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2 Giugno 2021MASTODON, il social network del Fediverso, decentralizzato e libero
Coetaneo di Twitter, Mastodon nasce nel 2016 da un’idea di Eugen Rochko come alternativa al social cinguettante. Ad oggi la community di Mastodon, che per il suo logo ha chiesto ‘in prestito alla natura’ uno dei suoi animali più imponenti, l’elefante, accoglie oltre 4,4 milioni di utenti provenienti da tutto il mondo (dato rilasciato dal sito ufficiale).
Sul portale italiano del sito, Mastodon Italia, viene definito come un “Twitter fai-da-te, appartenente al Fediverso, ovvero l’insieme di server gestiti da persone diverse che pubblicano messaggi tra loro utilizzando standard aperti OStatus e ActivityPub”.
Spiegato in termini più semplici, si tratta di una grande rete di microblogging libera, open-source e decentralizzata, di proprietà della comunità, priva di algoritmi e pubblicità, il cui obiettivo, come recita lo slogan, è “rimettere il social networking nelle mani degli utenti”.
Negli ultimi anni questa nuova piattaforma ha attirato l’attenzione di molti utenti che stanchi delle continue censure imposte dai social tradizionali, e scettici sul tipo di trattamento riservato ai loro dati personali, hanno deciso di abbandonare i social network tradizionali e spostarsi su piattaforme alternative e più libere.
Cos’è il Fediverso?
Mastodon appartiene al fediverso (“universo federato”), termine utilizzato per indicare il nome di tutti i siti web che possono comunicare tra loro attraverso ActivityPub e il World Wide Web. Questo include tutti i server Mastodon, ma anche altre implementazioni come: PeerTube (simile a Youtube), che consente di caricare i video sui canali; Writefreely, per la pubblicazione di articoli di più lunga durata; Pleroma, motore modulare di microblogging; Pixelfed, per la condivisione dei post; Funkwhale, per ascoltare musica e podcast in streaming; Misskey, che include il microblogging… e molti altri, compresi siti web personali.
Per capire meglio di cosa si tratti è necessario partire dalla sua definizione: “Il fediverso è l’insieme dei server federati che vengono utilizzati per la pubblicazione sul web (ad es. social networking, microblogging, macroblogging o siti web) e per l’hosting di file. Su diversi server (istanze), gli utenti possono creare le cosiddette identità che sono in grado di comunicare oltre i confini delle istanze, perché i software in esecuzione sui server supportano uno o più protocolli di comunicazione che seguono l’Open Standard. Come identità sul fediverse si è in grado di scambiarsi messaggi privati o dati con altre identità, o semplicemente seguire conversazioni e messaggi. In alcuni casi è possibile anche mostrare o condividere dati (video, audio, testi e altri file) pubblicamente, o con un gruppo selezionato di identità, e permettere ad altri di modificare i vostri dati (ad es. un calendario o una rubrica)”.
È quindi l’insieme dei server, gestiti da più persone, che pubblicano messaggi tra loro utilizzando protocolli OStatus o ActivityPub. Il protocollo ActivityPub permette sia di gestire le comunicazioni tra i server – istanze – che compongono la federazione, sia di offrire un’interfaccia client-to-server, che permette l’interazione tra gli utenti che hanno il loro account sulle istanze.
Nel livello server-server le istanze sono connesse come nodi di una rete e ciascuna di esse amministra, con le proprie regole, i propri privilegi di account e la possibilità di condividere o meno i messaggi provenienti da e verso altre istanze. A differenza di un social media centralizzato, chiunque può gestire un server di Mastodon.
Ogni server ospita i singoli account utente, i contenuti che producono e i contenuti che sottoscrivono. Di conseguenza, un utente si unisce ad una specifica istanza di Mastodon ed è identificato da un nome univoco, dal nome utente locale e dal dominio dell’istanza in cui si trova. La federazione è quindi una forma di decentramento: ciò significa che ci sono più servizi, invece di uno solo, che possono essere utilizzati da più persone. Sostanzialmente funziona in modo molto simile alla posta elettronica, anche se con protocolli diversi, e come questa si serve di veri e propri indirizzi email.
Le caratteristiche di Mastodon
Mastodon è un social network gratuito, open source, federato, e amministrato in modo decentralizzato, considerato molto simile a Twitter per grafica e funzionalità.
L’iscrizione alla piattaforma non è obbligatoria, in quanto è possibile accedere ai contenuti condivisi dagli utenti anche se non si è iscritti, ma necessaria se si vuole iniziare ad interagire con la community. La procedura per iscriversi è molto semplice: come prima cosa bisogna inserire il nome utente, e questo dipenderà dall’istanza scelta, seguito dalla mail personale, a cui arriverà il link su cui cliccare per completare l’iscrizione, e dall’impostazione di una password.
Una volta ricevuta la mail, e completata l’iscrizione, l’utente potrà iniziare a postare messaggi, chiamati toots, condividere foto, link, video e seguire altri utenti.
