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di Roberta Caiano
E’ trascorso un anno da quando in Italia cominciavano ad arrivare le prime notizie della pandemia da coronavirus che stava sconvolgendo la Cina. Quando anche l’Italia si è ritrovata ad affrontare di petto la fase del lockdown e la relativa messa in atto di una serie di regole, chiusure, provvedimenti e precauzioni anti-contagio, i primi bilanci economici e sociali hanno dovuto fare i conti anche con la situazione psicologica. Chi più, chi meno, ha subito una sorta di “trauma” che lo ha messo davanti all’evidenza di dover rinunciare o perdere oltre che una parte della loro vita, una parte di se stessi.
Nel complesso, però, è bene evidenziare che ci sono molte categorie che tuttora subiscono urti e traumi così forti da indebolire ancora di più il loro disagio sociale o psicologico come nel caso degli anziani, dei bambini o delle famiglie che continuano a far fronte allo smart working, al lavoro in presenza e alla didattica a distanza della propria prole non senza difficoltà. Difatti, una delle sfere più fragili a cui ultimamente si sta puntando un cono di luce con ricerche e studi è proprio quelle delle relazioni di coppie e dell’organizzazione familiare ai tempi del coronavirus. A questo proposito, soltanto nella scorsa primavera dalla terra del Dragone ci giungevano le notizie delle prime conseguenze del lockdown, come il boom di divorzi. I social cinesi, in particolare Weibo, WeChat e Zhihu, durante il totale isolamento imposto dall’epidemia sono stati invasi di post e messaggi con chiari riferimenti alla separazione, in quanto molte coppie hanno scelto di dirsi addio dopo aver scoperto tradimenti da parte del partner o differenze inconciliabili che in precedenza apparivano sopportabili e tollerabili. Questa tendenza è stata confermata anche dalle autorità e dai capi degli uffici matrimoniali locali, che sono stati ricoperti di richieste di separazione e/o divorzio con un notevole aumento rispetto al pre-pandemia. Quando anche l’Italia è piombata nel caos del lockdown e delle successive chiusure ad intermittenza con regole e provvedimenti scadenzati, gli esperti hanno temuto che questo fenomeno potesse verificarsi anche nel nostro Paese con la ricaduta di stress sulle relazioni di coppia, per fattori sia direttamente che indirettamente legati come la perdita del lavoro e/o la pressione economica e sociale. Un recente studio effettuato da Daniela Bellani e Daniele Vignoli dell’Università di Firenze, pubblicato e consultabile anche sul sito del governo italiano per il dipartimento per le politiche della famiglia, ha cercato di indagare sulle conseguenze della pandemia nelle relazioni di coppia e in che modo la qualità del rapporto abbia subito dei cambiamenti. La ricerca in analisi ha fornito risultati preliminari e descrittivi, basati su un’indagine online effettuata equamente tra Italia, Spagna e Francia chiamata Intergen-Covid, attraverso l’associazione tra alcuni fattori di stress causati dall’epidemia analizzando quanto (e se) questi abbiano deteriorato la sfera emotiva individuale, di coppia e di conseguenza familiare. In questo senso, un evento così destabilizzante, può infatti mettere la coppia davanti ad un bivio: da un lato, ci si può scontrare con una riduzione del sostegno emotivo da parte del partner tale da comportare un incremento del disagio psicologico per le coppie, ma dall’altro si può verificare l’aumento della coesione familiare avvicinando emotivamente la coppia. Nell’articolo redatto dagli autori, vengono trascritti i dati osservando che il 12% degli intervistati nei tre Paesi ha riferito che il rapporto è peggiorato durante l’isolamento domiciliare, in particolar modo i più giovani hanno sperimentato un deterioramento nella condivisione con il partner. Come sottolinea la stessa pubblicazione, anche se per ora, le uniche indagini e testimonianze si limitano a scrutare quanto la pandemia Coronavirus abbia influito sulle relazioni interpersonali e, di conseguenza, sulla psiche delle persone singole e in coppia, questi dati gettano le basi per un eventuale e futuro sondaggio e/o studio in relazione all’aumento di separazioni e divorzi.
