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21 Marzo 2025Maradona, colpo di scena al processo sulla morte

Lacrime, rabbia e un avvio a sorpresa per il terzo processo per il decesso di Diego Armando Maradona.
Una folla inviperita, davanti al tribunale di San Isidro a Buenos Aires invoca giustizia per la morte del proprio idolo, avvenuta il 25 novembre del 2020. In Aula, le figlie del più grande calciatore di tutti i tempi, Dalma e Giannini scoppiano in un pianto a dirotto quando, il pm Patricio Ferrari esibisce davanti ai giudici una foto sconvolgente. C’è quel campione le cui gesta sono custodite nell’eternità delle memoria di tutti gli appassionati di sport, disteso sul letto, irriconoscibile.
Il corpo gonfio, il ventre abnorme.
«Così è morto Maradona. È stato un omicidio». Ha rimarcato con enfasi il magistrato, brandendo la foto del cadavere. «Chiunque tra gli imputati affermi che non aveva compreso quello che stava succedendo a Diego sta chiaramente mentendo. Le sue condizioni erano evidenti. Coloro che si sono presi cura di Maradona lo hanno ucciso».
La requisitoria-shock, trasmessa in diretta streaming, è diventata immediatamente virale rimbalzando dall’Argentina al mondo intero. Al centro delle accuse lo staff medico che aveva in cura El Pibe de Oro, otto fra medici e infermieri. Secondo il magistrato, gli imputati avrebbero causato la morte di Maradona durante il ricovero domiciliare nella residenza di Tigre, durato dall’11 al 25 novembre, a seguito di un intervento neurochirurgico per un ematoma alla testa.
Claudia Villafane, la prima moglie di Maradona, aveva fatto sapere che negli ultimi giorni di vita il campione dormiva al piano terra, vicino a un tavolo da biliardo, in un materasso senza lenzuola, con finestre senza tapparelle, mangiando panini e con gli effetti personali dentro buste di plastica, in una condizione di semi-abbandono.
Il magistrato ha dichiarato che, a conclusione di un anno di indagini, è stata costruita un’incriminazione solida e senza incongruenze, basata su prove. Le accuse a vario titolo vanno dall’omicidio con dolo eventuale alla negligenza medica e i componenti dello staff medico rischiano fino a venticinque anni di reclusione.
Si prevede un processo molto lungo, iniziato soltanto una settimana fa, con in agenda l’audizione di centoventi testimonianze presentate da accusa e difesa. Al centro delle attenzioni il ruolo della psichiatra, Agustina Cosachov, colpevole di aver prescritto un cocktail di psicofarmaci, senza tener conto dei problemi cardiaci pre-esistenti di Maradona. Proprio quest’ultima è stata bloccata all’uscita del tribunale dalla seconda moglie di Maradona, Veronica Ojeda che, scoppiando in lacrime, l’ha inondata di insulti, scortata dalla folla di sostenitori.