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20 Settembre 2022La morte della Regina, i mille blackout del Regno Unito
Oggi si sono celebrati i funerali della Regina Elisabetta II, un rito preparato in ogni minimo particolare e descritto all’interno dell’operazione denominata London Bridge.
Nel piano creato negli anni ’60, ma modificato nel corso del tempo, sono indicati minuziosamente le fasi e le procedure da attuare al decesso della regina. Ad integrare l’operazione London Bridge anche altri piani, tra cui l’operazione Unicorn, che prevedeva nel dettaglio cosa fare in caso la regina fosse morta in Scozia, come poi è avvenuto. Nel London Bridge è specificato qualsiasi comportamento che le istituzioni e le autorità pubbliche dovevano seguire nel periodo di lutto nazionale e durante il funerale di stato. Considerati i tempi di forte digitalizzazione della comunicazione una cospicua parte è stata dedicata ai media e i social network, e proprio in questa sezione è inserita una parte denominata: blackout dei social media.
Il blackout social alla morte della regina, che cos’è
La definizione “blackout social” diffusa le ore successive alla morte della regina ha fatto pensare, erroneamente, a un’interruzione totale dell’uso dei social. Erano molti quelli che credevano che, per qualche giorno, le schermate dei monitor si sarebbero oscurate e internet si sarebbe spento, perché la parola blackout, questo, ci ricorda: qualcosa che si spegne, e che per un po’ non funziona più.
Un fraintendimento chiarito quasi nell’immediato. Ma dunque che cosa si intende con blackout social?
Contenuto all’interno del piano London Bridge, questa misura ordina che alla morte della regina gli account istituzionali della Corona e i siti relativi al governo britannico si “vestano” a lutto. Il sito web del governo britannico dovrebbe aver inserito in alto un banner nero, mentre le pagine social dei dipartimenti governativi un banner nero e cambiato la foto del profilo con lo stemma del dipartimento. Il sito web della famiglia reale, invece, si deve presentare con una pagina nera in cui è inserta una breve dichiarazione che conferma la morte della regina.
Per quanto riguarda l’uso degli account social, erano state vietate, tranne in casi di urgenza, le pubblicazioni su Facebook, Instagram, Twitter, come vietati erano i repost o i retweet di contenuti pubblicati da terzi, che dovevano comunque essere autorizzati dal responsabile delle comunicazioni del governo centrale.
Procedure che in un’epoca iperconnessa, come è quella nostra, dimostrano un rispetto per il momento del cordoglio e del defunto in controtendenza con le ultime mode tecnologie.
Il blackout pubblicitario di media e giornali
Oltre al blackout social, sono state anche impartite direttive ai media, non solo sulla modalità di come andava comunicata la notizia del decesso, ma anche su come gestire nel periodo di lutto la parte pubblicitaria. Molti canali televisivi (ITV, Channel 4, Sky) hanno scelto, in segno di rispetto verso la regina, di interrompere la messa in onda degli intermezzi pubblicitari, stop, che in alcuni casi, è durato fino alla prima mattina di sabato 10 Settembre. Questi blackout pubblicitari sono stati applicati anche dai giornali e dai loro editori, come ad esempio da Reach e da News UK, editore del Times e del Sun; il Mail Metro Media, invece, ha esteso l’interruzione di annunci anche alla versione stampata del giornale esattamente come il Telegraph. Per quanto riguarda i social network Snapchat UK ha emesso un divieto di pubblicità della durata di 24 ore su tutte le notizie e contenuti di servizio pubblico, mentre Twitter ha comunicato alle agenzie di stampa di non pubblicare annunci nel Regno Unito per 48 ore.
Tutto si è arrestato, dagli scioperi alle visite ospedaliere
Non solo comportamenti da attuare nel “mondo digitale”, il cordoglio verso la defunta Regina ha investito anche la vita quotidiana degli inglesi, con la conseguenza che eventi (come le partite di calcio) e manifestazioni di protesta e culturali sono stati momentaneamente sospesi. Lo sciopero indetto dai membri della Royal Mail della CWU (Communication Workers Union) e dalla RMT (Unione nazionale dei lavoratori ferroviari, marittimi e dei trasporti) per il 15 e 17 Settembre sono stati rinviati in quanto in questo periodo l’appoggio del popolo potrebbe non esserci, non conducendo così alla realizzazione degli obiettivi sociali che si vogliono raggiungere. Ma per il giorno del funerale di Elisabetta, Open Democracy ha riportato che migliaia di appuntamenti ospedalieri di natura non urgente sono stati cancellati, in un articolo il The Guardian precisa che tra gli interventi annullati compaiono quelli per le protesi dell’anca e del ginocchio, interventi per la cataratta, controlli di maternità e alcuni trattamenti contro il cancro.
Un Paese, dunque, che non solo nel web è andato in blackout