La scelta dell’istanza – il server su cui si appoggerà l’utente– è molto importante. Sceglierlo è facile tanto quanto scegliere la propria mail. Una volta scelta, questa ci permetterà di comunicare con altri utenti, anche se questi useranno un’utenza diversa dalla nostra (lo stesso che accade tra l’utente che usa Gmail e quello che usa Outlook.it, due istanze diverse che riescono comunque a comunicare tra loro). Ciò è possibile perché Mastodon può collegarsi a diverse piattaforme, unite da uno standard comune chiamato ActivityPub.
I toots possono avere una lunghezza massima di 500 caratteri, contro i 280 imposti da Twitter, non sono sottoposti ad algoritmi e compaiono nella timeline in ordine cronologico.
Quando si parla di timeline in Mastodon bisogna però fare un’importante distinzione tra quella ‘locale’, che presenta i toot dell’istanza Mastodon.uno in ordine cronologico (non ci sono algoritmi che suggeriscono contenuti particolari ed ogni toot ha la stessa probabilità di essere visto), e quella ‘federata’, che presenta i toot provenienti da molte altre istanze, italiane o internazionali, federate con Mastodon.uno.
Anche la privacy è una questione demandata completamente all’utente, che può scegliere di mostrare il suo contenuto in modo: pubblico, pubblico ma che non compare nella timeline pubblica, visibile solo ai follower, messaggio privato visibile solo ai destinatari menzionati.
Poi, proprio come accade su Twitter, se ad un utente piace particolarmente un toot lo potrà ricondividere. Questa operazione prende il nome di boost.
Come funziona il software libero
Mentre le altre piattaforme di social media sono private e gestite da una singola società che esercita il controllo su tutto, su Mastodon chiunque può creare e gestire il proprio server. In che modo? Copiando, modificando e riutilizzando il codice sorgente Mastodon, a condizione che garantisca le stesse libertà per qualsiasi opera derivata, e scaricandolo da GitHub, insieme alle API del servizio. Poiché Mastodon è semplicemente un software che può essere utilizzato per alimentare qualsiasi sito web, i suoi potenziali utenti possono scegliere un fornitore di servizi tra i siti web Mastodon già esistenti, oppure crearne uno proprio. Il progetto Mastodon Italia fornisce un elenco di fornitori di servizi raccomandati su mastodon.it.
Le istanze: cosa sono e come funzionano
A differenza di Twitter, in cui tutte le interazioni avvengono su un unico server controllato da un’unica azienda, Mastodon è decentralizzato e costituito da un insieme di istanze che comunicano tra loro per formare una rete più ampia.
Ogni istanza viene gestita in modo indipendente ed è il suo creatore a decidere le politiche di adesione, oltre che il contenuto e le regole da applicare al suo interno.
Alcune istanze sono aperte a chiunque, altre invece sono precluse a chi non condivide gli stessi interessi, o la stessa ideologia, della community. È quello che succede nelle istanze create da gruppi di anarchici o dei centri sociali, dove l’ingresso è consentito solo a coloro che condividono le ideologie del gruppo, e che pertanto selezionano gli utenti in modo meticoloso. Sebbene Mastodon abbia stilato una sorta di ‘lista nera’, includendo tra gli altri anche molto siti diffusori di fake news, può capitare di imbattersi in utenti che condividano informazioni non verificate o contenuti violenti. Il fatto che il controllo di queste istanze sia demandato ad un unico amministratore può quindi rappresentare un’arma a doppio taglio, in quanto dimostra che nel sistema sono previsti strumenti che hanno sì il compito di filtrare, ma quelle tematiche considerate off-limits solo dagli utenti – amministratori.
La particolarità di un sistema basato sulle istanze è che due persone, pur appartenendo a due istanze differenti, possono comunicare tra loro.
È quindi molto importante scegliere l’istanza più adatta, perché questa scelta determinerà non solo una parte del nome utente con cui ci si registrerà a Mastodon, e che sarà il modo in cui le persone di altre istanze ci ‘vedranno’ e potranno cercarci per comunicare con noi, ma anche le regole da seguire, i messaggi e i post che compariranno nella timeline e con quali altre istanze l’utente potrà comunicare.
Tutte le istanze sono create senza alcuno scopo di lucro e non contengono annunci promozionali. La sua natura indipendente porta la piattaforma ad autofinanziarsi, chiedendo ai suoi utenti piccole donazioni, che avvengono però sempre e solo su base volontaria.
Metodi di finanziamento
A differenza dei social media tradizionali, Mastodon è gestito da più persone o organizzazioni in modo completamente indipendente e non implementa alcuna strategia di monetizzazione nel software, essendo autofinanziata.
Pur essendo una piattaforma gratuita, molti utenti decidono di aderire a metodi di autofinanziamento che includono servizi di crowfounding, come Patreon o Liberapay, e che coinvolgono singoli utenti e non azionisti privati, e donazioni in Bitcoin o con altre criptovalute.
Mastodon, il social del futuro?
Dal 2016 ad oggi Mastodon, complice la crisi di Twitter e la crescente sfiducia nelle policy dei social network tradizionali, ha assistito ad una crescita esponenziale dei suoi utenti.
Che sia stato il vessillo della libertà ad averli attirati, o il fatto che si possa esprimere liberamente la propria opinione nascondendosi dietro la maschera dell’anonimato, prima di decretare il successo dell’elefante Mastodonte bisognerà aspettare ancora un po’.