Perù, sale la tensione interna e con gli altri Stati
15 Febbraio 2023Acqua dal rubinetto
16 Febbraio 2023Mafia, maxi confisca di beni tra Bolognetta e Carini
Arriva la confisca per un valore di circa 1 milione di euro, nei confronti di Cireco, deceduto nel 2020, e di Benedetto Pipitone.
Palermo- La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ha emesso due provvedimenti di confisca dei beni patrimoniali nei confronti di Pietro Cireco, deceduto all’età di 80 anni nel 2020 e Benedetto Pipitone 49 anni, accusati di essere i reggenti delle famiglie di Bolognetta e Carini, in provincia di Palermo.
Sequestrati beni per circa 1 milione di euro
La Direzione Investiva Antimafia ha eseguito le misure che hanno portato alla confisca di beni per un valore di circa 1 milione di euro. Nei confronti di Cireco è scattato il provvedimento di confisca di una quota pari al 23% della società operante nel settore dell’edilizia “Medibeton Srl in liquidazione” con sede a Bolognetta, una quota pari all’80 % di due abitazioni, un magazzino, un fabbricato in corso di costruzione, un lastrico solare, un fabbricato ad uso commerciale, un’autorimessa e due terreni con immobili e piscina nella zona di Bolognetta per un valore complessivo di 800 mila euro. Per Pipitone, invece, sono stati apposti i sigilli su due fabbricati, un appezzamento di terreno a Carini e sei conti correnti, il cui valore è quantificato in un valore di circa 200 mila euro.
Cireco già al centro dell’operazione “Jafar”
Cireco era già finito sotto inchiesta e arrestato a margine dell’operazione denominato “Jafar” che aveva portato a sette misure di custodia cautelare tra i territori di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. Secondo le indagini degli investigatori, l’esponente di spicco del clan di Bolognetta, morto 80enne nel 2020, era attivo nelle attività di estorsione nei confronti dei commerciali ed era stato condannato in primo grado a 9 anni e 3 mesi. In particolare, avrebbe fornito informazioni per la realizzazione delle attività criminali nell’ambito del proprio territorio di appartenenza e sarebbe stato un punto di riferimento per il sostentamento economico dei detenuti.
Nella stessa inchiesta erano finiti in manette anche Giuseppe Vasta, Filippo Salvatore Bisconti, accusati di essere i reggenti del mandamento di Misilmeri – Belmonte Mezzagno, Giovanni Ippolito, Aristide Neri, Antonio Pirrone e Alessandro Ravesi. Frutto anche delle testimonianze degli imprenditori e dei commercianti costretti a pagare il pizzo.
Ecco chi è Benedetto Pipitone, esponente della famiglia di Carini
Anche Pipitone è già noto alle Forze dell’ordine: finito in manette nel 2014 a margine del blitz “Destino”, è stato condannato a sette anni di reclusione per i reati di uccisione di animali, detenzione illegale di arma da fuoco, favoreggiamento reale, estorsione aggravata in concorso e incendio; condanna confermata in Appello. Nell’operazione sono stati arrestati anche sei presunti affiliali alla famiglia mafiosa di Carini: Franca Pellerito moglie del boss Angelo Antonino Pipitone, Epifania Pipitone, Francesco Marco Pipitone e Angela Conigliaro.
I provvedimenti di confisca dei beni nei confronti di Pietro Cireco e Benedetto Pipitone erano già stati emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo nel giugno e luglio 2020 su richiesta della Procura della Repubblica.