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25 Giugno 2023La Cina fa spesa in Italia, scatta il golden power per Pirelli
I contenuti sono stabiliti da un decreto del Presidente del Consiglio, in difesa del “cyber tyre”, un sistema innovativo composto da un sensore nei pneumatici che raccoglie informazioni anche su geolocalizzazione e condizioni di strade e infrastrutture.
Nella ormai intrapresa fase di revisione dei rapporti economici fra Cina e l’Occidente, la presenza di Pechino in un’azienda, può allarmare in quei settori potenzialmente sensibili per la sicurezza di una comunità nazionale.
Il caso Pirelli e il golden power
Si inquadra così l’intervento del Governo italiano che, nel caso di Pirelli, ha deciso di ricorrere al golden power. È il 2015 quando i cinesi entrano nel gruppo milanese, prima come Chemchina, che poi passa nel gruppo Sinochem, con poco più del 37% del capitale. Il principale socio italiano, la Camfin guidata da Marco Tronchetti Provera, nell’ultimo periodo ha lamentato un disagio crescente di fronte all’ingerenza sempre maggiore dei cinesi nella gestione dell’azienda.mUn’ingerenza figlia delle nuove indicazioni politiche di Pechino, che potrebbe danneggiare Pirelli non solo sul mercato americano ma anche su quello europeo.
Nel 2026 l’ad non lo nominano gli italiani
Il rischio potrebbe concretizzarsi con la piena attuazione del nuovo patto di sindacato notificato al Governo per l’approvazione, il quale stabilisce che dal 2026 non spetti più agli italiani l’indicazione dell’amministratore delegato. Ed è questo che a Palazzo Chigi ha fatto prendere la decisione di usare il golden power, la possibilità di intervenire in questo caso nella gestione e non nella proprietà di un’azienda ritenuta a rischio in un settore strategico.
Che cos’è il sistema cyber tyre
I contenuti sono stabiliti da un decreto del Presidente del Consiglio, in difesa della tecnologia “cyber tyre”, un sistema innovativo composto da un sensore in ognuno degli pneumatici che raccoglie informazioni fondamentali per la sicurezza di guida e da un software integrato nell’elettronica dell’auto. Il guidatore è informato in tempo reale su temperatura e pressione, con la possibilità che i sistemi di sicurezza del veicolo si attivino autonomamente in caso di pericolo. Un apparato talmente avanzato da poter trasmettere informazioni anche su geolocalizzazione e condizioni di strade e infrastrutture.
Il dpcm prevede, inoltre, che l’ad sia indicato da Camfin, che le decisioni del Consiglio di amministrazione considerate strategiche debbano essere prese con una maggioranza di quattro quinti e che praticamente tutti gli amministratori siano di emanazione Camfin. Una decisione questa, che per una strana congiunzione astrale, si verifica negli stessi giorni in cui il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato nella capitale del Dragone, prima, il massimo diplomatico Wang Yi e, poi, il Presdiente Xi Jinping.
I colloqui, rimandati dopo la crisi dei palloni-spia cinesi a spasso per gli States, sono stati definiti “sinceri, sostanziali e costruttivi” e hanno sollevato speranze di disgelo nelle relazioni fra i principali due colossi mondiali. Nulla di idilliaco sia chiaro, ma le parti si sono lasciate con la promessa di mantenere la comunicazione con regolarità, per evitare che i contrattempi e le incomprensioni si trasformino in conflitti.
Un lavoro diplomatico, tuttavia, mandato in fumo dopo poche ore, direttamente dal Presidente Biden che in un evento elettorale ha definito maldestramente il Presidente cinese, “un dittatore” , provocando l’inevitabile reazione di Pechino, definendole ‹‹parole assurde e irresponsabili, una aperta provocazione politca››.
Il ricorso italiano al golden power per Pirelli, segue la via già tracciata da Mario Draghi che, in poco più di un anno di amministrazione, lo aveva applicato per ben cinque volte e sempre nei confronti della Cina, nell’ambito di aziende che riguardavano il settore dei semiconduttori, droni militari, attività agroalimentare e robotica.
Il golden power anche per Electrolux?
E Pirelli potrebbe non essere un caso isolato per l’attuale esecutivo targato-Meloni.
Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, infatti, ha recentemente dichiarato che il Governo è pronto far il bis per difendere gli impianti Electrolux, finiti nel mirino dei competitor cinesi di Midea.
Midea è un colosso da 53 miliardi di dollari di fatturato, con trenta stabilimenti in giro per il mondo e oltre centocinquantamila dipendenti.
Tutto da capire quanto i casi Pirelli ed Electrolux possano essere considerati un segnale, sulle intenzioni del Governo in merito al rinnovo del memorandum firmato nel 2019 da Giuseppe Conte proprio con la Cina, nell’ambito del progetto imperialista di Xi Jinping, da noi candidamente ribattezzato “Nuova Via della Seta”.
L’Italia nel 2019 era stata l’unico Paese del G7 a sottoscrivere l’accordo che scadrà nella primavera del 2024.
Giorgia Meloni attualmente non ha ancora dichiarato se intende rinnovarlo o meno, ma tutto va nella direzione di voler liberare l’Italia da questa ragnatela.