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Monti di pietà, ecco come funzionano

La tipologia di clientela è composta prevalentemente da donne, con un’età media di 50 anni, per lo più non occupate, che necessitano di liquidità. Il 97% dei clienti riscatta la polizza entro pochi mesi.

Con il perdurare della crisi economica aggravata dalla recente pandemia che ha messo in ginocchio molte aziende lasciando senza lavoro altrettante persone, il Monte di Pietà divenuto poi Monte dei Pegni e successivamente credito su stima, rappresenta da sempre un modo sicuro e rapido per ottenere, in caso di difficoltà, denaro.

La parola Monte, pur assumendo vari significati, ha sempre avuto, fin dal Medioevo, un’implicita idea di unione e di accumulazione. Monti erano le raccolte di denaro offerto o depositato come i Monti frumentari, i Monti delle Doti, e appunto i Monti di Pietà. Già alla fine del XII secolo una casa di prestito su pegno era nata in Baviera e, centocinquanta anni più tardi, nella Franca Contea e a Londra. Tutte senza scopo di lucro e con il fine di combattere l’usura che è sempre stata causa di estorsioni e abusi. Le intenzioni etiche fin dalle origini erano nobili, le condizioni del prestito dovevano essere più favorevoli di quelle di mercato.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Affide tra le maggiori società attive nel campo del credito su pegno in Italia e a livello europeo per capire come nel tempo sia cambiata questa storica istituzione.

Ci potete meglio spiegare i termini della vostra attività?

“I clienti non si rivolgono al credito su pegno per vendere oggetti preziosi, come invece avviene nei cosiddetti “compro oro”. Le società di credito su pegno sono infatti per lo più istituti bancari o finanziari che offrono prestiti avendo come unica garanzia il bene lasciato in pegno.

Il funzionamento del credito su pegno è semplice: impegnando un bene prezioso si riceve un credito in circa 20 minuti senza valutazione del merito creditizio del cliente, ed è possibile rientrarne in possesso dopo aver restituito la somma. È una soluzione di finanziamento antica e allo stesso tempo moderna, ma soprattutto inclusiva per le sue caratteristiche di semplicità, trasparenza, sicurezza e velocità. È particolarmente significativa la temporaneità che lo caratterizza: il 97% dei clienti, infatti, riscatta la polizza entro pochi mesi.

Per quanto attiene invece alla quota residuale di clienti che non può o non vuole riscattare (3%), la procedura prevede che l’oggetto in pegno venga messo all’asta per essere venduto al miglior prezzo possibile, a vantaggio dei proprietari dei beni che potranno incassare l’eventuale sopravanzo una volta restituito il prestito”.

Che tipo di clientela si rivolge a voi?

“La tipologia di clientela è composta prevalentemente da donne, con un’età media di 50 anni, per lo più non occupate, che necessitano temporaneamente di liquidità e desiderano ottenerla rapidamente, senza vendere i propri oggetti preziosi.

Si tratta di persone che hanno la consapevolezza di poter riscattare il bene in qualche mese. Ci riesce come anticipato nel 97% dei casi”.

Quali sono le differenze fra le varie aree del Paese?

“La clientela varia poco da Nord a Sud per caratteristiche socio-demografiche. Le informazioni personali sui clienti, come le specifiche motivazioni alla base delle richieste di credito, non ci vengono mai fornite poiché non richieste”.

Fino a quale cifra siete in grado di erogare?

“L’ammontare del credito erogato dipende dal valore del bene portato allo sportello. Mediamente il prestito è comunque poco al di sopra dei 1.000 euro, limite entro il quale è possibile rinnovare fino a un massimo di sei anni, mentre per le polizze al di sopra di tale importo gli anni scendono a tre”.

Quante persone possono passare in un anno dalle vostre sedi? Si presentano anche più di una volta?

“A livello nazionale, i clienti serviti dalle 40 filiali Affide sparse su tutto il territorio italiano sono circa 300.000; si tratta di clienti che tornano anche più volte durante l’anno per vari motivi, dal rinnovo della polizza di pegno alla richiesta di nuovi prestiti. Abbiamo riscontrato infatti che i clienti, dopo aver fatto la prima operazione, spesso riconoscono l’utilità di tale credito e ritornano per effettuare nuove operazioni”.

Riteniate ci sia stato un incremento negli ultimi anni?

“Per quanto ci riguarda è un’attività che ha sempre avuto un andamento sostanzialmente stabile: non si osservano nel tempo particolari incrementi o cali nelle richieste di prestito”.

La Legge che disciplina questa attività prevedendo la possibilità di dare in pegno sia beni mobili che titoli di credito, con la Legge 10 maggio 1938, n.745, introduce inoltre all’interno dell’ordinamento la nuova forma del pegno non possessivo, allo scopo di agevolare il credito alle imprese, riducendo tempi e formalità relative all’erogazione e al recupero del credito. Il “pegno mobiliare non possessorio” è quello senza il possesso del pegno da parte dell’erogante il credito. Gli imprenditori iscritti nel Registro delle imprese possono costituire un pegno mobiliare non possessorio a garanzia dei crediti loro concessi.