Truffe affettive, “ti mangiano l’anima”
24 Novembre 2024La “legge Trump”, che cos’è
Due deputati di Fratelli d’Italia, Sara Kelany e Francesco Filini hanno depositato già a marzo una legge contro la censura social. Se i principali social network censureranno e oscureranno politici per le loro idee, in Italia, potrebbero ritrovarsi sulle scrivanie multe salatissime dell’Agcom.
In principio fu la censura di Donald Trump da Twitter dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Fa un certo effetto ricordarlo oggi, che il patron del fu-Twitter è il plenipotenziario e uomo di fiducia del rieletto Presidente degli Stati Uniti. All’epoca dei fatti, la chiusura dell’account di Trump fece scalpore e suscitò prese di posizione anche da parte di figure di alto livello come la cancelliera tedesca Merkel. E così, a quasi cinque anni di distanza, la domanda che rimbalza nei palazzi del potere europei è “oggi chi può dirsi al riparo da destini analoghi?”.
Sul Messaggero, Franco Bechis, fa sapere che due deputati di Fratelli d’Italia, Sara Kelany e Francesco Filini avevano preso talmente a cuore questo dilemma, da aver depositato già a marzo una legge contro la censura social, che ha preso a camminare in Commissione cultura alla Camera, dove è stata incardinata lo scorso 28 ottobre.
Che cos’è la Legge Trump
Lui l’ha ribattezzate “Legge Trump” e di certo la coincidenza temporale con la settimana che ha riaperto i cancelli della Casa Bianca all’ex Presidente era troppo ghiotta da lasciarsela sfuggire.
Facebook, Instragram, persino X (il fu-Twitter) sono tutti avvisati. Se censureranno e oscureranno politici per le loro idee, in Italia, potrebbero ritrovarsi sulle scrivanie multe salatissime dell’Agcom. Sino a mezzo milione di euro e un divieto ferreo di censurare o mettere in secondo piano personaggi politici per le loro idee. «È espressamente vietata qualsiasi forma di alterazione e manipolazione della visibilità di informazioni e notizie». Si legge. I big della Silicon Valley sono accusati di “forme intollerabili e patentemente orientate” di gestione dei principali social network.
Entrando nel dettaglio, la bozza della legge partorita dal partito del Presidente del Consiglio, si applica a tutte le piattaforme social con «un numero medio mensile di utenti, anche non attivi, pari o superiore a centocinquantamila unità». Nel mirino anche gli algoritmi da cui dipendono la maggiore visibilità o meno dei contenuti dei singoli politici. Secondo la legge: «Le valutazioni relative alla gestione delle notizie e dei profili con rilevanza sociale e politica devono essere effettuate da persone fisiche identificabili».
Diritto all’oblio nella proposta di legge di FdI
La proposta di Fratelli d’Italia accoglie inoltre l’indicazione di registri contenenti «i dati rilevati nell’esecuzione delle verifiche sui contenuti», con l’obbligo di invio all’Agcom e al Garante per la privacy con cadenza trimestrale. Il testo prevede anche un capitolo sul diritto all’oblio. I titolari delle piattaforme social hanno l’obbligo di rimuovere le notizie relative a persone e fatti che risalgono a oltre 10 anni prima dell’entrata in vigore della legge e su richiesta dell’interessato. Non si sa mai, meglio evitare che riemerga qualche like, qualche commento o qualche commento inopportuno dei tempi del liceo.
Libertà di espressione o più burocrazia?
Mentre le innovazioni digitali corrono intorno a noi, in Parlamento cammina la legge Kelany-Fillini. Chi va piano va sano e va lontano.