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Cruciale la base di Kaliningrad, exclave russa incastrata tra i Paesi Nato
di Paolo Trapani
“Un coltello puntato al cuore“: è la frase attribuita a Fidel Castro a proposito di Guantanamo, la base militare Usa piazzata in un lembo di Cuba e staccata dai confini e dai territori americani. Proprio questa base è da sempre fondamentale per gli interessi a stelle e strisce nel centro del continente americano. E proprio la definizione attribuita a Castro, adesso, con il devastante conflitto in corso in Ucraina, è più che mai utile per inquadrare e capire l’oblast (regione) di Kaliningrad (la cui città principale è situata sulla foce del fiume Pregel, che termina nella laguna della Vistola e poi nel Mar Baltico).
Exclave russa strategica
Dopo la dissoluzione dell’URSS, avvenuta ufficialmente nel 1991, Kaliningrad è divenuta una exclave russa geograficamente separata dalla Federazione guidata da Vladimir Putin, ma a dir poco strategica. È un territorio molto piccolo, con un’estensione di 15.125 km² e una popolazione di 1.018.624 abitanti, incastrato tra Polonia, Lituania e Bielorussia.
Proprio qui però sarebbero piazzate numerose testate nucleari russe. Secondo gli esperti, in questa piccola porzione di Russia sarebbero presenti missili con la capacità di raggiungere obiettivi a 2.500 chilometri di distanza: quindi tutta l’Europa occidentale (fino alla Spagna).
Missili Novator 9m729
Nel dettaglio si tratta di missili Novator 9m729 (SSC-8 in codice Nato), collocati a terra e con una gittata micidiale per i Paesi, i territori e le popolazioni della Comunità europea ed occidentale. Rispetto all’arsenale nucleare russo, l’Europa è tra le zone più esposte perché, oltre a Kaliningrad, altre basi di lancio si trovano a Rostov (nel sud-est del Paese, a contatto con il Donbass e l’Ucraina), ed a San Pietroburgo (a ovest). Un ipotetico attacco simultaneo da tutte le basi determinerebbe uno scenario da apocalisse nel vecchio continente.
Un corridoio collega Kaliningrad alla madrepatria
L’isolamento e l’importanza strategica e militare di Kaliningrad sono ancora più pronunciate da quando Polonia e Lituania sono divenuti membri della Nato e dell’Unione europea. I collegamenti civili e militari via terra con la madrepatria russa sono possibili grazie a corridoi creati nei territori dell’alleanza atlantica e dell’UE. La catena di comando russa ricalca in pieno quella che fu del sistema sovietico: i tre codici di lancio delle armi atomiche sono nelle mani del Presidente Putin, del Ministro della Difesa e dello Stato maggiore interforze.
Avamposto decisivo nel conflitto Ucraina/Russa
Basta guardare le cartine geografiche per capire l’importanza di Kaliningrad quale avamposto russo nel confronto/scontro con l’Europa ed anche in funzione del conflitto esploso in Ucraina con l’azione militare speciale iniziata lo scorso 24 febbraio.
L’incubo nucleare è tornato a farsi concreto, spaventando l’opinione pubblica mondiale, nella notte tra il 3 ed il 4 marzo. Gli attacchi russi infatti hanno preso di mira la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, che soddisfa il 25% del fabbisogno energetico ucraino. Un sito fondamentale per l’esito del conflitto ed al tempo stesso ad altissimo rischio.