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di Simone Cataldo
È nata Myrkl, la pillola post-sbronza e salva-patente.
Poter alzare il gomito durante una festa e rimanere lucido e prestante. Un desiderio che ha preso sempre più quota, in particolar modo all’interno dell’attuale “società della prestazione”, – splendido concetto coniato da Federico Chicchi e Anna Simone nella loro pubblicazione 2017. Ed è da questa nuova “esigenza” della collettività che nasce Myrkl, un integratore che punta a diminuire gli effetti immediati dell’alcol. Commercializzato al momento in Regno Unito, con una sola sterlina ognuno può averne una dose. Tante sono le voci nel campo della medicina che si sono espresse al riguardo, e poco ci è voluto affinché si venisse a creare un dibattito anche sui social. È giusto o sbagliato mettere in circolazione questo integratore? Quali sono i riscontri attivi? L’azienda farmaceutica svedese De Faire Medical ha ben intuito quanto i problemi dell’alcol permeino la società e, dunque, ha deciso di assecondarne una richiesta.
Si tratta di un integratore e non di un farmaco. Tutti possono acquistarlo online, e andrebbe assunto almeno 12 ore prima dell’ingerenza degli alcolici, affinché esso possa assorbire circa il 70% di alcol che si assume nei seguenti sessanta minuti. Ed è a questo punto che sorge una prima domanda ovvero: cosa si evita con l’utilizzo di Myrkl? L’integratore serve ad attenuare le quantità di alcol che si ingerisce durante i momenti di bevuta, evitando pertanto sbalzi d’umore, mal di testa e altro. Non ha effetti per quanto concerne i danni che l’alcol causa allo stomaco.
La “pillola” salva-patente
Le prime ricerche in Regno Unito hanno fatto emergere come Myrkl sia utilizzata dai giovani per evitare guai alla guida. Il concetto è facile: bevi più del dovuto, ma ingerendo l’integratore passerai i controlli notturni. È da questo meccanismo (mentale) che il prodotto della De Faire Medical viene citato dai giovani come “pillola salvapatente”.
Questo fenomeno fa ragionare sui danni che tale integratore potrebbe causare su scala più grande. Infatti, se inteso come “salvagente” per le serate sfrenate, inconsciamente non fa altro che legittimare l’utilizzo di alcolici in maniera spropositata.
Il fenomeno sta crescendo di nazione in nazione, incentivando un traffico illegale di un prodotto al momento approvato solo in Inghilterra. Ciò sta avvenendo anche Italia, nonostante il Ministero della Salute si sia espresso negativamente in relazione alla sua circolazione.