Per far fronte a questo problema, sin dall’inizio dell’infezione, la categoria degli psicologi si è molto prodigata affinché ogni persona che ne sentisse l’esigenza potesse ricevere il giusto supporto morale e psicologico per affrontare questo periodo faticoso e complicato. Proprio per rispettare il distanziamento sociale e le misure di prevenzione messe in atto dal governo, anche molti psicologici, psichiatri e neuropsichiatria che agiscono a livello territoriale, pubblici o privati, hanno lavorato duramente per fare in modo che nessuno fosse lasciato indietro. In particolar modo, la terapia individuale è quella che domina nelle richieste e nei bisogni, ma anche la sfera di coppia e familiare sta in realtà prendendo sempre più piede dal lockdown fino ad oggi. A confermare questa tendenza è la dottoressa Barbara Calcinai, psicoterapeuta sistemico relazionale e mediatrice familiare operante sul territorio di Firenze, dove si occupa di terapia individuale, di coppia, familiare e di relazioni interpersonali e gestione dei conflitti: “Da marzo c’è stato un notevole incremento di richieste di terapie individuali e familiari, dovute soprattutto alla presenza dei bambini in casa per la chiusura delle scuole. Ma da giugno fino a settembre, e anche nell’ultimo periodo con i cambiamenti repentini del colore delle zone con i relativi provvedimenti, ci sono state molte più richieste di terapia di coppia”. Come la stessa dottoressa ci spiega, in questo lasso di tempo l’elemento che ha segnato l’incremento delle richieste per questo tipo di terapia è stata la differenza di serenità: “Il primo lockdown è stato accettato in maniera differente rispetto alla seconda chiusura. Nonostante l‘incertezza iniziale durante il blocco primaverile le persone avvertivano più fiducia, anche nella protezione da parte dello Stato. Erano spinti da una sensazione positiva e dalla certezza di ripartire, dunque lo stato mentale era più predisposto al raggiungimento di un equilibrio – continua – Dopo il periodo estivo, e soprattutto ora invece, c’è molta più instabilità e timore per le ripercussioni sul futuro che sembra sempre più traballante”. Infatti, i decreti emanati durante il periodo natalizio e i frequenti cambiamenti di colore delle zone d’Italia in base al livello di criticità della diffusione del virus, stanno facendo barcollare le convinzioni individuali e collettive sulle aspettative quotidiane senza avere la percezione di cosa possa accadere da un giorno all’altro. “C’è molta incertezza e imprevedibilità – precisa la psicologa – Tutte le volte c’è un tentativo di ripartenza che viene subito contrapposto ad un freno, procurando una serie di preoccupazioni anche in relazione alle difficoltà economiche, come ad esempio la cassa integrazione o le attività a rischio chiusura permanente. Questo ha influito molto sul trattamento terapeutico, e di conseguenza sulla sua riuscita, in alcuni casi interrotto proprio per motivi economici o rimandato e dilungato nel tempo in pazienti che solitamente erano molto precisi e puntuali nel loro percorso d’aiuto”.
Ponendo l’accento sulle relazioni di coppia, sebbene l’elaborazione dei dati riguardanti l’aumento dei divorzi e delle separazioni sia ancora in itinere, le condizioni precarie della coppia o dei rapporti familiari esistenti già prima della pandemia non hanno potuto fare altro che subire un ulteriore scossone con l’avvento del lockdown e delle relative chiusure ad intermittenza. La stessa specialista sottolinea che difficilmente chi era in crisi prima si è riscoperto innamorato; in linea generale le separazioni e i tassi del divorzio avvenuti durante il periodo del lockdown hanno segnato la fine del rapporto per chi già aveva dei problemi pregressi. Ma, d’altro canto, l’esperta ci racconta come si è avuto modo di scorgere anche l’altro lato della medaglia: “Vivere in spazi ridotti per alcune coppie ha favorito la ripresa dell’intimità, della comunicazione grazie anche al supporto dei professionisti. Paradossalmente il lockdown ha evidenziato le complicazioni di coppia, ma c’è stato anche un modo per rientrare in contatto attraverso la possibilità di prenderle in considerazione e riflettere insieme lontano dai ritmi frenetici della vita quotidiana”. La nostra routine è difatti spesso scadenzata da impegni, abitudini e occupazioni che difficilmente ci permettono di avere il tempo e lo spazio necessario per dedicarci alla riflessione e all’introspezione sia nel rapporto con noi stessi che con gli altri. La pandemia ci ha reso nudi, mettendoci davanti all’evidenza delle nostre difficoltà individuali anche nei confronti all’altro, inevitabilmente coinvolto dalle emozioni, sensazioni e complessità che questa situazione ha suscitato nel nostro mondo personale.
Un esempio su tutti potrebbe essere rappresentato dallo smart working, che ha costretto i coniugi a condividere spazi che prima, con il lavoro in presenza, prevedevamo un distacco dall’altro: “Su questo aspetto molte persone hanno richiesto un consulto ad uno specialista esperto soprattutto perché lo stare insieme in ambienti stretti ha causato delle difficoltà relazionali e un aumento dei conflitti. – spiega la dottoressa Calcinai – In alcuni casi l’esigenza di dividere i propri spazi privati all’interno della stessa casa è diventato inevitabile, ma soprattutto difficile per chi vive in dimore piccole e anguste: la sola voce dell’altro, che spesso e volentieri necessitava di parlare al telefono in maniera ripetuta, veniva percepita come un suono fastidioso. Nella gestione quotidiana questo ha comportato una serie di problematicità che ha aumentato lo stress, individuale e di coppia”. Nel complesso, sono dunque moltissime le coppie che si sono rivolte alla psicoterapia per cercare di trovare un equilibrio individuale e all’interno del rapporto coniugale, dove i fattori di ansia, preoccupazioni e l’aumento dei conflitti sono confluiti nella gestione e condivisione delle proprie emozioni e sentimenti con conseguenze sulla dinamica familiare. Ma spesso l’appoggio e il supporto degli esperti, può essere determinante e risolutivo ai fini di trovare una riappacificazione con sé stessi e con il proprio partner.