfast. All’assemblea parlamentare fu affiancato un Governo locale, condiviso fra unionisti e repubblicani. Inoltre l’accordo stabiliva l’appartenenza dell’Irlanda del Nord al Regno Unito.
La stanchezza per le terribili violenze di un conflitto in apparenza senza fine e l’espediente di ricorrere ad una buona dose di “ambiguità costruttiva” nella stesura dell’intesa ha contribuito a far funzionare l’accordo, nonostante lo scetticismo iniziale.
Oltre cento “muri della pace”
A prova del fatto che nonostante i suoi 25 anni l’Accordo del Venerdì Santo non sia riuscito pienamente nella sua missione, ci sono gli oltre cento “muri della pace” che a Belfast dividono ancora protestanti britannici dai cattolici irlandesi.
La miccia si è riaccesa subito dopo la Brexit, mettendo in seria crisi l’equilibrio che si era raggiunto. L’Irlanda del Nord è, infatti, saldamente convinta della sua appartenenza all’Unione Europea. Per questo motivo, un recente protocollo sugli scambi commerciali, stabilisce controlli doganali di conformità alle regole Ue per le merci in arrivo in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna, con conseguente libera circolazione delle stesse anche in Irlanda, oltre al mantenimento di regole del mercato unico europeo.
Tuttavia questo protocollo è stato preso di mira dal principale partito unionista nordirlandese che, per far capire di fare sul serio, si è irrigidito sulla decisione di boicottare la formazione di un governo condiviso, senza il quale l’amministrazione locale non può esistere.
Lo stallo politico dal maggio 2022
Lo stallo politico, va avanti ormai dal maggio 2022, momento in cui le elezioni hanno assegnato la maggioranza dell’assemblea di Stormont, per la prima volta nella sua storia, al partito repubblicano. Il rifiuto degli unionisti di co-governare, non permette all’Irlanda del Nord di avere un Governo.
Cornice di Windsor, che cos’è
Più recentemente, nel mese di Febbraio il premier britannico Rishi Sunak e la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, hanno definito i termini di una nuova intesa, passata alle cronache come Cornice di Windsor.
Si prevede un corridoio verde per le merci destinate alla sola Irlanda del Nord e uno rosso, con controlli doganali, per quelle destinate all’Irlanda.
Il “freno di Stormont”
Inoltre si introduce il meccanismo del “freno di Stormont”, prevede uno stop a regolamenti europei se a richiederlo sono almeno 60 dei 90 deputati nordirlandesi.
Per onorare la memoria degli Accordi del Venerdì Santo, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha sorvolato l’oceano, impegnandosi in un tour irlandese che, fra una tazza di tè sorseggiata insieme a Rishi Sunak e una visita ai suoi parenti del luogo, ha voluto esaltare lo stretto rapporto storico e culturale che c’è fra le due sponde dell’Atlantico.